Saggese: “Ricerca e Tlc, nello Spazio Italia leader stellare”

Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana parla della sua strategia: “Aiuteremo l’industria a costruire prodotti da vendere sul mercato mondiale”. E sulle telecomunicazioni dice: “Niente fondi pubblici, mobiliteremo capitali privati”

Pubblicato il 20 Set 2011

"Il mio obiettivo? Mantenere, e se possibile rafforzare, la
leadership italiana nel settore spaziale, in particolare attorno a
tre eccellenze: ricerca scientifica, osservazione della terra,
telecomunicazioni": Enrico Saggese,
confermato per quattro anni alla presidenza dell’Asi, non
nasconde le ambizioni.
I budget pubblici soffrono.
È vero, ma ciò richiede di individuare le priorità, concentrando
le risorse disponibili nei settori dove l’Italia ha posizioni di
eccellenza: lo spazio è certamente uno di questi. Quanto alla
nostra crescita nelle telecomunicazioni, non useremo fondi pubblici
ma mobiliteremo capitali privati in una logica di partnership
pubblico-privato.
Obama ha rivisto la strategia spaziale e tagliato i fondi
alla Nasa.

Il quadro è cambiato. Il ridimensionamento delle risorse rende
ancora più sfidante per la Nasa riuscire a mantenere la leadership
nel volo umano nello spazio. Tanto più che anche la Cina ha
annunciato di volersi cimentare.
Basteranno i soldi?
Stanno emergendo idee nuove che tengono conto della situazione
nuova. Se l’obiettivo Marte è ormai fuori dalla portata dei
prossimi 20 anni, si sta valutando se trasformare la Stazione
spaziale internazionale in un hub da utilizzare come “porto” e
come “arsenale” per assemblarvi una spaceship per navigare tra
luoghi diversi nello spazio.
Un progetto molto futuribile.
Ma anche molto attuale: ne parleremo alla Conferenza Internazionale
di Lucca a inizio novembre. Secondo uno studio della Nasa, le
tecnologie necessarie già sono disponibili, anche se ci sono
ancora molti problemi da risolvere, a partire da quello
fondamentale della sicurezza dell’uomo.
Quali appuntamenti sono più vicini?
Il telescopio Webb ci aiuterà a capire meglio come si è formato
l’universo. Questo decennio sarà segnato dall’esplorazione del
sistema solare. Italia e Esa sono molto attivi: BepiColombo andrà
su Mercurio, Juno sta volando verso Giove con strumentazione
italiana, ExoMars evolve come missione congiunta Esa-Nasa con
l’Italia che potrebbe esercitare un ruolo di leadership.
L’osservazione della terra ci vede leader.
L’Europa è di fronte ad una scelta sul futuro di Gmes:
osservazione della terra e sicurezza costituiranno un sistema
globale europeo, una costellazione di sentinelle come Galileo?
Oppure ci limiteremo a pochi nuovi lanci, con funzioni soprattutto
di ricerca scientifica? L’Italia è comunque impegnata in altri
progetti importanti: la seconda generazione di Cosmo, il lancio di
Saocom, un satellite Cosmo-equivalente in banda L in collaborazione
con l’argentina Conae, Prisma, un satellite iperspettrale, un
satellite ottico ad alta risoluzione. Tutto ciò consoliderà la
leadership italiana nell’osservazione della terra.
Quando il lancio di Vega?
Fra dicembre e gennaio. Quindi dovremo commercializzarne i servizi
ma anche pensare al futuro: fare un “Veghino” più piccolo, 500
chili di capacità, ma molto meno costoso? Oppure conviene
realizzare un “Vegone” più grande da 3,5 tonnellate che
risponda a tutte le esigenze del cliente?
Che futuro avrà la base di Malindi?
Vogliamo rilanciarla. Contiamo di concludere entro questo mese un
accordo ventennale con i keniani. Abbiamo chiesto di avere un
terreno sufficientemente grande per una base di lancio in riva al
mare: l’Italia può tornare ad essere un Paese lanciatore.
Avete costituito Asitel. Perché?
Asitel, una società privata partecipata al 100% da Asi, ci
consentirà di entrare nelle Tlc spaziali attirando capitali
privati. Non useremo assolutamente i soldi della ricerca in questo
progetto, nemmeno all’inizio. Tutto verrà finanziato in una
logica di mercato con partnership pubblico-privato. Questo
riporterà l’Italia nel seno dei Paesi che hanno propri sistemi
di telecomunicazioni spaziali. Sempre con capitali privati, abbiamo
l’obiettivo di realizzare due satelliti di telecomunicazione.
Asitel già operativa?
Sì. Abbiamo firmato un accordo con Eutelsat in banda KA per
commercializzare i servizi del loro satellite in banda Ka: abbiamo
un’esclusiva per 550 megabit/s. Sempre in un satellite Eutelsat
abbiamo due trasponditori capaci di ospitare sino a 20 canali tv.
Stiamo parlando con la Rai, ma anche con broadcaster stranieri.
L’industria italiana, Pmi incluse, vi chiede
supporto.

Asi si propone di svolgere un ruolo positivo per l’industria, Pmi
incluse. Ma non vogliamo un’industria che sia totalmente
dipendente da noi, bensì aiutarla a crescere, ad
internazionalizzarsi, a costruire prodotti di eccellenza da vendere
sul mercato mondiale. Per questo privilegeremo le tecnologie non
fini a se stesse ma che possono trasformarsi in prodotti, in
occasioni di mercato.

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