Nel mese di luglio l’India ha superato la Cina diventando il principale esportatore di smartphone negli Stati Uniti, secondo la società di ricerca Canalys. Si tratta di un risultato epocale, che sembra ribadire la crescente importanza del colosso indiano, anche nel mondo della tecnologia, rispetto al dragone cinese. Nell’immediato, si tratta di un riflesso della politica dei dazi perseguita da Trump: la catena di approvvigionamento manifatturiero si sposta lontano da Pechino. Ma le implicazioni possono essere anche più articolate, come scrive Peter Jarich, Head of Gsma Intelligence.
“La recente notizia che l’India ora domina le spedizioni di smartphone negli Stati Uniti, scalzando la Cina dal primo posto, mi ha lasciato con tre reazioni. Wow, che rapidità. Oh no, questo convincerà qualcuno che i dazi sono una buona idea? Oh no, dobbiamo tornare a occuparci della questione India contro Cina?“, argomenta Jarich.
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India batte Cina sugli smartphone: produzione aumentata del 240%
Gli smartphone assemblati in India hanno rappresentato il 44% delle importazioni statunitensi di smartphone nel secondo trimestre 2025, un aumento significativo rispetto a solo il 13% nello stesso periodo dell’anno scorso. Il volume totale di smartphone realizzati in India è salito del 240% rispetto all’anno precedente, stima Canalys.
Al contrario, la quota dell’export cinese di smartphone verso gli Stati Uniti si è ridotta al 25% nel trimestre conclusosi a giugno, dal 61% dell’anno precedente. Anche la quota del Vietnam delle esportazioni di smartphone verso gli Stati Uniti, ovvero il 30%, risulta superiore a quella della Cina.
L’aumento delle spedizioni dall’India è stato principalmente guidato da Apple, passata all’importazione dall’India mentre aumenta l’incertezza commerciale tra Stati Uniti e Cina, ha commentato Sanyam Chaurasia, analista principale di Canalys.
Le ambizioni dell’India nelle telecomunicazioni
India e Cina sono due Paesi molto diversi. Ma le loro dimensioni, e forse il fatto che rappresentino il 50% dei mercati emergenti (Bric), portano inevitabilmente a paragoni. E lo si vede anche nelle aspirazioni dell’India sul fronte delle telecomunicazioni.
Jarich punta l’attenzione su alcuni fatti emblematici: gli ambiziosi piani di crescita della telco locale Bsnl (crescita del fatturato del 30% su base annua) supportati da un’infrastruttura di rete interna; il recente documento del Dipartimento dei Trasporti indiano che disegna la National Telecom Policy 2025, che definisce obiettivi strategici per il 2030, tra cui il raddoppio delle esportazioni di telecomunicazioni, un aumento del 150% della produzione manifatturiera nel settore delle Tlc, una copertura del 100% della popolazione 4G e del 90% della copertura 5G; la recente revisione della Bharat 6G Alliance che rafforza un obiettivo globale del 10% di IPR per il 6G.
La distanza dalla Cina: l’India non è l’eldorado (ancora)
Tuttavia, i paragoni con la Cina non tornano su alcune dimensioni chiave.
Intanto l’Arpu, nota Jarich di Gsma Intelligence: l’Arpu mobile in India è una frazione di quello in Cina – circa un terzo lo scorso anno.
“Questo mette pressione su margini, redditività e investimenti, soprattutto in un mercato in cui il numero di utenti del traffico dati è pressoché lo stesso (in realtà leggermente più alto in India)”, scrive Jarich.
Un altro elemento è quello demografico. “Un piano per raggiungere una copertura del 90% della popolazione per il 5G è impressionante sotto ogni punto di vista. È ancora più impressionante in un paese come l’India, dove il 64% della popolazione è rurale, rispetto alla Cina, dove questa percentuale si attesta al 35%”, prosegue l’analista. “Una popolazione prevalentemente urbana facilita la copertura mobile e gli sforzi di trasformazione digitale”.
Dominio cinese nell’ecosistema delle Tlc
Ma, soprattutto, manca l’ecosistema. L’India non è carente di grandi player tecnologici a supporto del settore delle telecomunicazioni – Tcs, Infosys, Tech Mahindra, Wipro, Hcl – ma, quando si tratta di supportare gli operatori nazionali con tecnologie nazionali o di scalare le risorse IP, aziende come Huawei, Zte, Xiaomi, Vivo, Oppo e Honor surclassano controparti come Tejas, Micromax, Karbonn e Lava.
“Le dimensioni determinano la scalabilità di ricerca e sviluppo, ma anche lo sviluppo delle catene di fornitura, fondamentali per portare sul mercato prodotti complessi”, osserva Jarich.
Va, infine, considerata la profonda differenza politica tra Cina e India. “La natura unica dell’economia cinese basata sulla mission, che riceve un significativo sostegno finanziario dal governo, le conferisce una spinta automatica che manca ad altri paesi, anche a quelli avanzati”, nota Jarich. “La stretta interconnessione tra i sistemi economici e politici cinesi influisce sul modo in cui gli ecosistemi vengono costruiti e i settori vengono supportati (incluse le telecomunicazioni) in un modo che l’India non è stata in grado di eguagliare”.
Il futuro? All’India Mobile Congress
Ma è anche vero che le cose cambiano. Basta considerare il mercato indiano della telefonia mobile 10 anni fa, quando più di 10 operatori si contendevano il primato e la penetrazione del 4G era ben al di sotto dell’1%. Oggi, il 4G e il 5G rappresentano circa il 70% delle connessioni e rimangono solo cinque operatori, con due dominanti.
Un cambiamento paragonabile alla creazione di un’infrastruttura di telecomunicazioni e di un ecosistema di dispositivi nazionali o all’integrazione della banda larga mobile in un’ampia gamma di settori verticali non è chiaramente un’impresa da poco. L’India ha ancora parecchia strada da fare per eguagliare la potenza delle telecomunicazioni della Cina nel prossimo futuro. Ma il momento migliore per cominciare a farlo è oggi, secondo l’analista di Gsma Intelligence.
“Ecco perché gli obiettivi dell’NTP-25 o le aspirazioni sul 6G sono così importanti per comprendere il mercato. Ed è per questo che la capacità di incrementare le spedizioni di smartphone negli Stati Uniti è più di una semplice notizia casuale: è un segnale delle capacità del Paese. L’India potrebbe non essere la Cina. Ma accrescere il suo ruolo nelle telecomunicazioni, fornire servizi critici per consumatori e settori verticali aziendali, nonché produrre reti di qualità o kit per utenti finali – e farlo su scala globale – richiede che diventi”, scrive Jarich.
“Non per niente, è anche il motivo per cui ho già prenotato i biglietti per l’IMC 2025, ovvero l’India Mobile Congress“, conclude l’analista.