È innegabile il progressivo ridimensionamento del ruolo delle telcos, che negli anni hanno perso parte della loro attrattività rispetto ad altri settori tecnologici – un fenomeno, come noto, legato a diversi fattori della trasformazione digitale.
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Alta competizione e bassi margini
In primo luogo, le telecomunicazioni sono diventate un settore ad alta competizione e bassi margini, soprattutto a causa della diffusione delle reti mobili e a banda larga. Gli operatori devono investire miliardi in infrastrutture (come il 5G e la fibra ottica) senza poter sempre ottenere ritorni proporzionali, mentre le tariffe tendono a diminuire per via della concorrenza.
Il tradizionale mercato delle telecomunicazioni legato alla connettività è già altamente sviluppato e ormai saturo, con copertura quasi totale nelle economie avanzate. I servizi Ott (Over-The-Top), come WhatsApp, Skype, Netflix e Zoom, hanno ridotto il ruolo tradizionale degli operatori di telecomunicazione.
Un tempo le telco gestivano direttamente le chiamate, gli sms e la tv, oggi tutto avviene tramite piattaforme digitali che utilizzano le loro reti e, nella percezione delle telco, questi soggetti, pur incrementando il traffico, non contribuiscono direttamente ai loro ricavi ed è su questo aspetto ad esempio che da qualche anno si discute della possibilità di una contribuzione “più o meno volontaria” degli Ott ai costi di sviluppo e manutenzione delle infrastrutture di rete (fibra e 5G) visto che queste aziende generano la maggior parte del traffico, che gravano unicamente sugli operatori di telecomunicazioni (e i consumatori finali).
Il valore si sposta
In generale, a prescindere da come la si pensa su questo punto (chi mi segue conosce il mio) il valore si è dunque spostato dai provider di infrastrutture agli operatori software e cloud. Aziende come Google, Amazon, Apple e Microsoft dominano il mercato grazie a servizi digitali innovativi, mentre le telecomunicazioni sono percepite come un settore più tradizionale e meno redditizio, dove non ci sono più opportunità di crescita come accade in altri settori, quali ad esempio la data economy, fintech, intelligenza artificiale o cybersecurity.
Così, per cercare di recuperare almeno in parte un ruolo da protagonista nella trasformazione digitale, le telco cercano di reinventarsi, percorrendo nuove strade e sviluppando nuovi modelli di business.
Da Telco e TechCo
È quello che è stato definito il passaggio da aziende di telecomunicazioni (Telco) ad aziende tecnologiche (TechCo), spostando il business da un focus esclusivo sulla connettività a un’offerta più ampia di servizi digitali avanzati. Questo passaggio implica l’integrazione di servizi a valore aggiunto come cloud, cybersecurity, Internet delle cose IA, fintech, sfruttando le infrastrutture esistenti per offrire soluzioni innovative a imprese e consumatori e puntando sulla creazione di nuove partnership con aziende tecnologiche per innovare l’offerta.
Nel pensiero di alcune telco (gli incumbent europei, tra cui Tim), inoltre, ciò può avvenire solo a condizione che venga alleggerita la regolamentazione nazionale ed europea, dal momento che il rispetto di vincoli sulla protezione dei dati e soprattutto sulla concorrenza – leggi consolidamento – limita la loro capacità di espandersi liberamente, rendendo il settore meno dinamico rispetto agli altri ambiti tecnologici.
Quanto ciò dipenda da vincoli regolamentari è una questione che rimane aperta, quel che è certo comunque è che le società di telecomunicazioni europee faticano a generare profitti superiori ai costi del capitale, e quindi le fusioni e le acquisizioni restano la soluzione preferita dal settore per continuare a crescere.
In definitiva, sono molti gli interrogativi e le questioni in cerca di risposta e i prossimi mesi saranno fondamentali per capire se il settore potrà ancora essere centrale nello sviluppo dell’innovazione e delle future strategie digitali, o se invece, in assenza degli auspicati interventi ed iniziative europee (a partire dal Digital Networks Act, attualmente in fase di stallo), continuerà il suo lento e inesorabile declino.



































































