Telecamere Ip e wi-fi al ministero dell’Economia

Pubblicato il 29 Nov 2011

Per un occhio non particolarmente esperto si tratta di semplici
pali della luce a led – propriamente dette “mensole a muro” -,
che vogliono riportare allo stile di illuminazione originario
dell’antico palazzo ottocentesco (1876) che oggi ospita il
Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano e che,
storicamente, rappresenta la prima grande opera della neonata
capitale romana, voluta da Ministro Quintino Sella. La tecnologia
però, sapientemente nascosta, trasforma ciascuno dei 20 pali che
ne abbelliscono il perimetro esterno in uno strumento
all’avanguardia per garantire la pubblica sicurezza nelle aree
limitrofe del Ministero.

L’evoluzione avviene grazie all’implementazione, all’interno
dei pali, di telecamere IP prodotte e distribuite a livello
mondiale dalla tedesca Mobotix, con risoluzione 3,1 megapixel,
dotate al proprio interno di software per la registrazione e la
rielaborazione delle immagini: un sistema innovativo da un punto di
vista tecnologico ma totalmente mimetizzato all’interno di un
design in perfetta armonia con il luogo in cui il punto luce è
installato.
“L’obiettivo da cui ha preso le mosse il progetto era duplice:
da un lato quello di realizzare un sistema di controllo basato su
strumenti di videosorveglianza all’avanguardia, dall’altro
quello di realizzare un nuovo progetto di illuminazione che potesse
diminuire sensibilmente il consumo di elettricità – in
un’ottica di risparmio energetico -, garantendo allo stesso tempo
una più lunga durata di esercizio e, di conseguenza, una forte
riduzione dei costi di manutenzione”, ha commentato Saverio La
Monaca, a capo della sicurezza del Ministero.

In quanto costi, le analisi realizzate dal team di Ghisamestieri,
in funzione ovviamente del concreto utilizzo del sistema, parlano
chiaro: si prevede un rientro dell’investimento iniziale di ogni
sorgente di luce led nell’arco di soli 4 o 5 anni e un risparmio
economico di addirittura il 50% tra il quinto e il quindicesimo
anno di vita del sistema.
Il progetto, partito nel 2010 e conclusosi nell’arco di soli 5
mesi consta oggi di 20 mensole a muro installate in posizione
strategica lungo tutto il perimetro del Ministero. Ciascuna mensola
occulta al proprio interno 2 telecamere D12, caratterizzate da
ripresa a 180 gradi, per un totale complessivo di 40 telecamere IP
ad alta risoluzione. Le immagini riprese e registrate all’interno
delle telecamere 24 ore su 24 (a colori in modalità diurna e in
bianco e nero di notte) vengono poi visualizzate dalla centrale
operativa, posizionata all’interno del palazzo del Ministero. Gli
addetti alla sicurezza, tutti appartenenti al corpo militare della
Guardia di Finanza, gestiscono in toto il sistema di
videosorveglianza e monitorano costantemente le visuali riprese
dalle telecamere in tempo reale. 10 antenne wireless 3WLan,
installate all’interno di altrettante lampade, sono in grado di
garantire il collegamento Wi-Fi bidirezionale tra la centrale
operativa interna e le pattuglie attive all’esterno del
palazzo.

“Soprattutto in occasione di manifestazioni, di fatto molto
frequenti, i nostri agenti si ritrovano impegnati in operazioni
cosiddette di ‘bonifica’ all’esterno del palazzo finalizzate
in primis alla protezione delle personalità ministeriali – da
effettuarsi sia a piedi, che all’interno dei nostri mezzi di
ricognizione – che comportano la necessità di risalire
rapidamente al proprietario di un determinato veicolo o alla
verifica dei dati anagrafici di passaporti e carte di identità.
Prima di installare i nuovi pali tecnologici, ci affidavamo a un
sistema Gsm i cui costi erano però molto elevati; il nuovo sistema
wireless ci garantisce spese di gestione molto più contenute a
fronte però di potenzialità di utilizzo molto più elevate”, ha
aggiunto Giancarlo Varvo, responsabile dell’Organo Centrale di
Sicurezza del Ministero.

La tecnologia di videosorveglianza a bordo dei furgoni di
ricognizione, equipaggiati anche di strumenti per la lettura delle
targhe, o i sistemi operativi incorporati all’interno dei palmari
(propriamente detti ‘explorer’) di cui sono dotate le pattuglie
a piedi, in prossimità dei pali dotate di antenna Wi-Fi, tramite
sistema di riconoscimento hanno la possibilità scambiare dati e
immagini con la centrale operativa all’interno del Ministero.
Collegandosi poi all’indirizzo IP abbinato a ciascuna telecamera,
le pattuglie esterne hanno la possibilità di vedere in tempo reale
le immagini registrate da una specifica telecamera.

Ciascun palo è poi dotato anche di un interruttore astronomico che
consente la gestione delle operazioni di illuminazione e di
videosorveglianza in maniera completamente autonoma e indipendente
l’una dall’altra. Mentre infatti il lampione si attiva al
crepuscolo e si spegne con le prime luci dell’alba, le telecamere
restano in funzione 24 ore su 24 e, a seconda della specifica
impostazione, sono in grado sia di registrare in modalità continua
che di attivarsi al verificarsi di un evento, ad esempio il
passaggio di un pedone o il rilevamento di un suono. Le telecamere
posizionate in prossimità degli accessi al Ministero sono in grado
di inviare allarmi in tempo reale all’interno della centrale
operativa o di gestite i sistemi di apertura e di chiusura dei
dissuasori antisfondamento nel terreno grazie a un sistema di
letture delle targhe delle autovetture.

“A latere del progetto realizzato con Ghisamestieri, ci siamo
affidati alla tecnologia di Mobotix anche per altre tipologie di
esigenze, sempre ovviamente attinenti alla sicurezza del Ministero:
36 telecamere M24 sono già state installate sul terrazzo del
palazzo per il controllo di possibili attacchi tramite ad esempio i
condotti di condizionamento a quella che in gergo viene definita
‘Sala Tempest’, una sala completamente asettica per la
protezione delle comunicazioni all’interno del ministero. Di
fatto, la centrale operativa posizionata all’interno del
Ministero, controlla da remoto le riprese di oltre 1.600 telecamere
installate in punti strategici della città, col supporto di
piccole sale di controllo posizionate a livello locale”, ha
concluso Varvo.

Le lampade a muro installate a Roma si inseriscono in un progetto
più ampio, dove qualsiasi palo per l’illuminazione può
potenzialmente trasformarsi in un concentrato di tecnologia.
Battezzato ‘Genius’ dai suoi ideatori, qualsiasi sia il suo
design o la sua forma estetica, ciascun palo è in grado di
trasformarsi in una vera e propria centrale di sicurezza integrata
perfettamente, da un punto di vista estetico e urbanistico,
all’interno dell’arredo cittadino. Dotate di microfoni e
altoparlanti altamente performanti, possono mettere in
comunicazione i cittadini con le centrali operative delle forze
dell’ordine o di pronto soccorso tramite appositi pulsanti
posizionati alla base del palo o attraverso l’implementazione di
un sistema di identificazione tramite Rfid o banda magnetica.

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