L’intelligenza artificiale agentica sta rapidamente trasformando l’architettura e la gestione delle reti di telecomunicazione, imponendo nuovi standard in termini di latenza, resilienza, sicurezza e controllo dei costi. Una sfida cruciale per gli operatori della filiera delle Tlc, che Cisco – tra i leader mondiali nel settore delle infrastrutture digitali – ha deciso di affrontare con una strategia a tutto campo.
In questa intervista a CorCom, Gordon Thomson, Senior Vice President Service Provider Emea di Cisco, illustra come l’evoluzione delle reti passi oggi attraverso l’integrazione di AI avanzata, manutenzione predittiva, gestione autonoma delle operations e visibilità end-to-end.
Dalla convergenza tra layer ottico e IP al lancio della piattaforma Agile Services Networking, fino agli sviluppi nel quantum networking e alle nuove partnership per l’AI come Stargate UAE, Cisco punta a rispondere in modo proattivo alla domanda crescente di connettività intelligente, guidata dalla digitalizzazione e dall’esplosione del traffico dati.
Thomson, con l’espansione dell’intelligenza artificiale e l’aumento della complessità del traffico dati, come sta Cisco aiutando gli operatori telco a garantire la sicurezza di reti sempre più aperte?
Il cambiamento più significativo a cui stiamo assistendo è l’emergere dell’AI agentica. A differenza dell’approccio tradizionale, l’agente AI non interroga un solo punto per ottenere dati, ma molteplici fonti in simultanea, ricevendo risposte in tempo reale. Questo comporta un cambiamento sostanziale nei flussi di traffico di rete, che devono essere progettati per supportare questa nuova dinamica. Pur essendo solo agli inizi, già possiamo osservare già un cambiamento del 5-10% dei flussi determinato da questa nuova architettura. Questo a sua volta impone di prestare la massima attenzione a queste tre priorità: garantire reti ad alta disponibilità e bassa latenza, gestire la sicurezza sull’intero flusso di traffico contenere i costi operativi, compresi quelli energetici. Cisco ha risposto a queste necessità con il lancio di Agile Services Networking: abbiamo introdotto nuove capacità nei router – fino a 800 Gbps – per offrire maggiore velocità, efficienza e visibilità. Inoltre, stiamo convergendo i layer IP e ottico: grazie a ricetrasmettitori ottici inseriti direttamente nei router, possiamo semplificare la rete, ridurre i consumi e prepararci alla rivoluzione dell’AI.
Hai sottolineato anche il tema della sicurezza e della gestione operativa…
Dal punto di vista della sicurezza, l’AI è uno strumento formidabile anche per i criminali informatici. Occorre quindi un ecosistema integrato di soluzioni in grado di monitorare ciò che viene richiesto, da dove vengono i dati, se le fonti sono sicure e se il traffico di ritorno è compromesso. È un approccio olistico. Un ceo europeo mi ha confidato: “Ho 57 fornitori di sicurezza nella mia rete. Devo ridurli a tre che sappiano dialogare”. Questo è un esempio dei motivi per cui abbiamo lanciato Cisco Security Cloud e acquisito Splunk, la migliore piattaforma di osservabilità e ingestion dati sul mercato. Infine, in termini di gestione operativa, stiamo andando verso un modello di rete autonoma grazie all’AI, riducendo i costi e migliorando l’efficienza energetica. Alcuni operatori come Colt e Swisscom, attraverso la convergenza delle reti core IP e ottiche, hanno ridotto i consumi energetici fino all’80%.
Entrando nel dettaglio, quali sono i principali vantaggi che l’AI agentica offre agli operatori Telco?
Già oggi vediamo benefici concreti, anche se siamo ancora nella fase dell’automazione. Uno dei vantaggi principali è sicuramente un deployment più rapido e preciso delle reti: grazie alla modellazione AI, possiamo prevedere e prevenire problemi prima della messa in servizio. Valore aggiunto anche sul fronte della manutenzione predittiva dato che l’AI consente di identificare guasti imminenti, riducendo i downtime e migliorando l’affidabilità. Inoltre, durante eventi con picchi di traffico possiamo gestire dinamicamente i flussi per garantire ottimizzazione e in tempo reale e una buona esperienza utente. Ma il beneficio più interessante è un altro…
E sarebbe?
La possibilità di offrire servizi premium ai clienti grazie a garanzie di routing – per esempio evitare che i dati passino per certi Paesi e di fare sì che essi siano trasmessi seguendo percorsi “green”per minimizzare l’impronta carbonica, utili anche ai fini Esg. Si tratta di servizi possono essere monetizzati, contribuendo non solo all’efficienza ma anche alla crescita del fatturato.
Cisco, come sottolineato prima, ha introdotto l’Agile Services Networking. In che modo questa soluzione supporta le nuove esigenze legate all’AI, in particolare per l’edge computing e la data center interconnect?
Con questa soluzione abbiamo aumentato velocità e capacità fino all’edge della rete. Gli operatori stanno spostando l’intelligenza verso l’utente finale per garantire risposte più rapide e carichi distribuiti. Inoltre, il nostro router Cisco 8000, basato su Silicon One, consente interconnessioni ad altissima velocità e supporta la creazione di data center edge. Ma la vera svolta è la visibilità end-to-end. Grazie a tre acquisizioni – Thousand Eyes, Accedian e SamKnows – riusciamo a monitorare l’intero flusso dati, dal dispositivo dell’utente al cloud, passando per la rete dell’operatore. È un vantaggio enorme in termini di qualità del servizio, tracciabilità e nuove offerte (come il percorso green o geo-specifico del traffico).
Stiamo parlando di un vero e proprio cambio di paradigma guidato dall’AI agentica. Quali saranno gli elementi più “rivoluzionari”?
L’evoluzione si muove chiaramente verso l’AI agentica. Sarà rivoluzionaria per la customer experience, perché permetterà di anticipare il motivo del contatto e fornire risposte precise, anche senza intervento umano. Oltre al customer care, l’AI sarà fondamentale per rafforzare la cybersecurity. Le aziende dovranno imparare a usarla non solo per difendersi, ma per costruire un’infrastruttura più resiliente. Infine, l’AI permetterà di creare ecosistemi collaborativi, dove più aziende cooperano in modo più armonico e informato per costruire soluzioni innovative e scalabili. Tutto ciò porterà nuove opportunità di crescita.
Oltre all’AI agentica, Cisco è impegnata anche sul fronte del quantum networking: avete appena lanciato un chip ad hoc. Quali sono le sfide tecniche principali?
Il quantum networking è ancora difficile da comprendere appieno. Permette, in teoria, di trasferire un dato da un dispositivo all’altro senza passare dalla rete tradizionale. È certamente una frontiera affascinante, ma ci sono sfide importanti da affrontare, tra cui la scalabilità, l’interoperabilità e la sicurezza. A mio avviso, non ha senso creare un collegamento punto-punto tra due dispositivi se non si può estendere a molti. Per questo abbiamo aperto i Quantum Labs a Santa Monica: per collaborare con università e aziende e sviluppare applicazioni pratiche, sicure e scalabili. Il nostro chip di entanglement è una grande innovazione, ma serve un ecosistema di ricerca e sviluppo condiviso.
Di recente stiamo assistendo a un boom degli investimenti tecnologici in Medio Oriente. Cisco ha avviato una partnership con G42 per il campus Stargate. Cosa rende questa regione così attrattiva per l’innovazione AI?
Il vero motore è lo spirito di partnership. In Medio Oriente c’è una forte consapevolezza: da soli non si cambia il mondo. Bisogna collaborare con i migliori attori globali per costruire ciò che da soli non si potrebbe. Il progetto Stargate negli Emirati Arabi è un esempio perfetto: Cisco, Nvidia, Oracle, OpenAI, G42 e altri stanno lavorando insieme con forti investimenti per cambiare le regole del gioco nell’AI. Non è solo un’infrastruttura locale: sarà replicata anche negli Stati Uniti e altrove. È un modello globale di innovazione collaborativa, ed è per questo che siamo entusiasti di partecipare.