L’editoriale

Tlc, i tempi biblici dell’Europa che si perde nelle chiacchiere



Indirizzo copiato

La strategia Ue sulla competitività altro non è che un documento programmatico e per l’approvazione del Digital Networks Act bisognerà aspettare fine anno, se tutto va bene. E non si sa nemmeno dove si andrà a parare concretamente. Fondi aggiuntivi per la banda ultralarga? Le big tech dovranno contribuire agli investimenti?

Pubblicato il 31 gen 2025



standard ETSI tlc

La Commissione europea ha pubblicato il Competitiveness Compass, un corposo documento che indica la via da seguire per recuperare terreno sull’innovazione e ridurre i gap con Usa e Cina. Un documento interessante da leggere ma al momento le tante idee non sono che desiderata. Praticamente un dejà-vu rispetto alla linea tracciata da Mario Draghi nel rapporto sulla competitività presentato mesi fa e a cui il documento europeo non aggiunge molto. Bisogna favorire lo sviluppo di startup e scaleup, spingere gli investimenti nelle tecnologie più all’avanguardia, a partire dall’intelligenza artificiale, semplificare le regole. Tutte cose già dette e stradette. Per non parlare della questione delle infrastrutture a banda ultralarga.

Tante parole pochi fatti

È necessario accelerare, si ma come e soprattutto quando? Nel documento si accenna al Digital Networks Act, la strategia di cui si discute da mesi. E per passare dal dire al fare ce ne vorranno altrettanti considerato che stando a quanto si legge il documento definitivo verrà elaborato entro l’anno. Tempi praticamente biblici al confronto con l’execution americana e cinese. Il neo presidente Usa Donald Trump è entrato a gamba tesa nel dibattito sulla net neutrality e si prepara a scardinare le regole della precedente amministrazione spianando la strada ai colossi delle Tlc che anche oltreoceano sentono sul dorso il peso delle big tech che “affollano” sempre più le reti. E in Europa la questione è ancor più seria se si considera la frammentazione regolatoria e industriale (decine di operatori che non riescono più a generare ricavi). Per non parlare del dibattito sul fair share, per ora chiacchere senza venirne a capo. La nuova Commissione europea ha intenzione di prevedere davvero un contributo a carico delle big tech? In che forma e in che sostanza? Al momento tutto tace. E non è affatto un buon segno.

La nuova geopolitica delle Tlc

Nel frattempo le big tech in questione si stanno facendo sempre più strada nel mercato delle Tlc: la nuova geopolitica passa dal dominio spaziale e sottomarino. Nel primo sono Musk e Bezos a giocarsi la partita mentre l’Europa lavora lentamente a una propria costellazione satellitare. Nel secondo Google & co vantano all’attivo una quantità di progetti da far spavento. Ma in Europa ci si continua a concentrare sui “passetti” che si fanno sulla copertura in fibra e 5G e su quest’ultimo fronte siamo stati capaci di perdere il vantaggio competitivo che avevamo conquistato grazie alla presenza di “campioni” che il mondo ci invidia ma che l’Europa non ha saputo valorizzare.

guest

0 Commenti
Più recenti
Più votati
Inline Feedback
Vedi tutti i commenti

Articoli correlati

0
Lascia un commento, la tua opinione conta.x