DISTRIBUZIONE

E-commerce, la crescita in Italia passa dall’investimento in logistica

La presenza sul mercato con depositi dedicati è un fattore critico di successo. Le prestazioni di servizio al cliente sono fortemente influenzate dalle scelte di assetto della rete distributiva. L’analisi di Alessandro Perego e Riccardo Mangiaracina, Politecnico di Milano

Pubblicato il 29 Gen 2016

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La logistica distributiva è senza dubbio un fattore critico di successo per una iniziativa di e-commerce che vende prodotti. Le principali prestazioni di servizio al cliente, prima fra tutti il tempo ciclo ordine-consegna, sono infatti fortemente influenzate dalle scelte di assetto della rete distributiva: tipologia di magazzini (con scorta o punti di transito), numero e localizzazione.

Ne sono ben consapevoli i merchant – sia italiani sia stranieri – che operano nel nostro paese. Se consideriamo i primi 20 operatori che vendono online prodotti in Italia, la soluzione prevalentemente adottata è quella di un deposito con scorta localizzato nel centro nord (Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, nell’ordine le regioni con il più alto numero di strutture distributive per l’eCommerce). In questo modo si riesce a garantire un tempo di consegna di 24-48 ore in tutta Italia ad esclusione delle isole e delle aree difficilmente raggiungibili (ad esempio piccoli comuni montani).

Rispetto al caso “medio” riscontriamo delle eccezioni, sostanzialmente condizionate dal livello di servizio che si vuole erogare:

operatori che hanno deciso di servire con tempi di consegna particolarmente ridotti – qualche ora – e con finestre di consegna molto “strette” le singole città (ad esempio Amazon con il servizio prime now o Esselunga con la consegna in fasce orarie) hanno dovuto attivare delle strutture distributive dedicate a singole aree urbane. Per ridurre il tempo ciclo e consentire la consegna in poche ore o nello stesso giorno, servono quindi tanti magazzini quante sono le aree urbane che si vogliono servire.
operatori per cui il tempo ciclo ordine consegna non è così rilevante perchè puntano su altri elementi come il prezzo (è il caso dei siti delle vendite private) o la gamma (è il caso di alcuni operatori solo online dell’informatica ed elettronica di consumo). In questi casi per una parte più o meno significativa della gamma prodotti l’operatore non ha scorte proprie, ma il magazzino funge da solo punto di transito e l’ordine viene evaso a partire dai magazzini dei fornitori. In questo caso il passaggio presso il punto di transito avviene per preparare l’ordine o per accorpare pezzi destinati allo stesso cliente che arrivano però da fornitori differenti.

Chi vuole operare con una certa convinzione in Italia non può comunque prescindere dall’avere una struttura dedicata al nostro Paese. Ne è una testimonianza proprio Zalando, che dopo aver servito l’Italia dal suo magazzino tedesco, ha deciso di attivare una struttura logistica anche sul nostro territorio. Per un operatore nel comparto dell’abbigliamento, la presenza sul mercato servito è molto importante anche per gestire in maniera efficiente i resi, che possono pesare diverse decine di punti percentuali sul totale dei pezzi consegnati a casa del cliente.

* Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

** Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano

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