CEBIT 2017

Virtual reality, il risveglio del “gigante dormiente”

Tra gli stand della fiera in corso ad Hannover c’è fermento attorno alla realtà virtuale, terreno di prova per un gran numero di startup e di colossi dell’hi-tech. Così una delle tecnologie da anni in decollo potrebbe esplodere e diventare il grande business del futuro

Pubblicato il 22 Mar 2017

Antonello Salerno

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Finora la realtà virtuale è stata considerata dagli addetti ai lavori come il “gigante dormiente” nel campo delle nuove tecnologie: molto in voga tra i tecnici e gli studiosi, ma ancora lontana dal successo commerciale. Girando tra gli stand del Cebit 2017, la fiera del digitale in corso da lunedì ad Hannover, è evidente come questo gigante inizi a dare importanti segni di risveglio, tanto tra le startup quanto tra i big dell’hi-tech. Tutti impegnati a esporre, a partire dal Giappone, country partner dell’edizione 2017, le nuove possibilità di virtual e augmented reality.

Il più importante “squillo di tromba” risale ai mesi scorsi, riguarda la realtà aumentata ed è diventata un caso: si tratta di Pokemon go, il gioco che ha appassionato milioni di persone in tutto il mondo dando vita tramite gli smartphone a una caccia ai personaggi del cartone animato giapponese nella vita e nei luoghi frequentati tutti i giorni dagli utenti. Ma al di là delle applicazioni “ludiche”; sulla realtà virtuale stanno ormai investendo, tra gli altri, compagnie del calibro di eBay, Facebook, Google, Sony. Ad esempio, Ebay con “Sight Search”, il primo store totalmente virtuale nel quale i consumatori possono utilizzare degli occhiali speciali per sposarsi tra gli scaffali, o Google che è al lavoro per consentire agli utenti di esplorare luoghi reali con una user experience immersiva. Tutti strumenti che potrebbero contribuire a far diventare la realtà virtuale un fenomeno commerciale di successo, cambiando il modo in cui le persone faranno shopping, entreranno in contatto tra loro e percepiranno il mondo. Un assaggio di questa rivoluzione si può toccare con mano tra gli espositori del padiglione 17 e nell’area dedicata alle Startup, il padiglione 11.

Tra i protagonisti di queta tecnologia c’è Ntt group, la società giapponese che, tramite visori e un paio di guanti, consente ai visitatori di provare azioni di gioco di football: alle sensazioni visive si aggiungono quelle tattili del contatto con la palla ovale o con gli avversari. “Questo è il più avanzato sistema di realtà virtuale al mondo”, spiega Kazunari Moriuchi, vice president di Ntt. Il claim utilizzato dal Giappone per la fiera nella capitale della Bassa Sassonia è il concetto di “Society 5.0”, e a darne una lettura è Hiroo Unoura, presidente di Ntt: “Per noi è fondamentale che ogni divisione della nostra azienda – spiega – partecipi all’obiettivo di creare nuovi modelli di business e nuovi sistemi nei campi più differenti”.

“La prima cosa da chiedersi è se si ha davvero bisogno della realtà virtuale per raggiungere i propri obiettivi di business”, afferma durante il proprio intervento all’Hackvention, organizzata nel padiglione 17, Ivan Mathy, designer ambienti interattivi nel campo della virtual reality. Il tema è che troppo spesso le aziende investono in questo campo soltanto perché è un trend tecnologico di moda, ma senza avere ben presenti gli obiettivi. Poi un esempio concreto: “Dovreste provarlo per crederlo, ma vi assicuro che una riunione in realtà virtuale dà risultati molto migliori di una tradizionale, grazie ache al fatto che offre la possibilità di leggere il ‘body language’, cambiando così il modo di interagire”. Tra i vantaggi per il business della realtà virtuale Mathy cita nel suo intervento la possibilità di dare vita a modelli di comunicazione “più personali”, di creare nuove esperienze nel campo delle vendite, di dare vita a esperienze e possibilità totalmente nuove nel campo della medicina, oltre che a nuovi utilizzi tutti da esplorare nel campo dell’intrattenimento, dell’arte, nonché in campo militare.

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