AGENDA DIGITALE

Comuni in ritardo, slitta lo switch off dell’e-payment

Rinviata a fine 2016 la data entro cui si potranno accettare solo pagamenti elettronici. Al 31 dicembre 2015 le amministrazioni avranno solo l’obbligo di aderire al sistema “PagoPA”. Troppe inadempienze negli enti pubblici

Pubblicato il 21 Set 2015

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I ritardi degli enti locali, nell’attrezzarsi per accettare pagamenti elettronici, rendono impossibile rispettare la scadenza di legge del 31 dicembre 2015 e così l’Agenzia per l’Italia Digitale ora concede tempo fino al 31 dicembre 2016. Un anno in più.

Una decisione che l’Agid ha preso suo malgrado e ha comunicato stamattina in un incontro con le amministrazioni centrali (presso il Dipartimento della Funzione Pubblica).

Una nota dell’Agid riferisce infatti che l”‘odierno incontro con le pubbliche amministrazioni centrali ha permesso di condividere le altre attività legate alla strategia di Crescita digitale, come la definizione di tempi e modalità di adesione alla piattaforma dei pagamenti elettronici “Pago PA”. Tutte le pubbliche amministrazioni infatti, entro il 31 dicembre 2015, dovranno aderire alla piattaforma. Entro dicembre 2016 sarà obbligatorio per le PA procedere all’attivazione del servizio, per permettere a cittadini e imprese di effettuare qualsiasi pagamento verso la PA e i gestori di servizi pubblici in modalità elettronica, semplificando l’approccio e facilitando l’esperienza dell’utente”.

La norma primaria però chiedeva che i pagamenti fossero abilitati già entro fine di quest’anno, come scritto più volte. Agid ha dovuto però prendere atto dei ritardi di molti enti locali. Ad oggi hanno aderito alla piattaforma PagoPa solo 284 enti, di cui ben 268 sono ancora in fase di sperimentazione. Per altro quelli attivi sono perlopiù concentrati al Nord, principalmente in Toscana, Piemonte, Emilia Romagna, Marche. Al Sud, fatta eccezione per la Basilicata, nessuna Regione e o ente territoriale ha aderito al nodo.

Pesa anche l’assenza di sanzioni per gli inadempienti. Di qui la decisione di diluire in due fasi la scadenza di legge: al 31 dicembre 2015 solo l’adesione formale alla piattaforma; e poi un anno per il lancio di tutti i servizi (uno schema che ricorda quello della fattura PA).

S’intende che l’avvio dei servizi sarà progressivo, in questi mesi, e forse molti di quelli essenziali (quelli scolastici, per esempio) partiranno ben prima della scadenza di fine 2016.

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