IL PIANO

Industry 4.0, Potti: “Piano Ue, stavolta l’Italia si faccia trovare pronta”

Domani la presentazione delle strategie della Commissione europea. Il presidente Cnct di Confindustria servizi innovativi e tecnologici: “Previsti investimenti per 23 miliardi complessivi. Ma per spingere serve vincolare i Paesi a progetti precisi”

Pubblicato il 18 Apr 2016

Antonello Salerno

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“Domani Confindustria servizi innovativi e tecnologici sarà presente a Bruxelles, alla presentazione della strategia della Commissione Ue su Industry 4.0, con il direttore Luigi Perisic. Il tema ci sta particolarmente a cuore, ci aspettiamo che emerga un grande stimolo per industria 4.0, che in un momento in cui l’economia galleggia tra ipotesi di deflazione e di crescita dello zero virgola sarebbe un segnale importante”. A parlare, alla vigilia della presentazione del piano della Commissione Ue su Industry 4.0, è Gianni Potti, presidente del comitato nazionale di coordinamento territoriale di Confindustria servizi innovativi e tecnologici, che sottolinea come a questo appuntamento, con la previsione su scala Ue di un piano di investimenti da 23 miliardi di euro, di cui 5 di fondi pubblici e 18 provenienti da privati, “l’Italia dovrà farsi trovare preparata”. “Spero – prosegue – che oltre agli investimenti il piano preveda anche obblighi per i Paesi. Non posso fare a meno di notare che questo all’Italia ha sempre fatto bene. Servono regole certe di impegno e di ingaggio per i Paesi rispetto a Industria 4.0, se davvero si vuole accelerare”.

“Sulla partita della fabbrica 4.0 continuiamo ad accumulare ritardi, aggravati nelle ultime settimane, e lo dico senza nessuna intenzione polemica, dalle dimissioni del ministro Guidi – sottolinea Potti – In questo momento stiamo aspettando che il Governo riprenda il filo del discorso. Ma se già in partenza avevamo un ritardo di 3-4 anni rispetto alla Germania, il rischio è che questo divario se non si agisce in fretta continui ad aumentare”.

Ma non ci sono soltanto gli aspetti negativi: “Nell’ultimo anno è stata fatta tanta strada – conclude Potti – Se all’inizio su questa materia eravamo profeti, e in pochi ci ascoltavano, negli ultimi tempi il tema di Industry 4.0 è entrato nelle agende della politica, senza dimenticare che sia l’ex presidente uscente di Confindustria Squinzi che il neo eletto Boccia su questi temi hanno dimostrato impegno e sensibilità”.

Secondo le indiscrezioni che sono circolate finora i fondi che l’Europa metterà a disposizione andranno a confluire in una strategia coordinata mirata a favorire la digitalizzazione del settore manifatturiero nel continente, uno degli obiettivi da cui passa per il futuro la competitività dell’Europa e il digital single market.

Nelle intenzioni della Commissione europea c’è la scelta di dare un’accelerata decisa, all’interno della quale tutti i 28 Stati membri potranno adeguarsi a seconda delle proprie caratteristiche per contribuire al progetto di crescita comune, facendo in modo che percentuali crescenti dell’european fund for strategic investments, che finora avevano riguardato per più del 50% il solo settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, possano allargarsi al digitale per coinvolgere in maniera più diretta anche gli altri campi di applicazioni del digitale. Questo rendendo eventualmente possibili “alleanze” tra imprese che provengono da settori produttivi differenti ma che potrebbero avere interesse a sviluppare progetti digitali comuni.

Tra le misure che faranno parte del pacchetto che la Commissione Ue si accinge a presentare, compaiono misure per costruire o ampliare i sistemi per l’analisi dei dati, per potenziare l’utilizzo dei servizi di cloud e di high performance computing tra le Pmi, per rendere prioritaria la creazione di standard comuni e stabilire un ambiente operativo unico per l’Internet of Things.

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