LA PROPOSTA

Privacy, per Facebook & Co. giro di vite europeo in vista

Prevede multe fino al 2% del fatturato la bozza di legge choc presentata alla Commissione Ue. Chiesta la “portabilità” dei dati personali e un più rigido diritto all’oblio. Plauso del Commissario alla Giustizia Viviane Reding, ma la Industry Coalition for Data Protection va all’attacco: “Nessuna salvaguardia del business”

Pubblicato il 09 Gen 2013

Luciana Maci

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Facebook, Google e Microsoft rischiano di dover fare i conti con regole più dure sulla privacy nell’ambito dell’Unione europea se verranno accolti i suggerimenti proposti in un report del parlamentare europeo Jan Philipp Albrecht. Il politico tedesco, proveniente dalle file dei Verdi, ha infatti diffuso un testo contenente 350 emendamenti alla bozza di legge sulle regole per la protezione dei dati alla quale sta lavorando la Commissione europea con l’intenzione di aggiornare una legislazione risalente al 1995.

Albrecht intende limitare la possibilità per le aziende di usare e vendere dati alle agenzie pubblicitarie all’insaputa dei possessori dei suddetti dati. Propone inoltre che i social networks consentano agli utenti di spostare le informazioni “da una piattaforma a un’altra” e ottenere gratuitamente tutti i loro dati personali di cui le società sono in possesso.

Scendendo nel dettaglio del report, l’europarlamentare ribadisce che i formulari di rito con cui si chiede l’autorizzazione alla gestione dei dati personali non esprimono veramente un libero consenso; preme per un “diritto all’oblio” ancora più efficace; sostiene la necessità di una circostanziata definizione di “dati anonimi”; e suggerisce un compromesso sul concetto di “legittimo interesse”, ovvero la possibilità per le aziende di elaborare dati personali senza permesso nei casi in cui le ragioni per farlo prevalgano in qualche modo sul diritto alla privacy.

Se le proposte di Albrecht fossero accolte, gli organismi per la protezione dei dati dell’Unione europea potrebbero, per la prima volta nella loro storia, multare le società negligenti con cifre equivalenti al 2% del loro fatturato internazionale. Finora la sanzione più elevata inflitta da un ente regolatorio della Ue sono stati i 100.000 euro richiesti dai francesi nel 2011 a Google per la raccolta non autorizzata di informazioni personali per il servizio di mappe Street View.

Il report di Albrecht sarà preso in esame dagli altri europarlamentari in vista dei colloqui sulle future, nuove regole con i vari governi della Ue, colloqui che potrebbero iniziare alla fine di giugno. La bozza di legge che intende aggiornare le regole sulla privacy nella Ue necessita dell’approvazione del parlamento europeo e dei singoli governi dell’Unione prima di diventare operativa.

Il cammino sembra ancora lungo, eppure le proposte del politico tedesco hanno immediatamente suscitato reazioni numerose e contrastanti.

Viviane Reding, Commissario europeo alla Giustizia che nel gennaio 2012 ha elaborato le originarie proposte della Commissione per l’aggiornamento della normativa sulla privacy, ha definito il report di Albrecht “un sostegno all’obiettivo della Commissione di rafforzare le regole per la protezione dei dati in Europa”. Accoglienza favorevole anche dall’europarlamentare greco Dimitrios Droutsas, che però suggerisce qualche piccolo cambiamento. Molto critico, invece, un altro europarlamentare, Alexandro Alvaro.

Tra i maggiori oppositori delle proposte c’è l’Industry Coalition for Data Protection (Icdp), che raggruppa 15 associazioni industriali tra i cui membri spiccano Google e Microsoft. “Il rapporto ha perso l’occasione – è scritto nel loro comunicato – di riconciliare l’effettiva salvaguardia della privacy con le regole che tutelano la gestione del business, entrambi diritti fondamentali in base alla legislazione della Ue”.

Critico anche l’Edri, European digital rights group. “Albrecht – sostengono – ha cercato di migliorare le iniziali proposte della Commissione e di raccogliere le molte preoccupazioni sollevate dai suoi colleghi, ma il testo che ne risulta è un mix di tentativi di ottenere miglioramenti in positivo e ricerca di un compromesso”.

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