LA NUOVA COMMISSIONE

Quintarelli: “Agenda digitale, ora un interlocutore unico”

Il deputato di Scelta Civica spiega al Corriere delle Comunicazioni perché sarebbe utile una commissione ad hoc in Parlamento: “Una struttura con poteri specifici potrebbe fare da driver di accelerazione. Le leggi vanno adeguate con tempestività ai cambiamenti tecnologici”

Pubblicato il 20 Nov 2013

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“Serve una commissione permanente ad hoc sull’Agenda digitale, perché i ritardi sull’attuazione dipendono in larga parte anche dall’organizzazione interna delle Camere”. Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e membro della Commissione Trasporti e Tlc della Camera, spiega al Corriere delle Comunicazioni perché ha firmato la proposta di modifica di regolamento per istituire alla Camera la XV commissione, presentata da Paolo Coppola (Pd).

Quintarelli perché, a suo avviso, serve una commissione sull’Agenda?

Per due motivi, entrambi importanti. Il primo è che le competenze sull’Agenda sono frammentate fra più commissioni – Tlc e Trasporti, Cultura, Affari costituzionali tanto per citarne alcune. E tale frammentazione è alla base di molti dei ritardi di cui soffre l’Italia.

Il secondo motivo?

La mole di lavoro che investe le commissioni e che le porta ad occuparsi di innovazione in maniera residuale. Prendendo come esempio la commissione Trasporti e Tlc della Camera, questa si occupa per 6/10 dei trasporti, per 3/10 di Poste e per 1/10 di Tlc. E io dico che lo fa anche “a ragione”, dato che si tratta di temi anch’essi strategici. In questo contesto credo sia importante sgravare le commissioni dal lavoro sull’Agenda e dirottarlo su un organo specifico che abbia il tempo di gettare uno sguardo al futuro. Tra l’altro, il fattore tempo è fondamentale quando si parla si innovazione.

In che senso?

Le tecnologie si trasformano a velocità rapidissima e non aspettano certo i tempi della burocrazia parlamentare che spesso determina un rimpallo di progetti da una legislatura a quella successiva. Una commissione con poteri specifici potrebbe, invece, essere un driver di accelerazione, adeguando con tempestività le leggi ai cambiamenti tecnologici. Inoltre potrebbe essere un interlocutore di riferimento unico per l’Agenzia per l’Italia Digitale e uno strumento di supporto per le altre commissioni.

In questo periodo si fa un gran parlare di un taglio ai costi della politica e di guerra agli sprechi. Non teme che vi si accusi di volerli, invece, alzare questi costi con la creazione di un altro organo parlamentare?

Guardi, il tema degli sprechi non riguarda certo l’attività parlamentare, semmai il cattivo uso delle risorse pubbliche che è un aspetto ben diverso. Al contrario, la nuova commissione permetterebbe al Parlamento di lavorare meglio, sgravando laddove serve e accelerando su un tema strategico, come quello del digitale, con effetti benefici sulla crescita e sull’occupazione del Paese.

Dopo la presentazione della proposta di modifica di regolamento cosa potete fare concretamente per accelerare i tempi?

Purtroppo nulla dato che dell’attuazione delle modifiche si occupa la giunta per il Regolamento della Camera. Mi auguro che nella prossima riunione la giunta decida di proseguire sulla strada dell’istituzione della commissione sull’Agenda digitale.

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