Telco vs Ott: sul tavolo della Kroes 11 “azioni” a favore delle Ngn

“Paghi anche Google”, è il messaggio messo nero su bianco nel documento in cui si punta ad una “fee” a carico degli over the top per sostenere gli investimenti nelle nuove reti. Domani la proposta sarà sottoposta al vaglio della Ue

Pubblicato il 12 Lug 2011

Sarà sottoposta domani alla Commissione europea la richiesta di
autorizzare gli operatori europei a esigere un pedaggio alle
aziende web come Google. Il documento, di cui il
Corriere delle Comunicazioni ha potuto visionare in anteprima porta
la firma dei ceo di Deutsche Telekom, Vivendi e Alcatel-Lucent.

L’occasione sarà il summit organizzato dal commissario Neelie
Kroes con i più importanti Ceo delle tlc e delle internet company
che fa seguito all'incontro di marzo durante il quale il
Commissario all'Agenda digitale aveva lanciato l’allarme
sottolineando che l’Europa rischia di non raggiungere gli
obiettivi dell’Agenda Digitale 2020, quanto a copertura della
fibra ottica nelle case (Ngn, Next generation network). La Kroes
aveva quindi chiesto a quei tre ceo di redigere un rapporto per
illustrare il problema e indicare soluzioni. Il documento “How to
achieve the 2020 Digital Agenda targets” rappresenta la risposta
alla richiesta del Commissario e traccia in 11 punti le misure
necessarie per spingere il mercato e velocizzare il raggiungimento
degli obiettive Ue.

Per incoraggiare gli investimenti degli operatori in Ngn (pari a
300 miliardi di euro, secondo le previsioni di McKinsey) – si legge
nel testo – bisogna permettere loro di seguire nuovi modelli di
business. Inclusa la possibilità di chiedere un pedaggio ai
fornitori di contenuti. In particolare, “gli obiettivi
dell’Agenda Digitale saranno raggiunti solo con modelli di
business sostenibili e un uso più efficiente delle risorse
scarse”.

L’Europa dovrebbe promuovere la differenziazione del traffic
management per spingere l’innovazione e nuovi servizi e
soddisfare la richiesta di diversi livelli di qualità. Ma
bisognerebbe preservare l’esistenza di un livello di
“best-effort” per fornire contenuti e servizi agli utenti, si
legge pure nel rapporto. Ci dovrebbe essere un solo framework di
regole europee, si legge nel documento.

I modelli di business- consigliano inoltre i tre ceo- devono
basarsi su accordi commerciali, rispettando i principi
dell’apertura e della non discriminazione. L’Europa dovrebbe
eliminare le barriere all’investimento in Ngn promuovendo misure
che stimolino la domanda, riducano il rischio di investimento e i
costi di sviluppo. “C’è un bisogno immediato che l’Europa
promuovi standard aperti e interoperabili per interconnessioni
Quality of Service IP-Based”.

Non sono consigli inediti, quello che colpisce è il contesto: in
un rapporto richiesto da Kroes per raggiungere gli obiettivi
dell’Agenda, si sposano le tesi storiche degli operatori. Segno
che la battaglia politica, per il passaggio alle Ngn, ancora non ha
portato a un accordo tra le istanze degli operatori e quelli degli
over the top. La Commissione ad oggi ha preferito non prendere una
posizione precisa, ha deciso di lasciar fare al mercato;
riservandosi però di intervenire qualora eventuali politiche di
traffic management da parte degli operatori compromettano
concorrenza e innovazione.

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