EUROPEAN DIGITAL AGENDA ASSEMBLY

Nga, la Ue a caccia di un business model

La prima giornata della European Digital Agenda Assembly ha acceso i riflettori sul tema degli investimenti nelle nuove infrastrutture. Tutti concordi sulla necessità di spingere il roll out, ma le incognite sono ancora troppe

Pubblicato il 21 Giu 2012

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Lo sviluppo delle connessioni high-speed in Europa: molte prospettive, altrettante incognite. E’ il doppio spartito attorno al quale ha ruotato uno dei workshop più gremiti, e dibattuti, della prima giornata di lavori targata European Digital Agenda Assembly, l’iniziativa ospitata dal Parlamento europeo e giunta quest’anno alla seconda edizione. Scaglionati su più panel, gli speaker hanno intrecciato idee e proposte sul noto e ormai quasi esistenziale dilemma che incalza sempre di più le reti di nuova generazione: quello degli investimenti.

“Al momento non ci sono soldi a sufficienza nel settore delle Telco per sostenere finanziariamente lo sviluppo delle NGA”, ha ammesso Gerard de Graaf, Direttore per le politiche di comunicazione elettronica in Commissione europea, sugellando un dibattito che per tutta la mattinata era andato avanti ad esplorare il tema della riduzione e razionalizzazione dei costi.

Più comprensivo il quadro tracciato da Gabrielle Gauthey, vice-presidente del settore Public Affairs di Alcatel-Lucent: “C’è una guerra in corso per gli investimenti, e altri settori come quello dell’energia e dei trasporti intercettano sempre di più flussi di finanziamenti a discapito delle NGA”. Traduzione: bisogna trovare modelli d’investimento che “facciano apparire le reti di nuova generazione più attraenti agli occhi dei grandi capitali privati”. Cosa non semplice. Ma “in gioco c’è ormai l’intera elettrificazione dell’Europa” ha lanciato l’allarme la Gauthey.

“Investire nelle NGA non è solo essenziale per lo sviluppo dell’economia europea. Il punto è che l’esplosione del traffico dati esige infrastrutture adeguate” ha concluso la rappresentante di Alcatel-Lucent.Sulla stessa lunghezza d’onda l’eurodeputata francese Catherine Trautmann: “i costi degli investimenti sono sì enormi, ma quelli di un mancato aggiornamento delle reti sarebbero ben superiori”.

La risposta delle istituzioni europee è ancora lenta, forse tardograda. Lo indicano gli stessi rappresentanti della Commissione intervenuti al workshop. “Molte persone qui non hanno la pazienza di aspettare. Il processo decisionale europeo è lungo” ha commentato Anna Krzyzanowska della Direzione Generale INFSO difendendo la lentezza dei negoziati tra Consiglio e Parlamento sull’approvazione del pacchetto Connecting Europe Facility.

Ma la verità è forse che “la Commissione non è stata efficace nel comunicare le proprie politiche” s’è giustificato De Graf. Il lavoro dell’esecutivo di Bruxelles sulle NGA dovrebbe comunque intensificarsi seguendo quattro direttrici: incentivi alla competizione, più politiche per incoraggiare gli investimenti, un utilizzo degli strumenti finanziari più intelligente (BEI, fondi strutturali, le stesse risorse della Connecting Europe Facility) e, soprattutto, maggiore attenzione alla promozione delle nuove reti presso i consumatori. Di fronte a molte battute e critiche già sentite e ribadite altrove, la vera notizia annunciata da De Graf è che “la Commissione dovrebbe pubblicare in esteso le proprie proposte al riguardo nelle prossime due settimane”.

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