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Telecom-3, addio al matrimonio

“Non ci sono elementi necessari per avviare un negoziato”, rende noto Telecom Italia a seguito del cda odierno. Lo sconcerto di Asati: “Ora basta, serve una svolta”

Pubblicato il 04 Lug 2013

Federica Meta

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Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, riunitosi oggi sotto la presidenza di Franco Bernabè, ha esaminato le risultanze dei contatti intercorsi con Hutchison Whampoa in merito alla possibile operazione di integrazione con 3 Italia. “In base alla relazione del management sulla conclusione del confronto con la controparte – spiega una nota – il Cda ha preso atto che, allo stato, non ci sono gli elementi necessari per avviare un negoziato.

La decisione non piace da Asati che “prende atto, con apprensione, delle determinazioni di oggi, con un nulla di fatto, ancora una volta al quanto distanti rispetto alle indispensabili e urgenti decisioni da assumere”.

“Negli ultimi anni la società ha fatto fronte a pesanti impegni finanziari, fiscali e normativi (decine di miliardi di euro) che sono stati scaricati sugli azionisti e sui dipendenti – sottolinea il presidente dei piccoli azionisti, Franco Lombardi – Ne hanno beneficiato di contro le banche, lo Stato e i clienti, con politiche di prezzo non sempre adeguate”. Secondo Asati “è urgente una svolta decisiva per recuperare credibilità e fiducia attraverso il rafforzamento patrimoniale e l’adozione di misure che rendano contendibile l’azienda anche sotto l’aspetto della governance”.

Contestualmente Asati, tenendo conto delle criticità dell’azionista di riferimento Telco “chiede con forza che in occasione dell’esame dei risultati del primo semestre (cda del 4 agosto 2013) decida la convocazione di una assemblea straordinaria dei soci da tenersi entro ottobre per modificare lo statuto sociale attuale che, con l’assegnazione dei 4/5 dei consiglieri all’azionista di controllo rende la società ingestibile come dimostrano i fatti a consuntivo”. Nella stessa Assemblea – chiede Asati – dovrà essere valutato, analizzate le enormi criticità attuali, in attesa anche del consuntivo del secondo trimestre 2013 anche l’eventuale anticipo della scadenza del Cda. Inoltre chiede di definire operativamente la costituzione della New-co, con una significativa presenza dello Stato, in nesso allo scorporo parziale della rete “atto costitutivo da varare subito, in via autonoma e successivamente concludere il negoziato con Agcom per fare approvare una normativa congrua e in armonia con quanto l’Europa definirà in questo mese di luglio”.

“Tenuto conto infine delle note difficoltà dell’attuale azionista di controllo Telco, e dell’andamento del titolo fortemente sottovalutato in parte a causa dei rumors di operazioni stop and go, Sawiris-Hutchinson Whampoa, sarebbe auspicabile l’ingresso di un nuovo forte socio industriale che non impedisca eventuali aggregazioni-fusioni comunitarie come ormai il modesto mercato renderà sempre più indispensabili”, prosegue Lombardi.

“Sarebbe anche da prendere in considerazione un eventuale allargamento del perimetro della rete di Opac, aggiungendo le centrali e la rete trasmissiva – conclude -. Alternativa residuale ma necessaria resterebbe un aumento cospicuo di capitale difficilmente sostenibile ma indispensabile, senza l’adozione di operazioni straordinarie, da parte degli attuali azionisti”.

Finisce così una trattativa partita ad arile quando i cinesi di H3G hanno inoltrato al gruppo italiano una memorandum of understanding nell’ambito del progetto di integrazione fra Telecom e 3 Italia. Nella proposta di memorandum of understanding inviata da Li Ka Shing, patron del colosso asiatico, al presidente Franco Bernabé, si suggeriva un’operazione più complessa che porti al conferimento di 3 Italia in Telecom ad un valore da definire, ma anche il passaggio della maggioranza relativa di Telecom stessa ad Hutchison Whampoa. Tramite gli advisor finanziari di Goldman Sachs, Li Ka Shing aveva fatto sapere che Hutchison Whampoa sarebbe stata disponibile a comprare per cassa un quantitativo di azioni per salire fino al 29,9% del capitale del gruppo, appena sotto la soglia dell’Opa. E proprio per valutare l’operazione Telecom Italia, l’11 aprile, aveva nominato un comitato di saggi formato dal presidente Franco Bernabè, da Luigi Zingales (indipendente), da Elio Catania, Gabriele Galateri e Julio Linares.

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