Operatori mobili virtuali

Fabrizio Bona: “Addio Bip Mobile, impossibile competere”

L’accusa dell’ex Ad, ora passato in Alitalia: “Situazione insostenibile, non c’erano i margini, le tariffe all’ingrosso degli altri operatori erano più alte di quelle al dettaglio”. Ribatte il fornitore Telogic: “Bip ci doveva 7-8 milioni di euro, riattiviamo le linee se ci presenta un piano di rientro”

Pubblicato il 02 Gen 2014

Alessandro Longo

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Il nostro giornale apprende che Fabrizio Bona ha già lasciato quattro mesi fa il posto di amministratore delegato nell’operatore mobile Bip che ora naviga in acque incerte (i 220 mila utenti sono senza linea da tre giorni) e adesso, da metà dicembre, è chief commercial officer di Alitalia.

La sua uscita da Bip ha il sapore di una fuga da una situazione insostenibile, in cui “era impossibile competere per noi. Ma in generale è molto difficile essere operatori mobili virtuali in Italia. A differenza di altri Paesi europei, da noi non è garantito un equilibrio tra i prezzi wholesale – che i virtuali pagano – e quelli al dettaglio fatti dagli operatori che offrono la rete”. “E’ successo che nel corso del 2013 gli operatori hanno dimezzato i prezzi al dettaglio, ma lo stesso non è successo con le tariffe che fanno pagare all’ingrosso ai virtuali. Impossibile fare margine in questa situazione”. Bona ricorda che ancora pende un’indagine dell’Antitrust su Tim, Wind e Vodafone, proprio su denuncia di Bip.

Bona, che è stato anche manager in Wind e Tim, lascia così il mondo delle telecomunicazioni. Senza rimpianti, a quanto pare, ma con un’accusa lanciata al mercato e alle istituzioni competenti: “in Italia non c’è una legislazione specifica a tutela dei virtuali, a differenza di altri Paesi”.

“La situazione di Bip era difficile anche negli ultimi mesi in cui c’ero io. Comunque sono senza parole per la decisione di Telogic di staccare i clienti. E’ un’iniziativa molto forte”. Telogic forniva il servizio a Bip Mobile, acquisendolo a sua volta dall’operatore 3 Italia.

“Bip ci doveva 7-8 milioni di euro. Ma, soprattutto, negli ultimi tempi si è chiusa a ogni dialogo con noi”, spiega Aldo Giani, amministratore delegato di Telogic. “Ci abbiamo provato in tutti i modi a evitare il distacco delle linee. Ho preso in carico a novembre un’azienda che era da ristrutturare, ma che aveva possibilità di proseguire l’attività. Nella ristrutturazione abbiamo analizzato le situazioni più gravose, tra cui Bip. Abbiamo detto loro di essere disposti ad aspettare per il recupero crediti. Potevamo mettere in stand by il pregresso e ottenere per ora solo il saldo del traffico corrente, che noi comunque dovevamo pagare a H3G. Ma anche a questa proposta non hanno dato seguito”.

H3G ha accettato un piano di rientro delle insolvenze di Telogic, che è analogo a quello proposto a Bip: pagamento per ora solo del traffico corrente e attesa per quello pregresso. Telogic ha anche altri clienti, “ma Bip era il nostro maggiore. Quindi tuttora se Bip ci proponesse un piano di rientro, riattiveremmo le linee ai clienti”.

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