LE NUOVE RETI

Banda ultralarga, ecco le Linee guida Agcom: risolto il cubo di Rubik

Stabiliti i meccanismi di accesso alle nuove reti. Prezzi di accesso orientati ai costi. Condizioni economiche dovranno seguire modello a consumo. Per le infrastrutture pubbliche la stazione appaltante potrà prevedere un onere concessorio. Dagli introiti le risorse per finanziare i voucher

Pubblicato il 08 Apr 2016

Mila Fiordalisi

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Mentre il premier Matteo Renzi tiene a battesimo a Palazzo Chigi il progetto ultrabroadband di Enel Open Fiber, il Consiglio di Agcom (relatore Antonio Preto) approva a maggioranza le Linee guida per le condizioni di accesso all’ingrosso alle reti destinatarie di contributi pubblici. Il provvedimento, molto atteso e fondamentale al punto da configurarsi come una sorta di cubo di Rubik, consente ora non solo di mettere a punto i bandi di gara per le aree C e D ma fornisce agli operatori intenzionati a scendere in campo nella realizzazione e gestione delle reti pubbliche di valutare al meglio pro e contro di un’eventuale partecipazione. “Con il provvedimento adottato, l’Autorità fornisce il proprio contributo allo sviluppo delle reti e dei servizi a banda ultralarga anche nelle aree a fallimento di mercato, garantendo al contempo un adeguato livello di competizione tra gli operatori di telecomunicazioni”, si legge in una nota dell’Authority presieduta da Angelo Marcello Cardani.

Se da un lato Agcom ha optato per una soluzione unica sul fronte dell’accessibilità della rete – le infrastrutture dovranno essere rese disponibili a soggetti terzi “garantendo il massimo livello di disaggregazione dei servizi, in linea con gli Orientamenti europei del 2013” e indipendentemente che si tratti di reti realizzate con modello a incentivo o diretto (finanziamento pubblico), per quel che riguarda le tariffe di accesso si viaggia su binario doppio. Nel caso di finanziamenti ad incentivo, l’Autorità ha infatti confermato i prezzi delle offerte di riferimento approvati per l’operatore notificato nelle aree competitive. “Tali valori, unitamente alla previsione di strumenti di recupero degli eventuali extra-profitti (c.d. claw back), consentono infatti di minimizzare il finanziamento pubblico, garantendo al contempo un’equa remunerazione dei capitali privati impiegati”.

Diverso il caso del modello di intervento diretto, ossia di infrastruttura di proprietà dello Stato: l’Autorità ha individuato criteri applicabili e un meccanismo di prezzo di accesso alla rete finalizzato a remunerare i costi propri del concessionario che gestirà la rete stessa. “Viene prevista la facoltà della stazione appaltante di adottare un meccanismo compensativo incentivante – spiega Agcom -. Tale meccanismo prevede, in particolare, la possibilità di corrispondere un onere concessorio alla stazione appaltante, da questa stabilito in misura utile a garantire condizioni competitive eque e sostenibili. Gli introiti potranno essere impiegati per effettuare ulteriori interventi sul territorio (sia di tipo infrastrutturale sia di sostegno alla domanda, ad esempio con emissione di voucher) in linea con le misure già previste nella Strategia della banda ultralarga ma il valore complessivo dei prezzi non potrà in ogni caso superare – puntualizza l’Authority – i livelli di prezzo equivalenti delle aree competitive. “In ogni caso, per evitare onerose barriere economiche una tantum, che disincentivino l’accesso al mercato, le condizioni economiche di accesso dovranno seguire un modello a consumo”.

Per quanto riguarda l’accesso alle reti finanziate dovrà avvenire “a condizioni trasparenti e non discriminatorie” e – nel caso in cui il beneficiario/concessionario sia un operatore verticalmente integrato – “saranno previste misure specifiche finalizzate a garantire un’effettiva parità di trattamento interna–esterna”.

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