LA CRISI

Almaviva, la vertenza torna in alto mare: respinta la solidarietà

I lavoratori dicono no all’ipotesi di accordo tra azienda e sindacati. Ora la palla passa al ministero del Lavoro dove le parti sociali: ultimi 30 giorni per scongiurare i 3mila licenziamenti

Pubblicato il 05 Mag 2016

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Torna in alto mare la vertenza Almaviva. I referendum tra i lavoratori hanno infatti respinto a grande maggioranza l’attivazione di un nuovo contratto di solidarietà che azienda e sindacati avevano ipotizzato per scongiurare i 3mila tagli. Ora la vertenza passa al ministero del Lavoro dove le parti sociali torneranno ad incontrarsi già da domani.

Almaviva Contact prende atto che, nella consultazione promossa dalle rganizzazioni sindacali, la grande maggioranza dei lavoratori ha respinto l’attivazione di un nuovo contratto di solidarietà, per la durata prevista dall’attuale normativa, come strumento adeguato ad interrompere la procedura di licenziamento in corso e quale misura utile a fronteggiare nel breve periodo la grave situazione aziendale”, si legge in una nota della società.

La proposta sindacale di fare ulteriore ricorso all’ammortizzatore sociale era stata accolta dall’azienda, durante il confronto con Governo e parti sociali, e inserita in un’ipotesi di accordo pienamente coerente con le linee guida definite dal Ministero dello Sviluppo Economico nel verbale d’incontro del 20 aprile scorso.

L’ipotesi di accordo prevedeva: solidarietà per tutte le sedi con percentuali invariate su Napoli (35%), Roma e Palermo (45%) e più basse per Milano (13%), Catania (7%) e Rende (3%). L’azienda aveva chiesto una flessibilità organizzativa per i part-time con solidarietà “mista”. L’ipotesi era coerente con il percorso di solidarietà avviato lo scorso anno. Almaviva – questa era la verà novità – si assumeva anche l’impegno ad integrare la retribuzione per i lavoratori delle sedi che applicano la solidarietà oltre il 25% e a garantire un reddito tale da poter percepire il bonus Renzi da 80 euro.

Occorre chiarire che nel quadro di possibile intesa che si era individuato con il sindacato, sulla base del percorso condiviso con il Governo – dice oggi Andrea Antonelli, Ad di Almaviva Contact – avevamo ufficialmente confermato, assumendo un onere aggiuntivo estremamente rilevante, che nessuna delle soluzioni indicate per il nuovo contratto di solidarietà avrebbe comportato alcuna forma di peggioramento della posizione reddituale di ogni singolo lavoratore, rispetto a quanto previsto dall’accordo attualmente in vigore”.

Mai come oggi l’urgenza di soluzioni strutturali per il settore si dimostra una condizione inderogabile per garantire attività sostenibili e continuità occupazionale in un mercato caratterizzato da regole certe e corretto contesto competitivo. In questa direzione, la società ribadisce la valutazione positiva e la forte aspettativa sul recente rilancio dell’azione di Governo in questo ambito.

“A seguito dei risultati della consultazione promossa dal sindacato, Almaviva Contact rileva che, in linea con la procedura di legge avviata, con la giornata di oggi si conclude la fase sindacale del procedimento”, conclude la nota.

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