IL CASO

Gare Infratel, il Consiglio di Stato: “No a stop gara”

Dopo il Tar del Lazio anche i giudici di appello respingono la richiesta di sospensiva chiesta da Fastweb. Il 14 dicembre l’udienza di merito. Ora tocca a Telecom Italia: udienza al Tar il 19 ottobre

Pubblicato il 17 Ott 2016

Mila Fiordalisi

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Dopo il Tar del Lazio anche il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata da Fastweb nell’ambito del ricorso sui bandi ultrabroadband messi a punto da Infratel. “Le contestate previsioni della legge di gara – si legge nel pronunciamento che corCom ha potuto visionare – complessivamente considerate, non risultano di per sé prima facie ostative alla partecipazione alla gara dell’appellante, già prequalificata (non potendo rilevare in tal senso né difficoltà di carattere soggettivo né la mera eventualità del conseguimento di un punteggio non adeguato)”.

Non solo: “Alcuna specifica situazione di estrema gravità ed urgenza è autonomamente rinvenibile nel fatto che il 17 ottobre 2016 scade il termine per la presentazione dell’offerta, tanto più che innanzi ai primi giudici (ferma restando l’udienza di trattazione del merito per il 14 dicembre 2016) è già fissata un’ulteriore udienza in camera di consiglio per il 2 novembre 2016 , in cui saranno oggetto di valutazione – ai fini cautelari – i motivi aggiunti proposti alla ricorrente”. Il Consiglio di Stato ha fissato al 24 novembre la camera di consiglio.

Intanto il 19 ottobre al Tar del Lazio si terrà l’udienza di Telecom Italia che a sua volta ha presentato un ricorso che a catena impatta sui bandi Infratel. La società guidata da Flavio Cattaneo ha deciso di appellarsi al Tar, evidenziando questioni differenti da quelle di Fastweb, ma i destini potrebbero incrociarsi. Telecom contesta in particolare la delibera Agcom 120 del 2016 che regola la vendita wholesale indicando che i prezzi devono essere applicati a condizioni eque e non discriminatorie per scongiurare fenomeni anticoncorrenziali come il dumping.

Per Telecom Italia anche Infratel dovrebbe passare per i cosiddetti “test di prezzo” per fissare le tariffe, ma la norma attuale non lo prevede. Una situazione che verrebbe a minare la parità di trattamento tra gli operatori e che è stata sollevata anche alla Commissione europea. Non solo: se è vero che Telecom Italia non ha richiesto la sospensione dei tempi in realtà non è escluso che lo faccia. Secondo quanto risulta a CorCom l’azienda ha già arricchito il proprio dossier con una memoria aggiuntiva.

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