L'IPO

Facebook, Morgan Stanley pronta a rimborsare gli investitori

L’iniziativa della banca che ha curato l’ipo riguarda coloro che hanno pagato più di 43 dollari ad azione. Intanto si iniziano a contare le perdite dei trader che superano i 100 milioni di dollari

Pubblicato il 25 Mag 2012

Facebook, Morgan Stanley pronta a rimborsare gli investitori

Morgan Stanley pronta a rimborsare gli investitori di Facebook. La principale banca che ha curato il collocamento del social network in Borsa si prepara ad aggiustare i prezzi di migliaia di azioni scambiate da venerdì scorso per assicurarsi che nessuno investitore paghi più di 43 dollari per azione. Lo riporta la stampa americana, sottolineando che gli aggiustamenti potrebbe aversi nelle prossime ore. Morgan Stanley potrebbe quindi rimborsare coloro che hanno pagato i titoli Facebook più di 43 dollari per azione.
Morgan Stanley ha tenuto una conference call con i broker durata circa 10 minuti, durante la quale ha indicato ai broker le procedure da seguire. Facebook quando è sbarcata in Borsa venerdì scorso ha raggiunto anche quota 45 dollari per azione prima di calare e Morgan Stanley avrebbe detto agli investitori che nessuno pagherà più di 43 dollari per azione.

Intanto si iniziano a fare conti sulle perdite. Quelle dei quattro principali trader (Knight Capital, Citadel Secrities, Ubs e Automated Trading Desk di Citi) probabilmente superano i 100 milioni di dollari. Lo rivela un executive senior di una delle quattro società. Knight e Citadel hanno avanzato richieste di risarcimento per perdite tra 30-35 milioni di dollari.

L’Ipo ha rappresentato una “fonte” anche per il cybercrime. Il Symantec Security Response ha recentemente individuato 419 messaggi scam che offrivano una proposta di partnership per l’Ipo di Facebook: (“FACEBOOK (IPO) SUBSCRIPTION PARTNERSHIP PROPOSAL”). Il titolo scritto tutto in lettere maiuscole è un tratto comune di queste 419 truffe.

La mail riporta come mittente un’azienda finanziaria con uffici in varie parti del mondo. La natura esatta della truffa non è ancor chiara: è menzionato il prestito di soldi con condizioni soft o generose per l’acquisto di azioni di Facebook che dovrebbero poi essere rivendute all’azienda finanziaria a un prezzo superiore rispetto al prezzo di acquisto iniziale.

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