5G e 6G, il cuore tecnologico sarà europeo. È questa l’ambizione strategica che emerge dal nuovo progetto Ipcei ME/CT, in cui la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) avrà un ruolo centrale grazie a un finanziamento da oltre 50 milioni di euro. L’obiettivo: sviluppare sensori e componenti microelettromeccanici fondamentali per le comunicazioni mobili di prossima generazione, per la guida autonoma, l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica.
L’iniziativa conferma il peso crescente che la microelettronica ricopre nel disegno europeo di sovranità tecnologica, soprattutto in vista dell’evoluzione verso reti mobili 6G, dove performance, miniaturizzazione e sostenibilità energetica sono requisiti imprescindibili.
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Un’infrastruttura strategica per la competitività tecnologica europea
La partecipazione della Fbk al nuovo Ipcei sulla Microelettronica e Tecnologie di Comunicazione (ME/CT) si inserisce in un percorso già avviato dalla Fondazione con il primo Ipcei ME, finanziato nel 2021 con 14 milioni di euro. Grazie a quel progetto, Fbk ha potenziato la sua Clean Room – una camera bianca più sterile di una sala operatoria – dove si producono sensori in silicio destinati a usi avanzati, dalla fisica delle particelle alla diagnostica medica.
Con il nuovo finanziamento, la Fondazione potrà ampliare ulteriormente le proprie strutture e assumere 25 nuovi ricercatori, consolidando la sua identità di polo ibrido tra ricerca pura e sviluppo prototipale. È un modello unico in Italia, capace di coniugare innovazione sperimentale e applicazioni industriali concrete. Lo conferma Lorenza Ferrario, capo dell’unità Micro Nano Facility: “Disporre di un’infrastruttura come la Clean Room ha permesso alla Fondazione di distinguersi all’interno del panorama italiano, come istituto ibrido tra un centro di ricerca di base puro e un centro di applicazione e mini-fabbricazioni prototipali”.
I sensori realizzati nei laboratori Fbk sono già impiegati in contesti di altissimo profilo: esperimenti al Cern, controllo qualità industriale, monitoraggio ambientale, diagnostica Pet e a raggi X, veicoli a guida autonoma, fino a missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale. Una versatilità che si estende ora anche alle reti di comunicazione future.
Dal 5G al 6G grazie alla tecnologia di integrazione 3D
Il progetto Ipcei ME/CT spinge l’asticella ancora più in alto. In particolare, i fondi saranno utilizzati per rafforzare la tecnologia di integrazione 3D, che consente l’accoppiamento diretto tra sensori e chip di lettura. Tale approccio è cruciale per minimizzare i consumi energetici, ridurre gli ingombri e aumentare l’efficienza di sistema, requisiti fondamentali per le tecnologie emergenti legate al 5G, al futuro 6G e alle applicazioni AI-driven.
Fbk sperimenterà inoltre l’uso di nuovi materiali semiconduttori, tra cui carburo di silicio e germanio, con prestazioni superiori rispetto al silicio tradizionale, soprattutto per l’impiego in ambienti estremi o ad alta radiazione, come lo spazio o i reattori nucleari. È in corso lo sviluppo di componenti fotonici per reti quantistiche e di sensori per l’informatica quantistica, a conferma del ruolo sempre più trasversale della microelettronica nelle sfide tecnologiche del prossimo decennio.
La visione che guida il progetto è chiara: integrare hardware avanzato europeo all’interno delle infrastrutture digitali critiche, garantendo non solo capacità produttiva, ma anche autonomia strategica in settori sensibili. Una priorità in un contesto geopolitico in cui la sicurezza delle catene del valore è diventata cruciale.
Il Fondo Ipcei nazionale, predisposto dallo Stato italiano, fornisce il sostegno necessario a sostenere questa traiettoria, valorizzando competenze e impianti ad alto contenuto tecnologico come quelli della Fbk.
Un ecosistema europeo per la microelettronica di frontiera
Il riconoscimento della Commissione europea nei confronti della Fondazione Bruno Kessler come uno dei sette partner italiani nel progetto Ipcei ME/CT rappresenta un investimento politico e industriale strategico. Gli Ipcei (Important Project of Common European Interest) sono infatti progettati per mobilitare risorse pubbliche e private in iniziative transfrontaliere ad alto impatto, superando le logiche frammentate nazionali.
Il progetto della Fbk, così come quelli portati avanti da altri attori europei, punta a creare una filiera integrata della microelettronica avanzata, dalle fasi di ricerca fino al trasferimento tecnologico, con ricadute tangibili su competitività, occupazione e resilienza industriale. Questo approccio consente di colmare il gap con le grandi potenze asiatiche e americane, dotandosi di capacità produttive in-house che rafforzano l’autonomia strategica del Vecchio Continente.
La traiettoria è chiara: sensoristica avanzata, compatibilità con sistemi 6G, efficienza energetica e supporto all’intelligenza artificiale. In questa cornice, Fbk non rappresenta solo un centro di eccellenza trentino, ma un pilastro europeo per la transizione digitale e verde. Dalle fibre ottiche alle reti quantistiche, dal cloud alle infrastrutture edge, ogni strato della rete del futuro avrà bisogno di componenti hardware su misura, performanti, scalabili. È in questo spazio che la microelettronica made in Europe – e made in Trento – si candida a fare la differenza.