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Mattarella: “Serve un mercato unico anche per le tlc, l’Europa non può restare al palo”



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Dal Simposio Cotec di Coimbra, il Presidente della Repubblica rilancia le proposte del Rapporto Letta per estendere il mercato unico a telecomunicazioni, energia, finanza e conoscenza. “Innovazione e cooperazione sono la chiave per tornare protagonisti nello scenario globale”. Il punto a Telco per l’Italia l’11 giugno

Pubblicato il 14 mag 2025

Federica Meta

Direttrice



Sergio Mattarella 2

Il mercato unico europeo è una delle più grandi conquiste dell’integrazione comunitaria. Ma oggi, nel mezzo di una trasformazione globale accelerata da transizione digitale, crisi geopolitiche e competizione sistemica con Stati Uniti e Cina, si trova davanti a un bivio. Lo ha ribadito con forza il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto a Coimbra al 18° Simposio Cotec, affiancato dal Re di Spagna e dal Presidente del Portogallo.

“Il mercato unico contribuisce in maniera significativa al prodotto interno lordo dell’Unione, ma restano ampi margini di miglioramento”, ha dichiarato Mattarella, richiamando le proposte contenute nel Rapporto Letta, in particolare l’estensione del single market a telecomunicazioni, energia, finanza, ricerca e istruzione.

La quinta libertà e la nuova geografia della competitività

Nel richiamare l’idea della “quinta libertà” – quella della conoscenza – proposta da Letta, Mattarella ha sottolineato l’urgenza di investire in capitale umano, ecosistemi europei di innovazione e infrastrutture sperimentali comuni. Un appello che vale anche per il settore delle telecomunicazioni, snodo cruciale per garantire sovranità tecnologica, capacità industriale e sviluppo economico.

Proprio in questo ambito, l’Europa soffre di un ritardo sistemico. Lo hanno evidenziato in modo complementare sia Letta che Mario Draghi, che ha parlato esplicitamente della necessità di non ostacolare il consolidamento delle tlc europee.

“Abbiamo un mercato da 450 milioni di consumatori, ma investimenti pro capite nelle telecomunicazioni inferiori alla metà rispetto agli USA. Il motivo? Troppi operatori su scala nazionale, contro tre in America e quattro in Cina”, spiegave l’ex premier in occasione della presentazione del suo rapporto.

Un mercato, 34 operatori: la frammentazione che frena

Attualmente in Europa operano almeno 34 operatori mobili principali, spesso attivi solo a livello nazionale. Una situazione che genera inefficienze, bassa competitività e scarsa capacità di investimento. Secondo un’analisi commissionata da Vodafone, questa frammentazione è il risultato di una regolamentazione superata, costruita su un paradigma pre-digitale centrato su infrastrutture fisiche e monopoli verticali.

Il mercato unico delle comunicazioni elettroniche, a differenza di quello delle merci o dei capitali, non è mai stato davvero realizzato. Il Digital Single Market del 1993 è rimasto incompiuto per le telecomunicazioni, dove non esiste un vero operatore paneuropeo.

Digital Networks Act: l’ultima chiamata per l’Europa digitale

Per colmare il gap, si attende ora con grande attenzione la proposta di Digital Networks Act, che dovrebbe essere annunciata a fine maggio dalla Commissione europea. Il nuovo atto legislativo punta a modernizzare il quadro normativo europeo per le tlc, razionalizzare le regole e creare le condizioni per una reale scalabilità continentale.

Le richieste degli operatori, riassunte da Gsma e Connect Europe, convergono su tre pilastri fondamentali:

  1. Semplificazione normativa: regole chiare e adatte all’ecosistema digitale odierno.
  2. Stesse regole per gli stessi servizi: evitare distorsioni competitive tra operatori tradizionali e Ott.
  3. Un vero mercato unico operativo: che consenta a un operatore di fornire servizi digitali in tutta l’Ue senza ostacoli nazionali.

Lo scopo finale è favorire consolidamento, investimenti e innovazione, contrastando la concorrenza asimmetrica delle piattaforme globali.

Letta: dall’analisi all’azione, prima del 2029

Nel suo Report, Enrico Letta delinea una roadmap ambiziosa ma concreta per la legislatura europea (2024–2029). Il punto di partenza è chiaro: senza integrazione nei settori chiave come tlc, energia e finanza, l’Europa resterà indietro. E perderà non solo in competitività, ma anche in autonomia strategica.

“La frammentazione, il gold plating normativo e la sovrapposizione tra livelli di governance – si legge nel documento – aumentano le difficoltà per le imprese e impediscono la creazione di big europei capaci di competere a livello globale”.

Letta propone anche la creazione di una “Unione del risparmio e degli investimenti”, per mobilitare risorse verso la transizione digitale e green, e superare l’impasse sugli aiuti di Stato tramite meccanismi di co-finanziamento paneuropeo.

La Ue punta a rivedere le regole sul consolidamento

In questo scenario la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica per raccogliere contributi sulla revisione delle linee guida per le concentrazioni, un’iniziativa cruciale che intende aggiornare il quadro normativo alla luce delle trasformazioni economiche, tecnologiche e geopolitiche degli ultimi vent’anni. Le linee guida sulle concentrazioni delineano il metodo con cui la Commissione valuta l’impatto delle fusioni tra imprese sulla concorrenza nei mercati europei. La revisione attualmente in corso si propone di ridefinire i criteri alla base di queste valutazioni, tenendo conto di nuove priorità strategiche: innovazione, efficienza, resilienza, intensità di investimento, sostenibilità, orizzonti temporali, digitalizzazione e cambiamenti nelle condizioni di difesa e sicurezza. L’obiettivo è aggiornare il quadro analitico per garantire che resti solido, prevedibile, empiricamente fondato e giuridicamente sostenibile, in grado di adattarsi ai profondi cambiamenti che hanno interessato l’economia europea, come la globalizzazione, la transizione verde e la trasformazione digitale.

Il processo di revisione riguarda sia le linee guida del 2004 sulle fusioni orizzontali (tra imprese concorrenti sullo stesso mercato) sia su quelle non orizzontali del 2008 (tra imprese attive su livelli diversi della catena di approvvigionamento).

Le Tlc al centro del rilancio europeo

L’integrazione delle telecomunicazioni nel mercato unico europeo non è più solo una questione di efficienza industriale: è una priorità strategica, come ribadito da Mattarella, Letta e Draghi. Solo un’Europa capace di parlare con una voce sola nel digitale potrà garantire crescita, sicurezza, competitività e leadership tecnologica. Il tempo della riflessione è finito. Quello dell’azione – concreta, strutturata, coraggiosa – è appena cominciato.

Il punto a Telco per l’Italia l’11 giugno

Di mercato unico digitale, consolidamento, 5G e altro ancora come temi strategici per l’industria delle telecomunicazioni europea si discuterà al prossimo Telco per l’Italia – “Oltre le reti: da TelCo a TechCo per costruire il futuro dell’Italia” – l’evento CorCom-Nextwork360 in programma a Roma il prossimo 11 giugno.

Registrati subito e assicurati il tuo posto all’evento! Scopri il programma completo e iscriviti su www.telcoperlitalia360summit.it.

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