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Data center a energia nucleare, Aws punta 20 miliardi di dollari



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Accordo con Talen Energy nella Pennsylvania per rifornirsi con una fonte “carbon-free”. Il trend nel mondo dei data center sembra consolidarsi: anche Microsoft, Meta e Google rispondono col nucleare a consumi in aumento per i carichi di lavoro AI

Pubblicato il 12 giu 2025



Mediterra data center

L’energia nucleare è davvero la soluzione per data center sempre più affamati di risorse nell’era dell’AI: lo dimostra l’accordo di acquisto di energia (Ppa) firmato da Amazon Web Services (Aws) con Talen Energy negli Stati Uniti, che modifica e amplia un contratto esistente. In base a questo nuovo accordo, Talen fornirà a un data center Aws in Pennsylvania 1,92 GW di energia generata dalla centrale nucleare di Susquehanna da 2,5 GW.

Il Ppa dura fino al 2042, ma contiene un’opzione per essere esteso. L’erogazione di potenza crescerà gradualmente nei prossimi sette anni, raggiungendo il volume massimo previsto non più tardi del 2032.

Le due società esploreranno anche la costruzione di nuovi piccoli reattori modulari (Smr) all’interno dello stabilimento di Talen in Pennsylvania, oltre a perseguire l’aumento della produzione di energia dall’impianto di Susquehanna.

Nucleare per i data center, l’accordo Aws-Talen Energy

Aws è già attiva nel settore Smr, in particolare con un investimento diretto nel produttore Smr X-energy, per supportare la produzione di più di 5GW di energia nucleare entro il 2039.

“Il nostro accordo con Amazon è progettato per fornirci una fonte di entrate stabile e a lungo termine e una maggiore flessibilità di bilancio attraverso i ricavi contrattuali. Siamo uno dei pionieri in questo spazio e intendiamo continuare a perseguire la nostra strategia per i data center”, ha dichiarato il presidente e ceo di Talen, Mac McFarland. “Talen è ben posizionata per supportare il fabbisogno energetico di Amazon mentre investe ulteriormente nel Commonwealth della Pennsylvania”.

“Amazon è orgogliosa di aiutare la Pennsylvania a far progredire l’innovazione portata dall’Ai attraverso investimenti nel futuro economico ed energetico del territorio”, ha dichiarato Kevin Miller, vicepresidente di Aws Global data centers. “Ecco perché stiamo facendo il più grande investimento del settore privato nella storia dello Stato – 20 miliardi di dollari – per portare 1.250 posti di lavoro altamente qualificati e benefici economici allo stato. Intanto la collaborazione con Talen Energy aiuterà ad alimentare le nostre infrastrutture con energia carbon-free”.

Secondo i termini del nuovo accordo, l’energia elettrica dello stabilimento di Susquehanna fornirà energia alla rete di interconnessione PJM, con Talen che fungerà da produttore e venditore di energia elettrica al dettaglio per Aws e PPL Utilities che sarà responsabile della trasmissione e della fornitura.

Anche Microsoft e Meta alimentano i loro centri dati col nucleare

In precedenza Aws e Talen avevano un accordo di colocation. Oggi l’utility si è rifocalizzata sui tradizionali contratti di fornitura energia commerciale. La stessa strategia è seguita da Constellation Energy.

Constellation ha firmato due Ppa a lungo termine con data center per fornire loro energia nucleare. Il primo, risalente all’anno scorso, è un accordo di 20 anni con Microsoft per fornire il 100 per cento della capacità della centrale nucleare di Three Mile Island a un data center della big tech. Il reattore dovrebbe essere operativo nel 2028, mentre il Ppa dovrebbe ricevere l’approvazione della Commissione di regolamentazione nucleare quest’anno.

All’inizio di questo mese, Constellation ha firmato un altro Ppa di 20 anni con Meta per fornire al gigante tecnologico 1,1 GW di energia dalla sua centrale nucleare di Clinton, Illinois. Il contratto, che inizierà a giugno 2027, vedrà Meta prelevare l’intera produzione del Clinton Clean Energy Center (1.121GW) di proprietà di Constellation.

Energia nucleare, nuova frontiera dei data center

La crescente domanda di potenza computazionale sta trasformando il modello energetico dei data center, come dimostrano questi esempi. Google, Microsoft, Meta, Amazon: i colossi tecnologici stanno puntando con decisione sull’energia nucleare come fonte primaria per alimentare le proprie reti globali di elaborazione.

È un ritorno inatteso ma strategicamente ponderato, in un momento in cui la sostenibilità ambientale, la sicurezza dell’approvvigionamento e la continuità operativa diventano asset imprescindibili. In questo scenario, il nucleare — da decenni al centro di dibattiti politici e ambientali — si riposiziona al centro del discorso industriale come fonte a zero emissioni, stabile e scalabile.

La notizia che Google abbia assunto Patrick Taylor, ex dirigente Microsoft esperto in tecnologie nucleari, per guidare il proprio Advanced Energy Technology Team, è solo l’ultimo tassello di un mosaico in evoluzione. Taylor, secondo quanto riportato da Data Center Dynamics, guiderà la strategia nucleare del colosso di Mountain View per rispondere alla crescente richiesta energetica dei data center destinati all’AI.

Si inserisce in questo contesto la strategia di Aws, che ha confermato l’impegno da oltre 500 milioni di dollari in infrastrutture energetiche nucleari, incluse partnership per la costruzione di reattori modulari di nuova generazione (Smr). In una recente intervista, il ceo di Aws, Matt Garman, ha dichiarato che “l’adozione diffusa del nucleare è fondamentale per rispondere alla fame energetica dell’AI”, sottolineando come l’energia continua e priva di emissioni offerta dal nucleare rappresenti oggi “una grande soluzione” per sostenere la trasformazione digitale.

L’alternativa rinnovabile c’è, ed è in Portogallo

Per sfamare i data center, però, non c’è solo l’energia nucleare. Soprattutto in Europa, dove il dibattito su questa fonte energetica è tutt’altro che chiuso, il Portogallo rappresenta una nuova frontiera per i data center alimentati da energie rinnovabili. Con una capacità attuale di soli 15MW, il Paese sta rapidamente scalando grazie a progetti ambiziosi: AtlasEdge (9,3MW), Merlin Properties (180MW) e soprattutto Start Campus – Sines 4.0, una struttura colossale da 1,2GW interamente alimentata da fonti rinnovabili.

Lisbona è al centro di importanti rotte di connettività sottomarina,ospitando infrastrutture strategiche come i cavi 2Africa e Google Cloud. La combinazione di energia verde (oltre il 70% della produzione elettrica del Paese), clima favorevole e ampia disponibilità di suolo rende il Portogallo una meta sempre più appetibile per operatori cloud e AI.

Secondo Luca D’Alleva, Head of Service per il Cost Management di Bcs Italia, “progetti come Start Campus rappresentano un’opportunità concreta per ripensare la sostenibilità nei data center”. Tuttavia, avverte, il rischio è che restino eccezioni. Serve un cambio di paradigma: incentivi pubblici, standard più severi e una maggiore sinergia tra pubblico e privato.

Il modello Sines 4.0, con il suo raffreddamento naturale e la stretta connessione con fonti rinnovabili, potrebbe diventare uno standard replicabile, ma solo se accompagnato da strategie scalabili e personalizzabili a seconda delle condizioni geografiche, tenendo anche conto dei limiti dell’energia green: in assenza di smart grid ad alta efficienza disastri come il black out che qualche settimana fa ha interessato proprio la penisola iberica saranno sempre dietro l’angolo.

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