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Data center, ecco la mappa italiana: in Lombardia il 40% degli hub



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Seguono il Lazio (12,4%) e il Veneto (8,3%). Abruzzo, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta le regioni “a secco”. Effettuati 5 miliardi di investimenti, 10 miliardi stimati nel 2025-2026. Forte correlazione tra infrastrutture digitali e dinamismo imprenditoriale. Sostenibilità e governance sfide cruciali. La fotografia scattata dal report di I-Com e Microsoft

Pubblicato il 13 giu 2025

Federica Meta

Direttrice



mappa-data-center

In Italia il settore dei data center ha registrato una forte accelerazione negli ultimi anni, grazie agli sforzi finanziari che hanno permesso di ridurre il divario tecnologico tra diverse aree geografiche. Nel biennio 2023-2024, gli investimenti nel settore sono stati pari a 5 miliardi di euro, contribuendo alla creazione di nuove infrastrutture digitali cruciali per il progresso tecnologico e per l’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’economia italiana. È quanto emerge dallo studio ItalIA, le ricadute dell’intelligenza artificiale sull’economia e sui territori” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Microsoft, che stima un impatto complessivo pari a 5,8 miliardi di euro di indotto economico per la filiera italiana e 790 milioni di euro in entrate fiscali.

Si tratta di numero che non solo incentivano la crescita di nuove tecnologie, ma determinano anche un’importante accelerazione delle capacità energetiche dei data center italiani, un tassello fondamentale per il rafforzamento della “Catena tecnologica dell’intelligenza artificiale”, composta da strumenti, software, hardware e framework necessari per la progettazione e la gestione di sistemi intelligenti.

Data center, la distribuzione geografica

La distribuzione dei data center in Italia, secondo i dati della DataCenter Map, si estende su 16 regioni, con 12.277 strutture attive. Le regioni più coperte sono la Lombardia, il Lazio e il Veneto, che ospitano rispettivamente il 40,2%, il 12,4% e l’8,3% dei data center presenti sul territorio nazionale. Tuttavia, le regioni come l’Abruzzo, la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta sono ancora prive di data center. Questo evidenzia come ci siano disuguaglianze territoriali nella distribuzione delle infrastrutture digitali, ma anche il potenziale di crescita per le aree meno sviluppate.

Più data center più dinamismo imprenditoriale

Uno degli aspetti più interessanti dello studio I-Com è la correlazione positiva tra la presenza di data center e la proliferazione di startup innovative in ambito intelligenza artificiale. In particolare, la Lombardia, con la sua solida base tecnologica e finanziaria, si conferma come il motore principale della crescita delle imprese innovative. Sebbene la presenza di data center giochi un ruolo importante, è probabile che variabili come il know-how tecnologico e il supporto finanziario contribuiscano altrettanto a favorire l’emergere di nuove iniziative imprenditoriali.

Tuttavia, come sottolineato dai ricercatori, questa correlazione non implica un nesso causale diretto, poiché ci potrebbero essere altre variabili che influenzano la crescita delle startup. Nonostante ciò, la relazione tra infrastrutture digitali e dinamismo imprenditoriale merita sicuramente di essere approfondita in futuro, considerando l’importanza di un ecosistema che favorisca l’innovazione tecnologica.

L’Italia e la catena tecnologica dell’Intelligenza Artificiale

La posizione dell’Italia all’interno della catena tecnologica dell’IA sta migliorando, con investimenti strategici in infrastrutture che vanno a completare un sistema sempre più robusto. L’infrastruttura dei data center rappresenta uno degli anelli più importanti della catena, in quanto supporta l’efficienza, la scalabilità e la personalizzazione delle soluzioni IA, in grado di rispondere alle specifiche esigenze delle imprese. Il settore dei data center ha visto, nel 2024, una crescita significativa con un incremento del 17% della potenza energetica, che ha portato il totale a 513 MW IT, e con un volume di investimenti che ha raggiunto 5 miliardi di euro, con ulteriori 10,1 miliardi previsti per il biennio 2025-2026.

Impatti economici e settoriali degli investimenti

Secondo l’analisi condotta dallo studio “ItalIA, le ricadute dell’intelligenza artificiale sull’economia e sui territori”, realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Microsoft, gli investimenti nei data center si tradurranno in un aumento complessivo dell’indotto economico per la filiera italiana pari a 5,8 miliardi di euro e un incremento delle entrate fiscali di 790 milioni di euro. Il settore che beneficerà maggiormente della realizzazione delle nuove infrastrutture sarà la “Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica”, che si prevede incamererà ben 3,9 miliardi di euro. Un aspetto interessante riguarda la forte correlazione tra la presenza di data center e la nascita di startup innovative in ambito intelligenza artificiale, con un legame prossimo al 90% tra la presenza di queste infrastrutture e l’emergere di nuove imprese tecnologiche.

La sostenibilità e il ruolo dell’Intelligenza Artificiale

Il 2024 ha visto i data center consumare circa il 3% del fabbisogno elettrico totale dell’Unione Europea. Sebbene queste strutture siano cruciali per lo sviluppo delle tecnologie digitali, il loro impatto ambientale è significativo, con il consumo energetico distribuito tra apparecchiature informatiche, sistemi di raffreddamento e componenti ausiliari. Tuttavia, l’intelligenza artificiale sta già giocando un ruolo fondamentale nel miglioramento degli sforzi di sostenibilità, offrendo soluzioni per ottimizzare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale delle aziende.

In questo contesto, l’Italia sta compiendo progressi verso un utilizzo più sostenibile delle risorse, ma per continuare a rafforzare la propria posizione nel settore, sarà necessario adottare politiche e investimenti mirati in infrastrutture, ricerca e formazione. In particolare, le Pmi I dovranno essere supportate attraverso incentivi fiscali e la promozione di partenariati pubblico-privati che possano favorire l’adozione dell’IA in modo integrato e strategico.

Il futuro dei data center e la governance dell’AI

L’Italia si trova di fronte a una fase cruciale per il futuro dell’intelligenza artificiale e della sua integrazione nelle politiche economiche nazionali. Entro i prossimi mesi si concluderà l’iter del disegno di legge sull’IA, che introdurrà misure necessarie per allineare la normativa nazionale all’AI Act europeo. Inoltre, l’adozione del Libro Bianco “Made in Italy 2030” fornirà una nuova visione industriale che dovrebbe favorire un ruolo centrale dell’intelligenza artificiale nella crescita dell’economia italiana.

Gli investimenti in data center sono, quindi, un passaggio fondamentale per il progresso dell’IA, ma è necessario un quadro normativo e una governance solida per favorire la trasformazione digitale e garantire una crescita sostenibile e inclusiva. Per raggiungere questo obiettivo, la collaborazione tra istituzioni, industria e ricerca risulta essere essenziale, così come il rafforzamento dei Digital Innovation Hub, che possono fungere da catalizzatori per l’adozione delle tecnologie emergenti.

 Verso una governance strategica per l’Intelligenza Artificiale

In sintesi, l’Italia sta compiendo passi significativi verso una maggiore integrazione delle tecnologie avanzate, con gli investimenti nei data center come elemento chiave per il rafforzamento della catena tecnologica dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, per consolidare questa posizione, è fondamentale un impegno continuo da parte delle istituzioni e delle imprese, accompagnato da politiche mirate, investimenti in ricerca e sviluppo e una governance che favorisca la collaborazione tra pubblico e privato.

La crescita dell’IA e dei data center non solo rappresenta un’opportunità per l’industria italiana, ma anche una sfida per affrontare le questioni legate alla sostenibilità e all’efficienza energetica. È quindi cruciale che l’Italia continui a puntare su un’infrastruttura solida, su politiche di supporto all’innovazione e su una strategia coordinata che possa trasformare il paese in un hub di eccellenza per l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione.

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