I data center sono un settore “innovativo e resiliente” ma chiamato ad affrontare costi crescenti, vincoli di potenza sempre più stretti e la necessità di soddisfare le richieste di calcolo dell’intelligenza artificiale. Gli operatori stanno rispondendo con l’espansione e modernizzazione dei loro data center per soddisfare i requisiti di potenza e densità, ma devono garantire sempre la disponibilità e l’efficienza, assicurarsi le competenze e attrezzarsi contro i ritardi nella catena di approvvigionamento. Sono queste le indicazioni che emergono dal 15mo Global Data Center Survey 2025 di Uptime Institute.
“I nostri dati mostrano che gli operatori hanno il compito di gestire contemporaneamente diverse grandi sfide strategiche. Queste includono la capacità di anticipare i cambiamenti tecnologici, la pianificazione dell’espansione nonostante i vincoli sulla disponibilità di energia e il supporto alla domanda di workload dell’Ai, che è imprevedibile“, commenta Andy Lawrence, Research executive director di Uptime Institute. “Questo è un momento in cui avere personale con competenze senior è davvero fondamentale, ma, per la prima volta, molti operatori di data center stanno trovando difficile assumere e trattenere persone esperte. C’è una carenza a livello di management: molti leader stanno andando in pensione proprio mentre inizia un’altra fase di crescita sostenuta”.
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I data center alla sfida dell’AI
Circa un terzo degli operatori di data center attualmente esegue qualche forma di attività di addestramento o inferenza dell’intelligenza artificiale e una percentuale significativamente maggiore prevede di farlo in futuro. Ma dominio la cautela: l’incertezza sui siti appropriati per i carichi di lavoro di intelligenza artificiale e i timori per l’elevata domanda di energia prevista dei sistemi Gpu Nvidia alimenta il timore che la capacità non basti.
Se, dunque, i problemi di costo rimangono la principale preoccupazione per chi gestisce l’infrastruttura digitale nel 2025, le preoccupazioni relative ai futuri requisiti di capacità sono cresciute in modo significativo.
L’Ai è anche una tecnologia al servizio delle operazioni del data center e la fiducia manifestata dagli operatori dipende dal caso d’uso: la maggior parte ne consentirebbe l’uso per l’analisi dei dati dei sensori e le attività di manutenzione predittiva, ma non per le modifiche alla configurazione, il controllo delle apparecchiature o i problemi di personale.
Inoltre, alcuni approcci all’intelligenza artificiale sono ritenuti più affidabili e trasparenti rispetto ai sistemi basati su modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) che dominano le prime pagine. Per esempio, sono disponibili prodotti e servizi basati sull’intelligenza artificiale per la gestione dei data center e il supporto operativo che molti operatori stanno attentamente adottando e convalidando. I data center sono tradizionalmente lenti e cauti nell’adottare nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale non farà eccezione.
Nel 2025, i tre principali fattori che motivano l’implementazione di software basato sull’intelligenza artificiale per l’utilizzo nelle operazioni dei data center rimangono gli stessi dell’anno precedente: aumentare l’efficienza delle strutture (58%), ridurre l’errore umano (51%) e migliorare la produttività del personale (48%).
La sostenibilità passa in secondo piano
I livelli medi di Pue mostrano pochi cambiamenti: i miglioramenti sono limitati dalla presenza di infrastruttura legacy e da alcuni ostacoli specifici (come le condizioni climatiche esterne) a un raffreddamento efficiente.
Il Pue è una metrica utilizzata dagli operatori per monitorare l’efficienza energetica di una struttura nel tempo. Si calcola dividendo la potenza totale della struttura per il consumo energetico delle apparecchiature It. Nel 2025 il Pue annuale degli intervistati ha registrato una media ponderata di 1,54, segnando il sesto anno consecutivo in cui questo valore principale è rimasto praticamente invariato. La media del settore è scesa rapidamente, da 2,5 nel 2007 a 1,65 nel 2014, perché gli operatori hanno implementato subito le modifiche più pratiche ed economiche, come l’aggiornamento dei vecchi sistemi elettrici, una migliore gestione del flusso d’aria e controlli ottimizzati del sistema di raffreddamento.
Le densità medie di potenza dei rack server continuano ad aumentare, con una maggiore adozione di rack nella gamma da 10 a 30 kW. Poche strutture superano i 30 kW e le densità estreme sono ancora rare.
La raccolta e la rendicontazione delle metriche chiave di sostenibilità non sono migliorate nel 2025, il che è probabilmente dovuto in parte alle pressioni commerciali per sostenere l’Ai e all’allentamento della pressione normativa in alcune regioni.
Investimenti continui per scongiurare i disservizi
Per il quinto anno consecutivo, i risultati dell’indagine annuale di Uptime indicano che i malfunzionamenti gravi dei data center stanno gradualmente diventando meno frequenti: nel 2025, il 50% degli operatori di data center ha riferito di aver subito almeno un’interruzione con impatto significativo presso la propria struttura negli ultimi tre anni, in calo rispetto al 53% del 2024. Ma un guasto su dieci causa ancora interruzioni ad alto impatto, sottolineando la necessità di investimenti continui. La prima causa sono i blackout energetici e i problemi di raffreddamento.

Infrastrutture, eventi meteorologici estremi e carichi di lavoro in rapida crescita, compresi quelli generati dall’intelligenza artificiale, stanno sottoponendo a nuove sollecitazioni sia i sistemi energetici che i processi operativi. Sebbene gli approcci distribuiti e software-defined alla resilienza stiano progredendo e si mostrino promettenti, possono anche introdurre complessità e nuovi rischi. Di conseguenza, i progressi in termini di resilienza del settore sono costantemente minacciati da un numero crescente di sfide; infatti, il ritmo del miglioramento è rallentato.
Crescita dei data center trainata dall’IT ibrido
Le aziende continuano ad adottare strategie It ibride, che abbracciano cloud, colocation e data center locali. I data center locali rimangono fondamentali per le organizzazioni che hanno grandi esigenze di elaborazione mission critical: il 45% dei carichi di lavoro It risiede ancora nelle strutture aziendali.
Al tempo stesso, l’It ibrido è la forza trainante della crescita delle strutture off-premise: le organizzazioni scelgono la sede migliore per ogni carico di lavoro in base alle esigenze specifiche, come sicurezza e costi. Con questo approccio, alcuni carichi di lavoro sono già stati trasferiti, o è probabile che lo saranno, da strutture on-premise a cloud e colocation. Ma poche grandi organizzazioni sono disposte a spostare tutti i carichi di lavoro dai propri data center, tenendo in considerazione la sovranità dei dati e le problematiche normative.
Allarme competenze: servono figure senior
Le sfide legate al personale persistono nel 2025. Quasi due terzi degli operatori segnalano difficoltà a trattenere il personale e/o a trovare candidati qualificati.
Queste difficoltà di assunzione e fidelizzazione del personale determinano uno sforzo costante per attrarre talenti. Gli operatori di data center affermano che l’assunzione e la retention del personale rimangono impegnativi come lo sono stati negli ultimi due anni. Quasi la metà (46%) segnala difficoltà nel trovare candidati qualificati per le posizioni vacanti e più di uno su tre (37%) fatica a trattenere il proprio personale.
La carenza deriva in parte dalla crescente domanda di lavoratori qualificati e in parte
dalla perdita di personale esistente. Questi lavoratori, tuttavia, generalmente non abbandonano il settore, ma vanno a lavorare presso i concorrenti. Ciò suggerisce che la maggior parte del personale in partenza è soddisfatta dell’impiego nel data center, ma è alla ricerca di maggiori vantaggi, come stipendi più alti o orari più flessibili.
Il bacino di manodopera di settore limitato e la gara tra concorrenti ad attrarre talenti non fanno altro che alimentare un maggiore turnover, facendo lievitare i costi del lavoro e distogliendo risorse da programmi che potrebbero portare a una più solida formazione di talenti a lungo termine.
Uptime ha condotto l’indagine annuale globale sui data center di quest’anno online e via e-mail da aprile a maggio 2025 e ha raccolto le risposte da oltre 800 proprietari e operatori di data center.