Quando Doreen Bogdan-Martin entrò a far parte dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (Itu) oltre trent’anni fa, la presenza femminile nei ruoli decisionali di alto livello nei settori tecnologici e delle telecomunicazioni era quasi inesistente. “Ricordo molte riunioni in cui ero l’unica donna al tavolo – ha raccontato in occasione dell’incontro dell’Itu sull’empowerment femminile dell’Ict – Oggi molto è cambiato, ma non abbastanza”.
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I numeri sulla presenza delle donne
I numeri parlano chiaro: nel 2025, soltanto il 21% dei ministri e dei regolatori delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) sono donne. E uno studio condotto su quasi 1,6 milioni di professionisti dell’intelligenza artificiale ha rivelato che le donne ricoprono meno del 14% delle posizioni dirigenziali di alto livello. “Queste disparità impediscono alla trasformazione digitale di mantenere le sue promesse – ha sottolineato la Segretaria Generale – perché metà della popolazione mondiale non è rappresentata nei luoghi in cui si prendono decisioni cruciali”.
Nasce la rete globale delle donne leader nell’Ict
Per rispondere a questa sfida, l’Itu ha lanciato la Network of Women Ministers and Leaders in Ict, una piattaforma internazionale per rafforzare la presenza femminile nei processi decisionali digitali. “Questa rete nasce da un’idea semplice ma urgente: per colmare il divario digitale di genere dobbiamo colmare il divario di leadership”, ha spiegato Bogdan-Martin.
Oggi soltanto una minima parte delle politiche digitali nazionali, delle strategie sull’IA o dei quadri normativi sulla connettività è sviluppata o implementata da donne. “Questo squilibrio limita sia le opportunità che l’impatto. Quando le donne sono assenti dalle decisioni digitali, lo sono anche le loro prospettive e le loro priorità», ha evidenziato.
Le donne, insiste la Segretaria Generale, portano “intuizioni uniche al tavolo, soprattutto nella progettazione di politiche inclusive, nell’uso etico delle tecnologie e nell’innovazione centrata sulle comunità”.
Un’energia globale
La nuova rete ha avuto una prima grande occasione di confronto il 9 luglio, in occasione del WSIS+20 High-Level Event e del Global Summit AI for Good. “L’energia in sala era elettrica e piena di speranza – ha ricordato Bogdan-Martin- Abbiamo ascoltato donne straordinarie, soprattutto giovani leader, che stanno guidando la trasformazione digitale in tutto il mondo. Il loro messaggio era chiaro: siamo più forti quando lavoriamo insieme”.
Al breakfast meeting della rete hanno partecipato oltre 180 tra ministri, regolatori, ambasciatori, leader tecnologici, giovani attivisti e partner. L’obiettivo: condividere idee, scambiare esperienze e impegnarsi in azioni concrete. “Ho ascoltato tante storie su come la mentorship, l’allineamento delle politiche e il dialogo intergenerazionale possano accelerare i progressi, se coltivati nell’ambiente giusto”, ha raccontato la Segretaria Generale.
Ma non si è trattato solo di testimonianze. “Ho visto la volontà di sfruttare la forza della nostra rete per fare di più. È stato entusiasmante vedere ministri e leader esprimere il loro interesse a unirsi e a contribuire a plasmare questa comunità in crescita, focalizzata sul cambiamento sistemico”, ha aggiunto.
Il futuro della rete
Il piano dell’Itu è ambizioso: trasformare la rete in una comunità strutturata, capace di promuovere cooperazione regionale e internazionale, organizzare dialoghi strategici di leadership, sessioni di capacity-building, attività di advocacy basata su dati concreti e scambi di mentoring tra pari.
La rete si affiancherà ad altre iniziative già attive, come Girls in Ict, Equals e Itu160 Gender Champions. “Mentre celebriamo i 160 anni dell’Itu, vogliamo mettere in evidenza come la trasformazione digitale possa essere uno strumento di emancipazione per donne e ragazze – ha evidenziato Bogdan-Martin – Non c’è momento migliore per colmare il divario di leadership e garantire che la tecnologia funzioni per tutti”.
Un impegno personale
Per la Segretaria Generale, la questione non è solo istituzionale ma profondamente personale. “So cosa significa essere l’unica donna nella stanza – ha confidato – La rete ci mette in una posizione migliore per cambiare le cose, ma non basta l’ispirazione. Il cambiamento trasformativo richiede investimenti, impegno e sistemi inclusivi dai quali le donne possano sentirsi rappresentate, trarre beneficio e avere la possibilità di guidare”.
Il suo appello è rivolto a tutti, donne e uomini: “Abbiamo tutti un ruolo da svolgere. Puoi iniziare unendoti alla Network of Women Ministers and Leaders in Ict come mentore, partner o aspirante leader digitale”.
E conclude con una visione precisa: “Insieme siamo in una posizione più forte per non lasciare nessuno indietro, mentre costruiamo un futuro digitale condiviso — un futuro in cui la tecnologia funge da ponte, e non da barriera, alle pari opportunità per tutti”.