In un mondo sempre più interconnesso, il protezionismo digitale sta emergendo come una nuova linea di frattura tra i Paesi. Molti governi cercano di raggiungere la “sovranità tecnologica”, cioè la capacità di controllare autonomamente le proprie infrastrutture digitali e manifatturiere. Tuttavia, questo approccio comporta rischi significativi: isolamento, ritardi tecnologici e dipendenza da fornitori esterni, come evidenzia in un approfondimento sul sito del World Economic Forum Nii Simmonds, Visiting Fellow di New America
L’Europa, da sempre promotrice di un futuro digitale basato su valori condivisi come trasparenza, privacy e sostenibilità, si trova a un bivio. Può chiudersi in sé stessa, rischiando di diventare dipendente dalle potenze tecnologiche esterne, oppure può costruire un modello di sovranità digitale basato sulla cooperazione globale, fiducia reciproca e alleanze strategiche, in grado di rafforzare la propria resilienza e innovazione.
Indice degli argomenti
EuroStack: infrastruttura digitale europea resiliente e sicura
L’iniziativa EuroStack rappresenta un passo fondamentale verso la costruzione di un’infrastruttura digitale europea autonoma e resiliente. Si tratta di un progetto che integra catene del valore digitali end-to-end, combinando infrastrutture logiche – come intelligenza artificiale, piattaforme cloud e gestione dei dati – con infrastrutture fisiche, tra cui data center e hardware europeo.
EuroStack punta su standard aperti, protezione dei dati e interoperabilità, fornendo un quadro coerente per un’economia digitale europea sicura e sostenibile. La creazione di data center resilienti sul territorio europeo, integrati con le piattaforme cloud e i sistemi di intelligenza artificiale, è un elemento chiave per ridurre la dipendenza dai fornitori esterni e garantire sicurezza e continuità operativa.
La cooperazione con l’Africa su infrastrutture digitali
Il successo di EuroStack non può limitarsi ai confini europei. La resilienza e l’efficienza delle infrastrutture digitali richiedono una prospettiva globale, che comprenda la diversificazione delle catene di approvvigionamento, l’accesso ai talenti e la protezione contro le interruzioni geopolitiche.
In questo contesto, l’Africa gioca un ruolo cruciale. Il continente ospita una popolazione giovane e altamente alfabetizzata digitalmente, insieme a un ecosistema tecnologico in rapida crescita. Collaborare con l’Africa significa anche cooperare su data center, infrastrutture di cloud computing e reti digitali, creando hub regionali capaci di servire sia i mercati africani sia quelli europei. Questi hub permettono di condividere know-how, ridurre costi e accelerare lo sviluppo di soluzioni innovative su larga scala.
Opportunità africane: talenti e innovazione
L’Africa offre una combinazione unica di talenti, infrastrutture emergenti e dinamismo imprenditoriale. Con circa il 70% della popolazione subsahariana sotto i 30 anni, il continente rappresenta una fonte straordinaria di competenze digitali. Centri tecnologici come Nairobi, Lagos e Accra stanno attirando investimenti in capitale di rischio, incubando migliaia di startup nei settori fintech, edtech, healthtech e green tech.
Una collaborazione mirata su data center, reti digitali e piattaforme cloud può permettere all’Europa di accedere a questi talenti e all’innovazione africana, rafforzando al contempo le proprie infrastrutture digitali. Progetti comuni in cloud computing, edge computing e gestione dei dati rappresentano leve strategiche per costruire un ecosistema digitale sostenibile, sicuro e inclusivo.
Sovranità tecnologica attraverso la cooperazione
La vera sovranità tecnologica non può essere raggiunta con l’isolamento, ma tramite la costruzione di reti di fiducia, partnership e collaborazione internazionale. L’Europa ha l’opportunità di guidare un modello di sovranità digitale basato sulla cooperazione, l’inclusione e la condivisione dei benefici.
Collaborare con l’Africa su data center, infrastrutture digitali e piattaforme cloud non solo rafforza la posizione tecnologica europea, ma contribuisce anche a creare un ecosistema digitale globale più equo e resiliente. La combinazione di competenze, infrastrutture e innovazione tra i due continenti permette di affrontare sfide comuni come cybersecurity, sostenibilità e accesso universale ai servizi digitali.