Negli ultimi due anni quasi nove aziende su dieci, a livello globale, hanno registrato un aumento delle interruzioni di rete nei propri data center, mentre più di un quarto ha sperimentato addirittura incrementi del 25-50%. A dirlo è un nuovo studio condotto da Opengear, società del gruppo Digi International. Solo nello scorso anno, l’aumento delle interruzioni è costato a più di un terzo delle aziende milioni di dollari in perdite di revenue.
La ricerca di Opengear ha coinvolto oltre mille cio, cso e ingegneri di rete negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in Australia per comprendere come i responsabili IT stiano affrontando i rischi, investendo nella resilienza e adattandosi a infrastrutture sempre più ibride e distribuite.
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Le dinamiche nell’ultimo biennio
Più nello specifico, i risultati dell’indagine mettono in evidenza che l’84% del campione ha segnalato un aumento delle interruzioni di rete nel solo biennio appena trascorso. Oltre la metà ha affermato che le interruzioni sono aumentate dal 10 al 24%, mentre un oltre un quarto ha registrato un aumento dal 25 al 50%.
Soltanto il 6% ha dichiarato di aver osservato una diminuzione dei disservizi. In uno scenario del genere, l’impatto finanziario può essere significativo. Come accennato, quasi un’organizzazione su tre ha segnalato perdite comprese tra 1 e 5 milioni di dollari a causa di interruzioni nell’ultimo anno. Oltre al denaro, le interruzioni hanno danneggiato la reputazione, interrotto le operazioni e intaccato la fiducia dei clienti.
Le origini dei disservizi
Secondo lo studio di Opengear, le cause di queste interruzioni possono essere fatte risalire sia a guasti tecnici che a errori umani. In particolare, il 27% dei professionisti IT ha indicato modifiche alla configurazione dei dispositivi, mentre il il 26% ha citato guasti hardware del server. Altri hanno menzionato problemi di alimentazione, attacchi informatici e aggiornamenti software.
Man mano che le aziende gestiscono ambienti IT ibridi che si estendono su data center centralizzati, sedi edge e servizi cloud, le possibilità di interruzioni aumentano e il ripristino diventa più complesso.
“Le interruzioni non sono più eventi isolati. Si verificano più spesso e il costo sta colpendo duramente le aziende”, commenta Patrick Quirk, president e general director di Opengear. “Complessità, infrastrutture obsolete, errori umani e attacchi informatici sono tutti parte del problema. Man mano che le organizzazioni si affidano sempre più ai data center per alimentare la trasformazione digitale, la posta in gioco è più alta che mai. Un’interruzione non è solo un periodo di inattività. È una perdita di fatturato, di produttività e di fiducia”.
Come rispondono le organizzazioni: AI, edge e approccio Oob
Per ridurre questi rischi, le organizzazioni stanno effettuando investimenti mirati. Quasi un terzo, il 32%, sta adottando soluzioni di intelligenza artificiale e apprendimento automatico per l’analisi predittiva e l’automazione. Poco più di un quarto, il 28%, sta espandendo l’edge computing e le reti distribuite per ridurre la latenza e avvicinare i servizi agli utenti. Una su quattro, il 25%, sta aumentando la spesa per la gestione Out of Band (Oob), chiamata anche Smart Out of Band, che fornisce accesso e controllo remoti sicuri quando la rete primaria non è disponibile.
Agendo in sinergia, questi approcci rafforzano la resilienza dell’infrastruttura. Se l’intelligenza artificiale consente l’automazione e la manutenzione predittiva, l’edge computing distribuisce i carichi di lavoro per prestazioni più rapide e localizzate. La gestione Oob invece garantisce un accesso sicuro durante le interruzioni o in siti remoti.
Sfide di sicurezza nelle infrastrutture distribuite
Opengear sottolinea anche che con l’espansione delle reti aumentano inevitabilmente pure i rischi per la sicurezza. Quasi un quarto dei leader ha indicato le violazioni dei dati e le API non sicure come principali preoccupazioni. Il 23% ha invece segnalato la conformità normativa come un problema critico. In risposta a queste potenziali criticità, i team IT si stanno rivolgendo a strumenti di monitoraggio automatizzati, sistemi avanzati di rilevamento delle minacce, programmi di formazione e aggiornamento delle competenze. Anche la gestione fuori banda gioca un ruolo importante, fornendo visibilità e controllo anche quando la rete di produzione è compromessa.
In questo senso, le organizzazioni più lungimiranti hanno cominciato a rispondere progettando la resilienza nella propria infrastruttura fin dal primo giorno, dando priorità all’automazione, agli strumenti predittivi e alla gestione remota sicura e adottando modelli ibridi che abbracciano ambienti cloud, core ed edge.
La resilienza delle infrastrutture non è più un optional
La ricerca di Opengear conferma ciò che i leader IT, in realtà, già sanno: un’infrastruttura resiliente non è più un optional. È il fondamento del business digitale, garantendo uptime, sicurezza e continuità anche quando le reti diventano più distribuite e complesse. E l’adozione di strumenti che aumentino la resilienza, per l’appunto, non è un ripensamento o un’aggiunta. Sta diventando un principio di progettazione che le organizzazioni stanno integrando in ogni implementazione fin dall’inizio.
Dall’automazione basata sull’intelligenza artificiale che prevede e previene i guasti, alle strategie di edge computing che riducono la latenza ed evitano singoli punti di errore, alla gestione sicura fuori banda che fornisce un accesso remoto sempre disponibile, la prossima generazione di data center e infrastrutture di rete dovrà essere costruita con la resilienza al centro di ogni progetto.