Funding the AI economy: è il titolo del nuovo report pubblicato dalla Commissione Europea, che analizza in profondità lo stato degli investimenti in intelligenza artificiale nel continente. Il documento, realizzato con il supporto di PitchBook, evidenzia una crescita significativa dell’ecosistema AI europeo, ma anche una serie di vulnerabilità strutturali che rischiano di compromettere la competitività globale dell’Unione.
L’AI è ormai un settore ad alta intensità di capitale, dove la capacità di attrarre investimenti su larga scala è cruciale. Secondo il report, nel primo semestre del 2025 l’AI ha rappresentato il 27% del totale del venture capital europeo, ma la partecipazione degli investitori Ue nei round superiori ai 25 milioni di euro si ferma al 26%. Il resto è dominato da capitali statunitensi e britannici.
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Venture capital europeo: crescita, ma con limiti strutturali
Il documento sottolinea come l’Europa sia diventata una delle principali destinazioni per startup AI, con città come Parigi, Berlino e Stoccolma che si affermano come veri e propri hub tecnologici. Tuttavia, la capacità di sostenere le startup nelle fasi di scale-up resta limitata, con una forte dipendenza da investitori esterni.
Il rischio è duplice: da un lato, la perdita di controllo su tecnologie strategiche; dall’altro, la possibilità che le startup europee si spostino all’estero per trovare capitali più consistenti. “Una raccolta da 100 milioni è molto difficile, forse impossibile, solo con investitori europei”, ha dichiarato Sander Verbrugge, partner di Innovation Industries.
Corporate venture capital: un potenziale ancora inespresso
Un altro punto critico riguarda la scarsa partecipazione delle imprese europee negli investimenti AI. Mentre le corporate europee rappresentano il 25% del capitale investito in venture tradizionale, la quota scende al 15% per l’AI. Il report evidenzia come settori strategici per l’Europa – come la manifattura avanzata, l’energia e la mobilità – siano ancora poco coinvolti.
Solo alcuni attori, come Bertelsmann, Wayra e Bosch, mostrano un impegno significativo. Ma il panorama resta frammentato, con una forte concentrazione di investimenti nei settori digitali e una sottoutilizzazione del potenziale industriale europeo.
Central and Eastern Europe: una crescita silenziosa ma promettente
Il report dedica ampio spazio alla regione Cee (Central and Eastern Europe), che sta emergendo come un’area dinamica per l’innovazione AI. Paesi come Polonia, Romania, Estonia e Lituania mostrano tassi di crescita impressionanti, pur partendo da volumi di investimento più contenuti.
La Polonia, in particolare, si distingue per un ecosistema maturo, con forti cluster industriali e investimenti pubblici in supercomputing e formazione AI. L’Estonia, invece, guida per numero di startup AI pro capite, grazie a una cultura digitale avanzata e a politiche di open innovation.
Relocation e attrattività: l’Europa come destinazione globale
Un trend interessante riguarda la relocation delle startup AI. Se storicamente il flusso era unidirezionale verso gli Stati Uniti, oggi l’Europa sta diventando una meta ambita per aziende globali. Poolside AI, fondata da ex dirigenti GitHub, ha trasferito la sede a Parigi dopo un round da 126 milioni di dollari. Partsol, invece, ha scelto Dublino per il proprio quartier generale.
Le motivazioni sono molteplici: talento qualificato, stabilità normativa, accesso a fondi pubblici e un mercato integrato da 450 milioni di consumatori. La regolamentazione europea, spesso vista come rigida, viene rivalutata come asset strategico per lo sviluppo di AI affidabile e conforme.
Le raccomandazioni della Commissione: tre priorità per il futuro
Il report si chiude con una serie di raccomandazioni operative per rafforzare l’AI economy europea. Le priorità sono tre.
Rafforzare il capitale per il scale-up. Creare un veicolo dedicato all’AI all’interno dello Scaleup Europe Fund, con focus su round da 100 milioni in su e su tecnologie fondamentali. Introdurre meccanismi di salvaguardia per evitare dipendenze strategiche da capitali esterni.
Ridurre la frammentazione e incentivare la mobilità intra-Ue. Sviluppare corridoi AI tra hub consolidati e regioni emergenti, semplificare le condizioni normative e creare una piattaforma europea per la relocation delle startup.
Coinvolgere maggiormente le corporate europee. Incentivare il corporate venture capital nei settori strategici, promuovere piattaforme di co-sviluppo e rafforzare la formazione manageriale sull’AI.
Un ecosistema in evoluzione, tra opportunità e sfide
Il quadro che emerge dal report è quello di un’Europa in movimento, capace di attrarre talenti e capitali, ma ancora lontana dai livelli di scala necessari per competere con Stati Uniti e Cina. La sfida è costruire un ecosistema AI robusto, distribuito e strategicamente autonomo, dove innovazione e investimento si alimentino reciprocamente.
Il punto a Telco per l’Italia il 3 dicembre
Di AI economy e del modo in cui l’intelligenza artificiale sta ridisegnando il futuro del settore Tlc si parlerà a Telco per l’Italia il prossimo 3 dicembre, nella splendida cornice di Roma Eventi – Fontana di Trevi.
Qui il link per le iscrizioni.



































































