“Il forum delle Tlc arriva a pochi giorni dalla firma dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto Nazionale di lavoro. Un rinnovo faticoso per il quale ci siamo battuti con fermezza. Ora si apra una fase nuova. Il settore ha bisogno urgente di interventi di politiche industriali e regolatorie da parte del Governo“. Si è espresso così Riccardo Saccone, segretario generale di Slc Cgil, intervenendo al Forum Nazionale delle Telecomunicazioni in Italia 2025 “L’urgenza di agire. Per costruire un’Italia più connessa, competitiva e innovativa”, organizzato da Assotelecomunicazioni-Asstel e dalle Organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.
Una posizione condivisa da tutti i sindacati: il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro nel settore delle telecomunicazioni è una buona notizia, ma ora serve di più per rilanciare questa industria strategica per il Paese, la digitalizzazione e l’occupazione.
Secondo Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom-Uil, “È certamente positivo essere giunti al rinnovo del contratto nazionale dopo quasi tre anni. Tuttavia, siamo pienamente consapevoli che il settore necessita di interventi strutturali e concreti da parte delle istituzioni, indispensabili per superare una fase ormai prolungata di difficoltà che ha compromesso la sostenibilità dell’intera filiera”.
Bisogna “dare gambe al patto per lo sviluppo industriale della filiera ed insieme chiedere al governo e a tutte le parti politiche la giusta attenzione per un settore determinante per la digitalizzazione del Paese”, ha ribadito Alessandro Faraoni, segretario generale di Fistel Cisl.
Indice degli argomenti
Slc Cgil: “La crisi dei ricavi non giustifica tutto, valorizzare le professionalità”
La transizione digitale del Paese passa dall’industria delle Tlc, ha affermato Saccone, “e non può più essere tollerata la disattenzione ed il pressappochismo che hanno contraddistinto l’azione dei Governi che si sono succeduti sino ad oggi”.
Il segretario generale di Slc Cgil ha proseguito: “Molto dipenderà anche dalle scelte che le imprese faranno. La crisi dei ricavi non giustifica tutto. Si punti con decisione all’innovazione, a partire dalla valorizzazione delle professionalità presenti ed alla preparazione di quelle future, perché questo torni ad essere un settore che punta all’occupazione di qualità, a partire dalla parte più debole della filiera, i customer, combattendo insieme i contratti “pirata” e qualsiasi tentazione di scaricare sulla catena degli appalti i costi di scelte industriali sbagliate”.
Fistel Cisl: “Affrontare con coraggio le sfide su AI e digitalizzazione”
“Per la Fistel Cisl è arrivato il momento dei fatti e non più delle inutili parole. Da troppi anni al Forum parliamo degli stessi argomenti: è ora di un cambio di passo reale e di affrontare il cambiamento del nostro settore da attori protagonisti, avere il coraggio di pilotare con Asstel le sfide del futuro su AI e digitalizzazione, saper educare ed indirizzare le lavoratrici ed i lavoratori alle reali necessità della filiera”, ha affermato Faraoni, segretario generale di Fistel Cisl.
Secondo Faraoni, “Proprio il recente rinnovo contrattuale delle Tlc guarda al cambiamento con nuove figure professionali, con la formazione continua come aspetto fondante per le trasformazioni nelle nuove professionalità richieste, la flessibilità orizzontale e verticale a garanzia dell’occupabilità, l’ampliamento del perimetro di rappresentanza per cloud ed Ict, il lavoro agile come strumento riconosciuto ed integrante dell’attività lavorativa – insomma, il coraggio del cambiamento per un contratto che guarda con fiducia al futuro”.
Uilcom Uil: “Avviare un confronto autentico tra Governo, imprese e sindacati“
Il comparto delle Tlc, “nonostante le profonde contraddizioni, continua ad avere bisogno di investimenti costanti – tecnologici e organizzativi – per rimanere competitivo”, ha evidenziato Ugliarolo, segretario generale di Uilcom Uil. “In questo quadro già complesso, incidono inoltre fattori esterni come il contesto internazionale, l’aumento dei costi energetici, la gestione delle frequenze e la forte pressione competitiva dovuta all’elevato numero di operatori presenti sul mercato. Elementi che, nel loro insieme, gravano ulteriormente sulla tenuta economica del settore delle telecomunicazioni”.
Secondo Ugliarolo è “particolarmente critica la situazione dell’assistenza alla clientela: i call center continuano a rappresentare l’anello più esposto, anche a causa di gare – incluse quelle pubbliche – che troppo spesso non considerano adeguatamente il costo del lavoro e che talvolta prevedono l’applicazione di contratti non comparabili con quello sottoscritto dalle principali organizzazioni sindacali del Paese, a partire da quello delle telecomunicazioni”.
Per questo al Forum Asstel Ugliarolo ha ribadito la necessità di avviare un confronto autentico tra Governo, imprese e sindacati. “È indispensabile – ha affermato – intervenire in modo concreto sulle numerose anomalie che caratterizzano il settore, così da garantire un reale rilancio dell’intera filiera e valorizzare il lavoro delle persone che ogni giorno contribuiscono al funzionamento dei servizi di telecomunicazione. In questa prospettiva diventa fondamentale potenziare anche gli strumenti a supporto della trasformazione, come il Contratto di espansione, per accompagnare i processi di riorganizzazione, sostenere la piena occupazione e favorire un’evoluzione equilibrata e sostenibile del settore”.
Il rinnovo del contratto di lavoro Tlc
“Il nostro settore vive un paradosso: da un lato è percepito come ricco, dall’altro soffre di una crisi strutturale profonda”, ha affermato il presidente di Asstel, Pietro Labriola. “Negli ultimi dieci anni i ricavi sono diminuiti in modo costante mentre gli investimenti sono rimasti elevati e a costi del capitale crescenti. Dal 2019 al 2023, infatti, il costo del capitale per le Tlc nel nostro Paese è salito dal 7,3% all’8,1%. Questo ha quasi azzerato la capacità delle imprese di generare cassa”.
“Il Forum 2025 arriva in un momento cruciale”, ha proseguito Labriola. “Il rinnovo del contratto nazionale delle Tlc rappresenta un patto di sistema tra imprese e sindacati. Non è un semplice rinnovo contrattuale, ma un vero e proprio contratto di trasformazione, pensato per accompagnare la transizione digitale e per rafforzare la competitività dell’intera filiera. Un accordo che guarda oltre i confini del nostro settore, perché riguarda non solo le 200 mila persone che vi operano, ma la crescita digitale dell’Italia”.
Diverse le novità del nuovo Ccnl. In particolare, il contratto introduce per la prima volta una distinzione all’interno della filiera Tlc per il comparto Crm–Bpo, il più esposto ai processi evolutivi e di transizione tecnologica, prevedendo maggiori strumenti di flessibilità per garantire sostenibilità economica e occupazionale e contrastare i fenomeni di dumping contrattuale.
Il contratto prevede, inoltre, l’introduzione di aree professionali per valorizzare le competenze delle persone, collegando in modo più diretto le responsabilità ai percorsi di crescita.
Dal punto di vista economico, nel triennio 2026–2028 il settore riconoscerà il recupero dell’inflazione Ipca maturata nei due cicli negoziali.













































