Il Digital Networks Act slitta ancora e il rinvio accende il confronto tra industria e istituzioni. L’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, nel corso del Foro di Dialogo Italia-Spagna, ha sottolineato come il provvedimento, atteso inizialmente per metà dicembre, sia stato spostato a gennaio e, secondo indiscrezioni, stia subendo una progressiva riduzione della portata originaria. “Lo stanno smontando pezzo per pezzo”, ha dichiarato Labriola, evidenziando il rischio di perdere un’occasione storica per affrontare la frammentazione del settore.
Il tema è cruciale: l’obiettivo fissato dall’Unione europea è completare entro il 2028 il mercato interno, includendo le telecomunicazioni. Una sfida che, come ha ricordato Enrico Letta, coordinatore per l’Italia del Foro, “è enorme e positiva, ma la frammentazione del mercato e delle reti rende tutto più piccolo e meno efficace”. Il rinvio del Digital Networks Act, dunque, non è solo una questione di calendario, ma il segnale di tensioni politiche e industriali che rischiano di rallentare il percorso verso un ecosistema digitale integrato.
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Digital Network Act: rinvio e controversie
Il Digital Networks Act nasce con l’obiettivo di armonizzare le regole per le telecomunicazioni in Europa, favorendo investimenti e consolidamento. Tuttavia, il percorso legislativo si è complicato. Come riportato da CorCom, sei Paesi Ue hanno chiesto di trasformare il regolamento in una direttiva, per tutelare le prerogative nazionali. Una richiesta che riflette le resistenze degli Stati membri a cedere competenze su un settore strategico.
Secondo le indiscrezioni, le modifiche in discussione riguardano punti chiave come la governance delle reti, le regole per il consolidamento transfrontaliero e le condizioni per la condivisione delle infrastrutture. Elementi che, se indeboliti, rischiano di vanificare l’obiettivo di creare un mercato unico competitivo, capace di sostenere la transizione digitale e la leadership europea nelle tecnologie emergenti.
Frammentazione tlc: il nodo che blocca la crescita
La frammentazione del mercato europeo delle telecomunicazioni è da anni uno dei principali ostacoli allo sviluppo. Oggi operano oltre cento operatori, contro i tre grandi player che dominano il mercato statunitense e cinese. Questa dispersione riduce la capacità di investimento, rallenta l’innovazione e rende più difficile affrontare sfide come il 5G, la fibra e le reti cloud.
Labriola ha ribadito la necessità di “accelerare e avere coraggio”, sottolineando che senza un quadro normativo chiaro e stabile sarà impossibile attrarre capitali e realizzare economie di scala. Il consolidamento, tema centrale del Digital Networks Act, è visto dagli operatori come condizione indispensabile per garantire sostenibilità economica e competitività globale.
Scenario strategico: cosa cambia per l’Italia
Per l’Italia, il rinvio del Digital Networks Act si inserisce in un contesto delicato. Il Paese è impegnato nel completamento del piano di rete unica e nella realizzazione delle infrastrutture finanziate dal Pnrr. Un quadro normativo europeo favorevole potrebbe accelerare questi processi, mentre l’incertezza rischia di generare ritardi e costi aggiuntivi.
Gli analisti avvertono che senza una spinta verso il mercato unico, l’Europa continuerà a perdere terreno rispetto alle economie più integrate. La frammentazione non è solo un problema industriale, ma un fattore che incide sulla competitività digitale complessiva, con impatti su settori come cloud, intelligenza artificiale e cybersecurity.









