Il regolamento europeo Dora entra nella fase più concreta. Ibm è stata designata fornitore Ict critico dalle Autorità di vigilanza con supervisione diretta sui controlli di resilienza. La decisione punta a mitigare il rischio sistemico e a rafforzare la fiducia nei servizi digitali del settore finanziario europeo.
La società ha dichiarato che lavorerà “a stretto contatto con le Autorità europee per garantire trasparenza e conformità” e che continuerà a investire in cybersecurity, difese e governance per tutelare la stabilità dell’ecosistema digitale.
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Il nuovo paradigma di sorveglianza
Il regolamento europeo Dora non è solo una norma tecnica: è una risposta strutturale alla crescente dipendenza da infrastrutture digitali. Per la prima volta, i fornitori Ict considerati critici saranno sottoposti a controlli analoghi a quelli delle istituzioni finanziarie. Questo significa obblighi di gestione del rischio, reportistica sugli incidenti e verifiche di governance.
Il perimetro della normativa è ampio e include banche, assicurazioni, società di investimento e i loro partner tecnologici. Tra questi, oltre a Ibm, figurano colossi del cloud e operatori di rete, a conferma di quanto la resilienza digitale sia ormai un tema trasversale.
Cos’è il regolamento europeo Dora
Entrando nel dettaglio, il regolamento europeo Dora, approvato nel 2022, stabilisce regole uniformi per la resilienza digitale della finanza europea. Richiede processi di gestione del rischio Ict, piani di continuità operativa, reporting degli incidenti gravi, test di penetrazione avanzati e un solido controllo del rischio di outsourcing. Introduce inoltre la supervisione diretta sui fornitori Ict ritenuti critici, con team incaricati di valutarne pratiche, controlli e concentrazione di mercato.
La normativa coinvolge l’intera filiera Ict: cloud, data center, reti e piattaforme. Per questo le telco sono parte integrante dell’equazione. La messa a terra dell’impianto dipende dalla qualità delle reti, dalla capacità di detection e risposta e da contratti di outsourcing allineati ai requisiti.
Telco al centro della resilienza
Per gli operatori di telecomunicazioni, il regolamento europeo Dora impone un salto di qualità. Serve monitoraggio proattivo, segmentazione, telemetria profonda e piani di continuità integrati con i processi delle istituzioni finanziarie. Le reti diventano un asset di compliance oltre che di servizio.
L’efficacia della normativa dipenderà dalla solidità delle infrastrutture di comunicazione e dalla collaborazione strutturata tra banche, provider cloud e telco. La connettività resiliente è il vettore che assicura qualità dei dati, tempi di ripristino e ispezionabilità dei flussi.
Ibm, priorità di investimento e supporto ai clienti
Dopo la designazione, Ibm ribadisce tre direttrici: collaborazione con i regolatori, supporto alla compliance dei clienti e investimenti in resilienza. L’azienda afferma di voler fornire risorse e guidance per accompagnare banche e assicurazioni nell’adeguamento alla normativa, senza frenare innovazione e competitività.
“Continueremo a rafforzare tecnologie di sicurezza, difese e governance a livello globale”, ha comunicato la società. La supervisione da parte delle Autorità europee sarà accompagnata da un engagement costruttivo e valorizzerà l’esperienza Ibm in risk management e regulatory compliance.
Contratti, audit e diritti di ispezione
La supervisione diretta sui fornitori critici non esonera le istituzioni finanziarie dalle proprie responsabilità. Banche e assicurazioni restano pienamente accountable per due diligence, audit e contingency plan. L’oversight potrebbe generare frizioni sui contratti, con i provider che invocano la vigilanza regolatoria per limitare oneri aggiuntivi imposti dai clienti. È un copione già visto con il Gdpr e destinato a riproporsi in ambito Dora.
Per le telco, significa rivedere Sla e clausole di uscita, rendere auditabili i processi, garantire tracciabilità e timestamping degli eventi, e allineare i piani di test con gli standard richiesti. La resilienza diventa metrica contrattuale e fattore competitivo misurabile.
Resilienza operativa: dai requisiti ai risultati
ùIl regolamento europeo Dora spinge verso testing avanzato, esercitazioni, red teaming e simulazioni su processi critici. Il focus è sui tempi di ripristino, sulla continuità di servizio e sulla protezione dei dati. Le telco devono portare questi requisiti nel Noc, nell’edge, nei peering e nelle interconnessioni multi-cloud.
La designazione di Ibm mostra che l’Ue intende creare un framework omogeneo e verificabile. La resilienza non è più promessa commerciale, ma obiettivo regolatorio con indicatori e controlli consolidati.
Prospettive per il mercato italiano
Nel contesto italiano, la normativa spingerà banche, assicurazioni e operatori di rete verso architetture ibride più osservabili e automatizzate. La priorità sarà integrare detection e response con business continuity e piani di comunicazione verso i regolatori.
La presenza di fornitori critici sotto supervisione europea potrà facilitare adozioni cloud in settori regolati, ma richiederà governance multilivello e contratti più robusti. La partita si gioca sulla qualità dell’operazione, sul tempo di ripristino e sulla visibilità end-to-end degli incidenti.










