Una review peer‑reviewed, “Environmental considerations for the decommissioning of subsea cables”, mette per la prima volta in fila driver, evidenze e raccomandazioni per la rimozione o il riuso dei cavi sottomarini fuori servizio. È una svolta per l’ecosistema digitale perché i cavi sottomarini trasportano il 99,9% del traffico dati globale e la loro rete supera 3,5 milioni di chilometri: la stagione della gestione a fine vita diventa una componente strategica della pianificazione delle nuove rotte e del riuso del fondale in un mare sempre più affollato da rinnovabili, interconnessioni energetiche e nuovi sistemi ottici. Il punto della review: recuperare conviene economicamente e in ottica di economia circolare e, se fatto bene, impatta poco e localmente, ma non sempre è possibile, né sempre è la scelta migliore.
l’analisi
Cavi sottomarini, il “fine vita” entra nell’agenda globale: focus su riciclo e vincoli regolatori
Una review pubblicata sul Journal of Environmental Management delinea il primo quadro sugli impatti ambientali della dismissione: riciclabilità oltre il 95%, effetti locali e di breve durata, limiti operativi in caso di seppellimenti profondi e ostacoli dagli incroci con altri cavi. In evidenza anche il riuso delle fibre come sensori distribuiti per tsunami ed ecosistemi marini. Ma bisogna fare attenzione alle normative

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