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AI e frammentazione geoeconomica: ecco i quattro scenari per il 2030



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Dalla creazione di un ordine mondiale digitalizzato all’esaurimento della spinta trasformativa delle nuove tecnologie: nel report intitolato “Four Futures for the New Economy: Geoeconomics and Technology in 2030”, il World Economic Forum esamina in che modo le tendenze attuali potrebbero plasmare l’economia nei prossimi cinque anni

Pubblicato il 30 dic 2025



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Dopo decenni durante i quali le aziende hanno beneficiato di un panorama economico globale relativamente favorevole, la convergenza di forze trasformative – come la frammentazione geoeconomica, la rapidissima evoluzione tecnologica, l’aumento del debito, i cambiamenti demografici e la transizione verde – sta ridefinendo l’economia e il contesto imprenditoriale, creando sia nuove opportunità che nuovi rischi.

L’effetto combinato è una nuova economia caratterizzata da volatilità e compromessi non sempre semplici da raggiungere. Di conseguenza, nell’ottica di non perdere la bussola in questo panorama in evoluzione, le organizzazioni devono anticipare, adattarsi rapidamente e prendere decisioni in condizioni di incertezza.

Quattro possibili futuri per l’economia del 2030

Il problema è: come farlo? Nel suo report intitolato “Four Futures for the New Economy: Geoeconomics and Technology in 2030”, il World Economic Forum ha esaminato le tendenze che potrebbero plasmare lo scenario economico, e quindi le strategie aziendali, nei prossimi cinque anni. In particolare, i risultati dell’indagine condotta coinvolgendo un cluster di responsabili dei processi decisionali hanno evidenziato tra i trend di maggiore impatto la commercializzazione dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti (72%) e la frammentazione geoeconomica (52%).

La prima edizione della nuova serie Scenarios for the Global Economy Dialogue Series del World Economic Forum, che utilizza l’analisi degli scenari e il dialogo intersettoriale per aiutare i decisori a orientarsi nelle tendenze globali, si concentra su quattro scenari plausibili, derivati come accennato dall’incrocio di due forze critiche: la geoeconomia e la tecnologia.

Ciascuno di questi scenari – che, sottolinea il World Economic Forum, non hanno lo scopo di prevedere dove sarà il mondo nel 2030, ma di fornire un quadro di riferimento per analizzare i rischi, le opportunità e le strategie in futuri alternativi – ha il potenziale per rimodellare i settori e le singole imprese, con implicazioni diverse per le strategie aziendali, i modelli di business e le decisioni di investimento.

Verso un ordine digitalizzato?

Il primo scenario è quello del cosiddetto Ordine digitalizzato, in cui la stabilizzazione geopolitica e la rapida adozione della tecnologia accelerano la crescita in tutti i settori e in tutte le aree geografiche. Il lato positivo è che i costi di adozione più bassi, l’interoperabilità digitale, gli investimenti in talenti e infrastrutture potrebbero contribuire a modernizzare gli ecosistemi digitali e ad accelerare la diffusione della tecnologia al di là delle aziende e delle economie all’avanguardia.

Tuttavia, la concorrenza strategica e le preoccupazioni relative alla disuguaglianza e alla governance algoritmica si intensificano. Mentre alcuni flussi commerciali e di investimento si riprendono, in molti paesi persistono tensioni interne a causa dell’aumento delle perturbazioni del mercato del lavoro e dei rischi di un uso improprio della tecnologia.

Le conseguenze di una normalizzazione geopolitica

Il secondo scenario è quello della Stabilità cauta, in cui la normalizzazione geopolitica riduce i premi di rischio e gli shock dei prezzi. Sebbene la stabilizzazione del commercio globale e dei mercati energetici crei un contesto economico più prevedibile, in questo scenario la crescita rimane stagnante.

Inoltre, i progressi tecnologici sono limitati a pochi settori e leader industriali, non riuscendo a fornire i benefici economici attesi e approfondendo ulteriormente il divario digitale.

La tecnologia potrebbe generare un “mondo ad alto rischio”…

Nel terzo scenario, denominato dal World Economic Forum Sopravvivenza basata sulla tecnologia, l’adozione diffusa della tecnologia e l’accresciuta volatilità geopolitica creano un mondo ad alto rischio. Le opportunità derivano dall’adozione accelerata della tecnologia all’interno dei paesi e delle alleanze.

Tuttavia, l’approfondirsi della frammentazione geoeconomica e la divergenza dei sistemi normativi aumentano la complessità operativa e i costi di conformità. Le persistenti guerre commerciali e la competizione per le risorse soffocano le ricadute positive di una crescita più ampia. I rischi informatici e gli attacchi alle infrastrutture critiche sono in aumento. Le imprese utilizzano la digitalizzazione per compensare l’impatto delle perturbazioni geopolitiche, creando nuove opportunità ma anche nuovi rischi.

…oppure rallentare fino ad annullare l’impatto trasformazionale

Nell’ultimo, forse più fosco, scenario, denominato Geotech Spheres, si assiste a un forte aumento della volatilità geopolitica e a un rallentamento dell’adozione della tecnologia. L’isolazionismo e le misure protezionistiche limitano i flussi commerciali anche tra paesi alleati. L’entusiasmo per la tecnologia pertanto svanisce, portando alla delusione per il suo promesso impatto trasformazionale. I prezzi degli asset crollano e i tassi di crescita si arrestano o precipitano. I mercati del lavoro nazionali diventano meno polarizzati, poiché le aziende cercano di riportare i posti di lavoro nel proprio Paese e creare campioni tecnologici locali, ma devono affrontare una significativa carenza di talenti. Le opportunità sono in gran parte limitate ai settori strategici, che beneficiano del sostegno del governo.

Strategie “no-regret” per prepararsi alla nuova economia

Questi scenari, come detto, non sono proiezioni, ma trame stilizzate per una prospettiva complessa e in evoluzione. Basandosi su una serie di dialoghi con responsabili della strategia e esperti senior, il nuovo rapporto del World Economic Forum identifica una serie di strategie “no-regret” che potrebbero aiutare le aziende a mitigare i rischi e a sfruttare le tendenze geopolitiche e tecnologiche, indipendentemente dal futuro che si prospetta.

In particolare, sviluppare l’intelligence geopolitica e rafforzare la funzione di previsione consentirà alle aziende di decifrare meglio i primi segnali e di adattarsi ai cambiamenti delle linee di frattura geopolitiche. Il potenziamento delle operazioni core, la creazione di infrastrutture resilienti, l’allocazione agile del capitale e le strategie integrate di tecnologia e talenti saranno inoltre determinanti nell’aiutare le aziende a creare una larghezza di banda operativa e finanziaria per navigare consapevolmente tra i rischi emergenti e cogliere nuove opportunità.

L’approfondimento delle partnership e delle alleanze strategiche, tra i vari settori e con il versante pubblico, può del resto aiutare a distribuire il rischio, scalare l’innovazione e affrontare le sfide comuni.

In ogni caso, chiosa il World Economic Forum, i vantaggi reali sul piano economico deriveranno dalla preparazione delle aziende a molteplici futuri possibili, nei confronti dei quali sarà cruciale la prontezza all’azione.

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