PRIVACY

Privacy, scoppia la guerra dei dati: Usa in pressing sulla Ue

Le conclusioni dell’avvocato generale della Corte di Giustizia europea, secondo cui i governi nazionali possono bloccare i dati, preoccupa il Dipartimento di Stato: “Asserzioni imprecise, così l’Europa mette a rischio i diritti individuali”

Pubblicato il 29 Set 2015

Privacy, scoppia la guerra dei dati: Usa in pressing sulla Ue

Si inasprisce la guerra dei dati tra Usa e Ue. Il governo statunitense ha infatti criticato esplicitamente gli argomenti dell’avvocato generale della Corte di giustizia Ue a sostegno della tesi per cui Facebook potrebbe minacciare la privacy e che la decisione della Commissione che dichiara adeguata la protezione dei dati personali negli Usa dovrebbe essere invalidata. Il Dipartimento di Stato americano ha indicato che l’opinione dell’avvocato generale Yves Bolt contiene “numerose asserzioni imprecise”. In gioco c’è il flusso dei dati del business americano (a partire da Facebook, Amazon e Google) tra le due sponde dell’Atlantico.

A fronte della valutazione dell’avvocato generale della Corte Ue secondo cui il diritto americano permetterebbe una sorveglianza indiscriminata sui dati dei cittadini europei, il dipartimento di giustizia Usa ribatte che “gli Stati Uniti non si impegnano e non sono stati impegnati nella sorveglianza indiscriminata di chicchessia inclusi i normali cittadini europei”.

Il rischio paventato dal Dipartimento di Stato è che se la Corte di Giustizia europea seguirà l’indicazione dell’avvocato generale ciò danneggerà in misura significativa i diritti individuali e i flussi di informazioni online.

Secondo la conclusione dell’avvocato generale della Corte Ue i singoli Stati dell’Ue possono fermare il trasferimento dei dati degli iscritti europei a Facebook verso server situati negli Stati Uniti.

Per Bolt l’esistenza di una decisione della Commissione Ue che dichiara che un paese terzo garantisce un livello di protezione adeguato per i dati personali trasferiti “non può elidere e neppure ridurre i poteri di cui dispongono le autorità nazionali di controllo in forza della direttiva sul trattamento dei dati personali”.

La direttiva sul trattamento dei dati personali, spiega infatti una nota della massima magistratura europea, dispone che il trasferimento di tali dati verso un paese terzo può avere luogo se esso garantisce per questi dati un livello di protezione adeguato. Quest’ultimo, deve essere certificato dalla Commissione Ue. In caso di verdetto favorevole, il trasferimento di dati può avvenire.

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