FINANZA

Criptovalute, l’India banco di prova globale

La Banca centrale indiana al lavoro per analizzare tutti gli aspetti: dalla sicurezza all’impatto sul settore finanziario e sulla politica monetaria nazionale. In discussione anche la scelta tra un registro centralizzato e la tecnologia di registro distribuito

Pubblicato il 27 Ago 2021

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La Reserve Bank of India pare intenzionata a seguire l’esempio di altre banche centrali: così come sta avvenendo in Cina, Europa e Regno Unito, anche qui è allo studio il lancio prova di una valuta digitale nazionale. Secondo quanto riferito dal governatore della banca centrale, Shaktikanta Das, a dicembre potrebbe essere infatti ufficialmente testato la Cbdc indiana, ovvero la versione online della rispettiva valuta legale: in altre parole, la rupia digitale.

Prime prove entro la fine dell’anno

La Rbi starebbe in particolare studiando vari aspetti della possibile valuta digitale, tra cui la sua sicurezza, l’impatto sul settore finanziario indiano e il modo in cui influenzerebbe la politica monetaria e la valuta in circolazione.
Sterebbe anche esplorando la scelta tra avere un registro centralizzato per la valuta digitale o la cosiddetta tecnologia di registro distribuito (Dlt), database digitale che consentirebbe a più partecipanti di accedere, condividere e registrare transazioni contemporaneamente. Un registro centralizzato significa invece che il database è di proprietà e gestito da una singola entità, in questo caso la banca centrale.

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“Penso che entro la fine dell’anno dovremmo essere in grado di – forse saremmo in grado – di iniziare le nostre prime prove”, ha detto Das. Il suo vice, T Rabi Shankar, il mese scorso ha affermato che la banca centrale starebbe lavorando a una “strategia di attuazione graduale” della valuta digitale.

Interesse crescente da parte delle banche centrali

Nell’ultimo anno le banche centrali hanno intensificato i loro sforzi per esaminare la possibilità di implementare le proprie valute digitali a seguito di un calo dell’utilizzo di contanti e del crescente interesse per le criptovalute come il bitcoin.
La People’s Bank of China sta aprendo la strada, con prove reali già in atto in diverse città. Anche la Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra stanno esaminando rispettivamente un euro digitale e una Cbdc del Regno Unito.
Le Cbdc differiscono dalle criptovalute in diversi modi importanti: in primo luogo, sarebbero completamente regolamentate e sotto un’autorità centrale, in genere le banche centrali. In secondo luogo, invece di essere un asset negoziabile con prezzi estremamente fluttuanti, le valute digitali della banca centrale funzionerebbero più come le loro controparti legali e avrebbero un’ampia accettazione.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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