ITALIA-CINA

3 Italia, Novari: “A lungo discriminati dal solito club di investitori”

L’Ad della telco controllata da Hutchison Whampoa: “Siamo il maggior singolo investimento straniero nel Paese. Perché gli investimenti dall’estero continuino è necessario sconfiggere la burocrazia”

Pubblicato il 19 Nov 2014

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“Non basta portare investimenti cinesi in Italia, è anche fondamentale tutelarli. Non ho paura di dire che anche noi di 3 Italia abbiamo subito a lungo una pesante discriminazione perché non facevano parte del solito club degli investitori, e siamo stati soli contro la lobby che voleva tenerci fuori dal business”.

Lo afferma Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia. “E non basta – ha aggiunto – 3 Italia rappresenta il maggior singolo investimento straniero nel nostro Paese, 12 miliardi di euro, che sono stati un contributo importante alla storia della cooperazione tra Cina e Italia. Ma perché questo impegno continui bisogna anche sconfiggere la paralizzante burocrazia italiana”.

“Il presidente Prodi parlava della via della seta marittima, ebbene: ho impiegato 5 anni a convincere i miei azionisti a investire nel porto di Taranto, lo hanno fatto a condizione che venissero eseguiti i necessari lavoro di adattamento per accogliere le grandi navi portacontainer, si sono firmati tutti gli accordi necessari per completare i lavori in due anni ma ne sono passati sei e i lavori non sono neanche iniziati. Con quale faccia, oggi, posso proporre ai miei azionisti ulteriori investimenti?”.

Quanto alla vulgata che i cinesi siano bravi soprattutto a copiare, Novari suggerisce invece di iniziare a copiare da loro: “Anche nell’alta tecnologia – conclude – dove hanno compiuto progressi straordinari”.

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