IL REPORT

Abi: digitale priorità per le banche, ma la spesa Ict non decolla

Multicanalità integrata e sistemi IT evoluti nel mirino degli istituti di credito. Ma solo il 32% pensa di aumentare il budget destinato all’innovazione

Pubblicato il 28 Mar 2013

F.Me.

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Digitalizzazione, innovazione, multicanalità integrata e più efficienza delle infrastrutture grazie a sistemi informativi evoluti e a un’accelerazione nella dematerializzazione dei processi. Sono queste la priorità nei programmi d’investimento in tecnologia delle banche italiane, insieme al costante adeguamento alle normative nazionali ed europee e all’ulteriore potenziamento dei sistemi di sicurezza. A scattare la fotografia dell’impegno e delle priorità delle banche italiane sul fronte della spesa Ict è l’ottava edizione del rapporto sui trend del mercato Ict per il settore bancario di Abi Lab, il Consorzio per la Ricerca e l’Innovazione per la banca promosso dall’Abi.

Per quanto riguarda le previsioni di spesa formulate dalle banche sul budget Ict 2013, dall’indagine Abi Lab emerge una sostanziale stabilità per oltre un terzo delle banche che non prevede variazioni rispetto al 2012 (37,5%). Il 32% del settore, invece, pensa di aumentare gli investimenti in tecnologia nonostante la difficile congiuntura.

“In una fase ancora complessa per l’economia italiana e internazionale – ha detto Giovanni Pirovano, membro del Comitato Esecutivo Abi con delega per l’innovazione – le banche sono chiamate a trovare soluzioni organizzative e infrastrutturali sempre più innovative, per aumentare l’efficienza e la varietà dei servizi offerti riducendo i costi. In questa prospettiva, tecnologia, digitalizzazione e multicanalità integrata sono un volano fondamentale su cui puntare per razionalizzare l’attività e i processi ampliando, allo stesso tempo, l’offerta delle banche con nuovi prodotti e servizi sempre più evoluti e funzionali a imprese, famiglie e Pubblica Amministrazione”.

Complessivamente, le banche italiane hanno investito in Ict circa 4,3 miliardi di euro (stima per il 2012), sostanzialmente in linea con la spesa in tecnologia del 2011 (circa 4,5 miliardi). Stando all’indagine, il 43% dei progetti d’investimento ritenuti prioritari dalle banche italiane riguarda i processi interni e i canali di accesso ai servizi. Per quanto riguarda i canali, la parola d’ordine per le banche è “integrazione”, sia attraverso l’ulteriore potenziamento dei servizi di mobile e internet banking sia tramite la realizzazione di nuove piattaforme e di sportelli automatici sempre più evoluti. Sul fronte della maggiore efficienza dei processi interni, invece, gli investimenti sono finalizzati soprattutto a dematerializzare e a rendere più snelli ed efficienti processi e back office.

Un altro 27% dei progetti ritenuti prioritari dalle banche è dedicato alla compliance, il 18% allo sviluppo delle telecomunicazioni e dei sistemi informativi e il 12% riguarda i diversi aspetti della sicurezza, in particolare quella dei canali remoti. Sul fronte della compliance, gli investimenti maggiori riguardano l’allineamento ai requisiti di Basilea3, l’adeguamento alla disciplina contabile e fiscale e alla normativa antiriciclaggio, l’implementazione delle direttive europee (Psd e Mifid) e le attività di business continuity e disaster recovery.

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