Adobe vs Apple: “Minaccia lo sviluppo del web”

Botta e risposta tra le due aziende dopo che Apple ha respinto l’uso di Flash su iPhone e iPad. “Tutti gli standard che appartengono al mondo di Internet devono essere aperti”

Pubblicato il 14 Mag 2010

Nuovo capitolo nella disputa infuocata che vede contrapposte Apple
e Adobe. I co-fondatori della casa di Flash e Acrobat, Chuck
Geschke e John Warnock, hanno pubblicato una lettera aperta in cui
affermano che Apple minaccia il futuro sviluppo del web.
L’azienda ha anche lanciato un’aggressiva campagna
pubblicitaria sui giornali (New York Times, Washington Post, San
Francisco Chronicle, Financial Times, Wall Street Journal) e sui
principali siti Internet di news hitech.

La lettera di Adobe segue quella in cui il numero uno della Apple,
Steve Jobs, difendeva la decisione della Mela di non supportare la
tecnologia Adobe Flash su molti dei suoi popolari prodotti, tra cui
iPhone e iPad. Jobs descriveva in quella lettera il software di
Adobe (usato su molti siti per video e animazioni) come un
“sistema chiuso” e "al 100% proprietario".

"Anche se i prodotti Adobe Flash sono ampiamente diffusi,
questo non vuol dire che siano aperti, anzi sono controllati
interamente da Adobe e possono essere resi disponibili solo da
Adobe", ha scritto Jobs. Anche Apple ha “molti prodotti
proprietari”, ammetteva il numero uno dell’azienda
dell’iPhone, ma "tutti gli standard che appartengono al
mondo del web devono essere aperti”.

Tra l’altro, secondo Jobs, Flash ha performance scarse quando
usato sugli smartphone touchscreen e i device portatili. I
co-fondatori di Adobe non hanno tardato a far arrivare una replica
infuocata.

"Riteniamo che i consumatori debbano poter accedere
liberamente ai contenuti e alle applicazioni che preferiscono,
indipendentemente dal computer che possiedono, dal browser che
prediligono, o dal device che meglio risponde alle loro
necessità”, scrivono Geschke e Warnock. "Nessuna azienda
– non importa quanto grande o creativa – dovrebbe dettare
ordini su che cosa si può creare e come o su quale debba essere
l’esperienza sul web”.

I due manager proseguono: "Come fondatori di Adobe, pensiamo
che i mercati aperti siano nel miglior interesse di sviluppatori,
proprietari di contenuti, e consumatori. Se il web si spezzetta in
tanti sistemi chiusi, se le aziende mettono contenuti e
applicazioni dietro muri protetti, alcuni sicuramente ne
beneficiano, ma il loro successo arriva a spese della vera
creatività e innovazione che ha fatto di Internet una grande forza
rivolutionaria”.

Secondo Geschke e Warnock, il software di Adobe, e in particolare
Flash, è aperto: “Noi pubblichiamo le specifiche di Flash, il
che significa che chiunque può crearsi il proprio Flash
player". Apple, invece, ha l’atteggiamento opposto, e “ha
intrapreso un cammino che potrebbe minacciare l’avvento del nuovo
capitolo dell’era del web – il capitolo in cui il numero di
device mobili supererà quello dei computer, in cui ogni persona
potrà diventare editore di contenuti, e in cui ai contenuti si
accederà ovunque e in ogni momento”.

Concludono i due co-fondatori di Adobe: “La vera domanda è: Chi
controlla il world wide web? Noi riteniamo che la risposta sia:
nessuno, e tutti, ma certamente non una singola azienda”.

Apple ha immediatamente replicato a questa lettera, facendo sapere
tramite un portavoce di essere del tutto favorevole agli standard
web aperti e ribadendo la sua posizione secondo cui "Flash non
è uno standard web aperto come l’Html. E’ un prodotto
proprietario di Adobe. Chiedetelo al W3 consortium: ha scelto
l’Html5, che anche Apple supporta".

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