IL CASO

Airbnb fa “pace” col Fisco: accordo da 576 milioni

La transazione relativa agli anni 2017-2021. Confronto in corso anche sul biennio 2022-2023. E la piattaforma si impegna a fare da sostituto di imposta così come previsto dalla legge di Bilancio 2024. “Italia mercato chiave”

Pubblicato il 13 Dic 2023

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Accordo tra Airbnb e l’Agenzia delle Entrate. La piattaforma di affitti brevi verserà al fisco italiano 576 milioni di euro in relazione agli anni dal 2017 al 2021 per chiudere il contenzioso in corso.  Di questi 576 milioni, 174 milioni sono a titoli di sanzioni amministrative per le violazioni commesse e 49 milioni di interessi. L’annuncio arriva dall’Agenzia delle Entrate dopo la firma da parte di Airbnb dell’accertamento con adesione per chiudere i rilievi relativi alle indagini fiscali condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano.

L’importo, spiega l’Agenzia, è stato determinato in seguito alla ricostruzione della base imponibile su cui la società avrebbe dovuto applicare la ritenuta del 21%.

Confronto anche sugli anni 2022-2023

Airbnb non cercherà di recuperare dagli host le ritenute fiscali per questo periodo. “Stiamo anche proseguendo il confronto costruttivo con le autorità per quanto riguarda il periodo 2022-2023 – evidenzia l’azienda in una nota – L’Italia è un mercato importante per Airbnb. L’accordo di oggi significa che possiamo concentrarci nella continuazione della nostra collaborazione con le autorità italiane in materia di tasse, regole per le locazioni brevi e turismo sostenibile, a vantaggio degli host e degli ospiti.

Il sequestro preventivo

Ad Airbnb il mese scorso erano stati sequestrati 779 milioni di euro da parte della procura di Milano per il periodo 2017-2021 per mancata applicazione del decreto entrato in vigore nel 2015 e che imponeva alla piattaforma di affitti brevi di trattenere la cedolare secca al 21% sugli affitti. Contro il provvedimento l’azienda aveva presentato ricorsi, poi respinti, in Italia e in Europa.

Airbnb sarà sostituto di imposta

Inoltre Airbnb si impegna a fare da sostituto di imposta come previsto dalla legge di Bilancio 2024 che, nella sua versione attuale, chiarisce come le piattaforme dovrebbero effettuare in futuro la ritenuta delle imposte sul reddito degli host non professionali in Italia.

“Abbiamo accolto con favore questa proposta normativa e ci stiamo preparando ad adempiere, con l’introduzione di un meccanismo di trattenuta e versamento delle imposte sui redditi degli host rilevanti all’Agenzia delle Entrate”, spiega una nota di Airbnb.

Le azioni future di Airbnb

Airbnb sta inoltre lavorando per conformarsi a DAC7, la normativa quadro europea sulla trasmissione dei dati fiscali da parte delle piattaforme digitali. “Queste regole sono pensate per permettere alle autorità nazionali di raccogliere le tasse dovute supportando al contempo un sistema di trasmissione dei dati coerente e standardizzato – puntualizza l’azienda – Abbiamo già informato gli host italiani di come questi cambiamenti si rifletteranno sulla loro attività tramite Airbnb e continueremo a chiedere loro le informazioni previste da DAC7 prima che queste vengano condivise con l’Autorità fiscale in Irlanda (dove Airbnb Ireland ha la propria sede) nel gennaio 2024, e successivamente all’Agenzia delle Entrate”.

Airbnb accoglie con favore anche i progressi in materia di regole per gli affitti brevi, compresa la creazione di un sistema di registrazione nazionale in Italia e il quadro europeo di condivisione dei dati. “Questi progressi renderanno più semplice per i centri storici come quelli di Venezia e Firenze comprendere chi ospita e quanto a lungo, consentendo di sviluppare politiche pubbliche proporzionate al fenomeno – conclude la nota – L’azienda è determinata a collaborare con le autorità italiane per il successo di queste regole”.

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