Almunia: “Google dovrà garantire la concorrenza in Europa”

Il responsabile dell’Antitrust Ue annuncia che la denuncia di Microsoft non è l’unica sul piatto. L’Europa si prepara ad analizzare le 500 risposte al sondaggio mirato a indagare lo stato dell’arte del mercato online che potrebbe riservare cattive sorprese per la web company americana

Pubblicato il 11 Apr 2011

Google ha ottenuto il via libera del dipartimento di Giustizia
americano per il suo acquisto da 700 milioni di dollari di Ita
Software, ma a condizione che renda i dati di viaggio disponibili a
motori di ricerca concorrenti e permetta al governo di passare in
rassegna eventuali reclami che dovessero arrivare su possibili
comportamenti sleali di Google sul mercato dell’online
travel.

Come riporta oggi Bloomberg, Big G ha acconsentito a dare in
licenza il software di travel information di Ita ad altre società,
a creare dei firewall per proteggere i dati dei clienti e ad
istituire una piattaforma di arbitraggio per le controversie sulle
tariffe.

“L'accordo che proponiamo assicura che i siti che offrono
prenotazioni di viaggi e confronti tra i prezzi dei biglietti aerei
saranno in grado di competere in modo efficace ed equo, con
benefici reali per i consumatori”, ha dichiarato il
vice-procuratore generale Joseph Wayland. Ora l’accordo, che
scaturisce da otto mesi di revisione dell’operazione Google-Ita
da parte del dipartimento di Giustizia americano, deve essere
approvato da un giudice federale.

Ma secondo gli esperti, le condizioni imposte dalle autorità a
Google aprono le porte a una più vasta indagine del governo Usa
sull'attività di ricerca di Mountain View. “Siamo
intenzionati a chiudere questa acquisizione il prima possibile”,
ha commentato Google, assicurando che permetterà ai clienti di Ita
di estendere i propri contratti fino al 2016 e che darà in licenza
il software Qpx di Ita in base a termini “equi e non
discriminatori”. “Le condizioni chieste dal dipartimento di
Giustizia danno il via libera all’acquisizione ma non alleviano i
timori che Google possa usare il suo potere di mercato per ridurre
la concorrenza”, replica D. Jarrett Arp, avvocato esperto di
questioni antitrust presso lo studio Gibson, Dunn & Crutcher a
Washington. “Semplicemente l’accordo con le autorità indica
che Google si deve aspettare un incremento del controllo
dell’antitrust".

E mentre restano questioni aperte tra Google e le autorità che
vigilano sulla concorrenza negli Usa, nemmeno in Europa Big G può
rilassarsi, visto che il commissario Joaquin Almunia ha fatto
sapere che il reclamo presentato da Microsoft contro Google la
scorsa settimana (che ha fatto partire l'ennesima indagine Ue)
“non sarà l’ultimo” e che i regolatori hanno ricevuto oltre
500 risposte ai questionari mandati all’inizio dell’anno a web
companies, editori e inserzionisti per conoscere il funzionamento
del mercato online. Data la posizione dominante acquisita da
Google, nota il commissario europeo alla concorrenza, c’è da
aspettarsi nuove azioni contro il colosso americano della search e
dell’advertising online all’interno dell'Unione
europea.

Google, infatti, che negli Usa ha circa il 75% della ricerca su
Internet, mentre Microsoft e Yahoo!, ormai partner, si dividono il
resto, in Europa controlla il 95% del mercato e Almunia ha
ribadito, parlando a una conferenza a St. Gallen, in Svizzera, che
l’agenzia antitrust dell’Ue sarà “decisa nell’eliminare
ogni tipo di ostacolo” che potrebbe impedire ai concorrenti di
intaccare questo predominio.

Almunia ha anche riferito di aver incontrato l’ex chief executive
officer di Google Eric Schmidt, che gli ha chiesto di chiudere
l’indagine aperta la scorsa settimana il prima possibile. Il
commissario Ue ha promesso tempi brevi: ciò richiederà "un
intenso lavoro per raccogliere tutte le informazioni
necessarie", ma Google ha garantito la piena collaborazione.

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