Anfov: “Un codice etico per il green Ict”

L’associazione punta il dito contro il vuoto normativo nel settore. Il Dg Catania: “Serve un vedemecum operativo che consenta alle aziende di portare avanti i progetti”

Pubblicato il 25 Giu 2010

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Un codice etico per il green Ict. Questo il progetto a cui lavora
l’Anfov, l’associazione italiana per la comvergenza nei servizi
di comunicazione. “L’Italia ha un vuoto normativo enorme –
sottolinea il direttore generale di Anfov, Nino
Catania
-. Basti pensare che rislae al 2001 il Libro Verde
dell’Unione europea dedicato alla promozione della
responsabilità sociale delle imprese, a cui in Italia non hanno
fatto seguito iniziative governative. Si va avanti con convegni e
congressi, ma per il resto latita la messa a punto di un quadro di
regole a cui le aziende possano fare riferimento”.

Nonostante l’impasse qualcosa si muove: le aziende, soprattutto
quelle di grandi dimensioni e in particolare quelle attive nel
settore dell’Ict, si sono attivate con progetti mirati ad
abbattere i consumi energetici e le emissioni di CO2. L’Ict
rappresenta una delle principali soluzioni green anche se al
contempo non va sottovalutato il crescente aumento dei consumi
energetici del comparto che secondo stime fornite dall’Anfov sono
destinati a crescere ad un tasso del 3,5% di qui al 2020. La
diffusione delle smart grid, che nei prossimi anni raggiungerà
dimensioni ragguardevoli – sottolinea l’Associazione – sarà una
delle cause inevitabili del trend. Il maggior impatto dei consumi
energetici in ambito Ict a livello europeo è causato dall’office
equipment (60 Tw), dai data center (che dagli attuali 50 Tw
genereranno consumi per 100 Tw nel 2020) e dai broadband
equipment.

“Attraverso l’Osservatorio sul Green Ict, che quest’anno è
giunto alla terza edizione, monitoriamo le best practice nazionali
che stanno crescendo in quantità e anche in volumi di
investimento”, puntualizza Catania. “Continueremo a portare
avanti la ricognizione e parallelamente saremo impegnati nel dare
vita al nuovo codice etico”. In dettaglio l’Anfov punta a
realizzare una sorta di vademecum operativo “un testo unico delle
pratiche d’uso”, dice Catania, che possa consentire alle
aziende interessate a portare avanti progetti green di avere a
disposizione un “canovaccio”.

“L’impegno e il rispetto delle prescrizioni applicabili in
termini di corporate social responsability e carbon footprint
fornisce alle aziende oltre che un ritorno economico, ad esempio in
termini di risparmio energetico, benefit quali il riconoscimento e
il miglioramento dell’immagine aziendale nei confronti di clienti
e investitori”, puntualizza Catania. Per portare avanti
l’iniziativa l’Associazione intende coinvolgere una serie di
partner istituzionali, come il Cnr, e aziende leader nel settore
dell’energia a partire dal Enel e Eni. E sarà determinante anche
il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori. “Abbiamo
avviato i primi contatti – annuncia il direttore generale
dell’Anfov – per stringere collaborazioni e fare in modo che la
messa a punto del codice etico possa prendere corpo il più
rapidamente possibile”.

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