LA SEGNALAZIONE

Antitrust: sms italiani tra i più cari d’Europa

In una segnalazione ad Agcom, l’Authority per la concorrenza rileva che, a gennaio 2012, il prezzo dei “messaggini” era 4,57 centesimi, contro una media europea di 3,15 centesimi

Pubblicato il 08 Apr 2013

L.M.

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Il prezzo commerciale all’ingrosso degli sms in Italia, in media pari a 4,57 centesimi a gennaio 2012, è tra i più alti in Europa, dove si registra una media pari a circa 3,15 centesimi. Lo afferma l’Autorità Antitrust in una segnalazione inviata all’Agcom e pubblicata sul bollettino settimanale, sostenendo: “Nonostante il trend decrescente dei prezzi dei servizi di terminazione sms in Italia, questi ultimi si assestano ancora su livelli più alti rispetto alla media dei Paesi europei”.

Secondo i risultati di studi di settore, afferma l’Antitrust, il prezzo commerciale wholesale degli sms in Italia (in media pari, nel gennaio 2012, a 4,57 euro/cent) è tra i più alti in Europa (dove si registra una media pari a circa 3,15 euro/cent). A questo si aggiungono le analisi dell’Agcom che mostrano come il ricavo unitario da servizi di terminazione offerti all’ingrosso sia stato pari nel 2011 a 4,5 euro/cent,a fronte di un prezzo medio ai clienti finali, stimato dal regolatore nel medesimo periodo, pari a 2,3 euro/cent.

L’obiettivo della nota emessa dall’Authority era verificare se questo mercato abbia bisogno di una regolamentazione ex ante: l’Antitrust conclude condividendo le valutazioni espresse dall’Agcom, “circa la non suscettibilità di una regolamentazione ex ante del mercato in questione, in ragione della tendenza dello stesso a produrre nel tempo le condizioni tipiche di un mercato concorrenziale”, ma rileva appunto come i prezzi dei nostri sms siano più alti della media europea.

Per questo, l’Antitrust auspica che l‘Agcom “continui a svolgere l’attività di monitoraggio sull’evoluzione del livello dei prezzi dei servizi di terminazione sms in Italia, così da verificare che gli stessi rispondano ai criteri di obiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità, che informano l’accesso al mercato delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica”.

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