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Assintel: Ict, mercato del lavoro in rosso

Secondo l’Osservatorio delle competenze nell’Ict, diminuiscono i posti fissi a favore degli atipici. In calo anche potere d’acquisto e tariffe professionali

Pubblicato il 05 Dic 2012

P.A.

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Mercato del lavoro in rosso per l’industria dell’Ict nel 2012: meno posti fissi e più atipici (25%), potere d’acquisto in calo (-2,8%) e tariffe ancora al palo (-1,5%). Questi alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio delle competenze nell’Ict, con il quale Assintel ha presentato uno spaccato aggiornato al 2012 dell’impatto della crisi economica sul mercato Ict dal punto di vista delle risorse umane. Sullo sfondo, le potenzialità legate alle nuove tecnologie del digitale.

Nella “Nuova IT” legata al digitale mancano investimenti in ricerca e sviluppo (40%) e competenze adeguate (27%): buone prospettive per le aree dei Social Network, del Cloud e del Mobile. I giovani laureati nell’area Ict restano penalizzati nelle retribuzioni di ingresso (-5,2%) ma poi recuperano (+3,1%) rispetto agli altri settori.

In un contesto di crisi economica conclamata, le 132mila imprese dell’Information & Communication Technology fanno i conti con un mercato contratto e tariffe sempre più basse, ma anche con le nuove frontiere promettenti legate all’economia del digitale.

I 612mila addetti contati al primo semestre 2012 sono in stallo rispetto al 2011, con un deflusso consistente dalle posizioni di lavoro dipendente a quelle atipiche, il 25,1% sul totale, soprattutto nell’area Servizi IT, Software e nel Canale.

Le retribuzioni nell’Ict crescono meno dell’inflazione: nei primi 6 mesi dell’anno un impiegato Ict perde il 2,8% del suo potere d’acquisto rispetto all’inflazione ad alta frequenza. Sul fronte delle tariffe professionali, il trend è negativo ormai da un decennio, ma si registra un lieve rallentamento della caduta: le tariffe 2012 scendono in media “solo” dell’1,5%, contro il calo del 2,6% dello scorso anno.

Così commenta Giorgio Rapari, Presidente di Assintel: “in questo ciclo economico insistentemente negativo, la nostra maggior preoccupazione è il progressivo depauperamento di ciò che è più prezioso per le aziende Ict: i talenti e la capacità innovativa. Il contesto politico-normativo non sembra però rispondere efficacemente al nostro allarme, mediamente inefficace nel rilanciare il mercato, e ancor di più nell’agevolare e sostenere imprese ed imprenditori. Assintel si pone in questo contesto come piattaforma in cui riunire le forze rappresentative del settore per essere punto di riferimento per un contratto di categoria e per gli sviluppi concreti dell’Agenda Digitale”.

Partner di Assintel sono Fondazione Politecnico di Milano, Idc, GiGroup e OD&M, Aica, itSmf, Iwa, con il patrocinio della Camera di Commercio di Milano.

Retribuzioni in rosso
La situazione di stallo dell’economia si riflette nelle retribuzioni dell’Ict, che continuano ad erodere il potere d’acquisto dei lavoratori. Mediamente nel 2011 le retribuzioni degli impiegati sono salite appena dello 0,7%, quelle dei quadri dello 0,9% e quelle dei dirigenti sono rimaste pressoché invariate, contro un tasso di inflazione sui beni ad alta frequenza del +3,5%. Nel primo semestre del 2012 recuperano solo i dirigenti (+2,7%) mentre quadri (+0,2%) e impiegati (-0,6%) restano al palo, con l’inflazione al +2,2%. Le retribuzioni dei profili nelle aree Ict continuano ad essere inferiori rispetto alle altre aree aziendali. Il divario maggiore si riscontra nei confronti dei colleghi dell’area marketing/commerciale, che guadagnano in media il 24% in più se dirigenti, il 12% in più se quadri e il 6,7% se impiegati. Qualche notizia positiva per alcuni specifici profili: Analista Sistemista (Quadri, +8,2%), Security Engineer (Quadri, +7,5%), Analista Programmatore (Impiegati, +5,7%) System Engineer (Quadri, +5,6%), Responsabile Sviluppo Software (Quadri, + 5,4%).

L’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro Ict
Il giovane laureato in materie tecnologiche entra nel mondo del lavoro con retribuzioni stabilmente penalizzanti (-5,2% rispetto alla media); successivamente il gap viene colmato, ed entro i 3/5 anni la retribuzione recupera il 13,9%, restando comunque più bassa di due punti e mezzo percentuali rispetto alla media impiegatizia. Per i diplomati invece c’è una premialità sia all’ingresso (+3,1% rispetto alla media impiegatizia) sia in fase di sviluppo (+3,1%), tuttavia la laurea tecnica premia in termini assoluti. Paradigmatiche le convinzioni relative al poter fare carriera, valide trasversalmente per tutti i settori: ai primi tre posti le raccomandazioni, la fortuna e la disponibilità a lavorare molto. Per le aziende, invece, al primo posto le competenze e il loro aggiornamento costante.

Il passaggio verso la “Terza Piattaforma” e il focus sulle competenze
Il mondo della Nuova IT (web, cloud, big data, collaboration e mobile), che Idc definisce “Terza Piattaforma”, è in rapida evoluzione e cresce, mentre le aziende tecnologiche riflettono su come riposizionarsi e su quali competenze puntare. Capitale umano, ricerca e sviluppo sono per il 51% delle aziende Ict intervistate la principale tipologia di investimento per posizionarsi sui nuovi trend digitali, ma per oltre il 40% di essi c’è una mancanza di risorse e per quasi il 30% una carenza di competenze adeguate. A proposito di competenze, il 40% delle aziende valuta non adeguati i percorsi di formazione (scolastici o di aggiornamento) sulle aree della Nuova IT, in particolare le aziende di medio-grandi dimensioni. Queste svilupperanno le competenze mancanti sia attraverso la rete dei partner (24,7%), sia con nuove assunzioni (17%) o formazione delle risorse interne (15,1%).

Il downpricing delle tariffe professionali Ict
Le tariffe professionali continuano ad essere critiche, confermando il trend di caduta libera in atto dal 2006, sebbene in rallentamento rispetto ai picchi negativi del 2009 e del 2011. Ecco le medie per tipologia di servizio: Consulenza -1,3%, Implementazione e System Integration -1,5%, Sviluppo applicativo -1,7%. Nel mercato della PA è iniziata una lenta inversione di tendenza dei minimi tariffari, che ad oggi risultano inferiori di almeno il 15% rispetto ai prezzi per i settori privati: una conferma dell’efficacia dell’accordo firmato da Assintel con Assinter (l’Associazione delle imprese Ict in-house della PA) sulla moratoria di contratti che comportino tariffe palesemente “sottocosto”.

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