LA RISTRUTTURAZIONE

Avaya fuori dalla crisi: 650 milioni di liquidità e debito ridotto del 75%

L’azienda completa il percorso ed esce dal Chapter 11. “Notevole flessibilità finanziaria per accelerare gli investimenti nel nostro innovativo portafoglio di comunicazioni basate sul cloud. Puntiamo a rafforzare il nostro ecosistema”

Pubblicato il 23 Mar 2023

Patrizia Licata

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Avaya uscirà dal Chapter 11 nelle prossime settimane. L’azienda, entrata nella procedura di amministrazione controllata lo scorso febbraio, ha completato che il tribunale fallimentare americano che cura la procedura ha approvato il suo piano di ristrutturazione finanziaria, il cui obiettivo finale è portare la liquidità oltre i 650 milioni di dollari e cancellare più del 75% del debito.

Questo darà ad Avaya una “sostanziale flessibilità finanziaria per accelerare gli investimenti nel nostro innovativo portafoglio di prodotti di comunicazione basati sul cloud a beneficio di clienti e partner”, si legge nella comunicazione ufficiale dell’azienda.

“La conferma del nostro piano di ristrutturazione da parte del tribunale  segna l’ultima importante pietra miliare della nostra ristrutturazione e ci aspettiamo di emergere formalmente da questo processo nelle prossime settimane”, ha reso noto Avaya.

Il piano di Avaya

Avaya sottolinea che la ristrutturazione finanziaria è anche una business transformation che la posizionerà come uno dei marchi più forti del suo settore e le garantirà successo nel lungo termine. L’azienda afferma di voler rafforzare la sua posizione competitiva, l’ecosistema di partner e la capacità di soddisfare le esigenze dei clienti investendo in prodotti innovativi.

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Avaya ha annunciato il 14 febbraio un processo di ristrutturazione accelerato supervisionato dal tribunale per attuare in modo efficiente la ristrutturazione finanziaria. Avaya e tutte le sue filiali statunitensi hanno presentato volontariamente richiesta di amministrazione controllata in base alla legge fallimentare Chapter 11 presso la Us Bankruptcy court for the Southern District. Le filiali al di fuori degli Stati Uniti non sono incluse in questo processo.

Il processo di ristrutturazione finanziaria non ha alcun impatto sulle parti interessate di Avaya, inclusi clienti, partner di canale e strategici, fornitori, venditori e dipendenti, fa sapere l’azienda: “Operiamo normalmente e continuiamo a servire l’ecosistema Avaya con soluzioni di comunicazione, servizi e supporto eccellenti. Tutti i venditori e i fornitori di Avaya vengono pagati per intero come al solito, indipendentemente da quando sono stati consegnati beni o servizi”.

L’obiettivo è superare presto la crisi e tornare una società solida e ben capitalizzata pronta a investire “aggressivamente” in nuovi prodotti e servizi.

La strategia include un processo in più fasi di spostamento del portafoglio e dei clienti interamente nel cloud, sia esso privato, multitenant o ibrido. Includerà anche un “rilancio culturale” che consentirà ad Avaya di portare in azienda i talenti giusti per la nuova strategia.

La ristrutturazione finanziaria

Questa è la seconda volta in sei anni che Avaya ricorre alla procedura fallimentare. Lo scorso febbraio, grazie al Chapter 11, la società ha ottenuto un finanziamento di 780 milioni di dollari per ristrutturarsi indicando che, al completamento del processo di ristrutturazione, ridurrà il debito complessivo di oltre il 75%, ovvero da circa 3,4 miliardi di dollari a circa 800 milioni. 

La nuova procedura non ha sorpreso gli analisti. Le difficoltà finanziarie di Avaya si legano alla trasformazione del business da legacy a cloud-based. A luglio l’azienda ha comunicato di aver registrato un crollo delle revenue del 20% durante il terzo trimestre 2022 della società, che si è concluso il 30 giugno 2022. A luglio ha tagliato la previsione sugli adjusted earnings del terzo trimestre del 60%, una cifra compresa fra i 50 milioni e i 55 milioni di dollari e ridotto la attese sul fatturato del 16%. Ad agosto ha mandato via il ceo Jim Chirico, alla guida dal 2018 e ha preso al suo posto Alan Masarek come presidente e ceo. A settembre l’azienda ha annunciato l’avvio di una ristrutturazione, incluso il taglio del personale, per ridurre i costi. A dicembre il Wall Street Journal hva pubblicato alcune indiscrezioni secondo cui l’azienda non era più in grado di far fronte ai debiti.

Lo stesso management di Avaya ha messo in guarda da un rischio delisting delle azioni dalla Borsa di New York perché il prezzo di chiusura medio del titolo ordinario era stato inferiore a 1 dollaro in un periodo consecutivo di 30 giorni di negoziazione.

Nei documenti depositati presso il tribunale federale che si occupa della procedura fallimentare Avaya inserisce il valore totale degli asset nella casella che indica “fra 1 miliardo e 10 miliardi di dollari” e i debiti sono di pari valore. Il numero di creditori si trova tra 25.001 e 50.000. Avaya ha detto di avere il sostegno di oltre il  90% dei creditori assicurati.  Tra i creditori non assicurati ci sono Verint Americas (22,93 milioni di dollari), Microsoft (9,01 milioni), Wistron Corp (8,9 milioni) e Shi International (7,71 milioni).

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