BANDA ULTRALARGA

Banda ultralarga: decreto Comunicazioni addio, entra in gioco il Cipe

L’annuncio del sottosegretario Giacomelli. Per finanziare le partnership pubblico-privato e gli incentivi si farà ricorso al comitato mentre per credito di imposta e voucher si deciderà come procedere. Non si esclude un ddl

Pubblicato il 26 Giu 2015

F.Me.

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E’ arrivato ieri il parere del Dipartimento affari giuridici e legali di Palazzo Chigi sulle misure previste per lo sviluppo della banda ultra larga. Lo ha annunciato Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico, spiegando che “per una serie di strumenti non c’è bisogno di una norma primaria e si andrà direttamente al Cipe, per un’altra parte è difficile motivare l’urgenza e dunque nei prossimi giorni vedremo come procedere a Palazzo Chigi”. Non si esclude un ddl.

Viene così abbandonata la strada di procedere con decreto legge e gli strumenti previsti dal piano per la banda ultra larga che mette in campo 7 miliardi di fondi si dividono in due binari: per i vecchi strumenti, come la partnership pubblico-privata, l’intervento diretto e l’intervento a incentivo si procederà con il Cipe; per gli altri strumenti, cioè il credito d’imposta, i voucher e il fondo di garanzia sarà a breve deciso come andare avanti. Alla domanda se fosse possibile procedere con un Ddl, Giacomelli ha risposto: “Sì, ad esempio”. Gli interventi al Cipe sono previsti “per l’autunno, una volta conclusa la consultazione con gli operatori e messo a punto il piano operativo”.

Intervenendo alla presentazione del rapporto Asstel Giacomelli ha chiarito, più nel dettaglio, quali saranno le mosse del governo.

“La parte degli strumenti previsti nel piano per la banda ultra larga che non andrà al Cipe in autunno sarà oggetto di “un coordinamento martedì a Palazzo Chigi”, ha detto. Quanto, invece, agli interventi per la semplificazione, previsti anche questi nella strategia per la banda ultra larga, Giacomelli ha precisato che “una parte di interventi è stata già fatta. Per un’altra parte il dl enti locali potrebbe essere la strada giusta”.

“Il governo conferma il suo impegno per la realizzazione delle infrastrutture e conferma anche gli strumenti che saranno usati”, ha aggiunto l’esponente del governo riferendosi al credito d’imposta, ai voucher e al fondo di garanzia. “Stiamo anche lavorando per mettere a punto ulteriori interventi di semplificazione”, ha proseguito il sottosegretario alle Tlc, lasciando intendere che misure di questo tipo potrebbero essere inserite nel decreto Enti locali. “Vogliamo andare avanti su tutto – ha aggiunto Giacomelli – l’investimento sulla digitalizzazione del Paese è una priorità di questo governo e il governo è una controparte disponibile a discutere ma anche a mettere in campo risorse e interventi normativi”.

Giacomelli ha quindi annunciato che subito prima della pausa estiva il governo convocherà gli operatori di tlc, ed Enel per un giro d’orizzonte che dovrebbe servire a “raccogliere tutte le indicazioni” per andare avanti con il piano sulla banda ultralarga.

Per il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, sull’attuazione del piano per la banda ultra larga “il fatto che siano state prese delle decisioni e’ una cosa importante. E’ stato fatto un passo avanti positivo, ma non si è scesi nei dettagli”. “Conoscere – ha aggiunto ricorrendo a una citazione – per deliberare”.

Come scritto nei giorni scorsi da CorCom la natura di urgenza tipica del decreto legge non si sposerebbe con i tempi, che rischiano di diventare biblici, delle valutazioni della Commissione europea a cui il provvedimento va per forza di cose notificato. Di fatto si sarebbe assistito a un paradosso: il decreto, sarebbe entrato immediatamente in vigore macon il rischio in un secondo momento (sei mesi? Un anno? Difficile dirlo) di essere in toto o in parte “bocciato” da Bruxelles con tutte le conseguenze del caso.

Il team di Palazzo Chigi starebbe ora lavorando a due diverse misure: da un lato una delibera Cipe per l’assegnazione dei fondi, dall’altro un nuovo provvedimento che conterrebbe le altre misure, come ad esempio i voucher e il credito di imposta. Un testo “bis” che non sarebbe approvato però prima di settembre anche considerato “l’intasamento” di decreti sul tavolo di Palazzo Chigi. Vero è però che il ricorso al Cipe non consentirebbe di sdoganare entro il 2020 i 6 miliardi e passa previsti dal Piano banda ultralarga. Stando a quanto risulta a CorCom per gli ultimi mesi del 2015 l’ammontare sarebbe risibile. E per gli anni a venire è tutto da vedersi di volta in volta, ma di qui al 2017 non si andrà oltre gli 830 milioni. E per l’anno in corso se il Cipe non delibera entro novembre le risorse dtorneranno nella disponibilità programmatoria.

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