LO STUDIO

Big data armi anti-frode nei servizi finanziari

Ricerca Xerox: un terzo delle aziende del settore assumerà ingegneri e data scientist nei prossimi due anni. Per l’immediato emerge la necessità di “fare pulizia” nei sistemi, per eliminare o correggere le informazioni imprecise

Pubblicato il 10 Feb 2016

A.S.

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Per combattere le frodi nel campo dei servizi finanziari le società specializzate ricorrono e ricorreranno in modo sempre più massiccio ai big data. E’ il risultato di uno studio commissionato da Xerox a Forrester consulting, da cui emerge che il 48% degli intervistati ha dichiarato che, nei prossimi 12 mesi, ha intenzione di analizzare gli storici dei clienti per identificare e affrontare potenziali comportamenti fraudolenti. Il sondaggio online è stato condotto su 330 senior business (Ceo, responsabili HR, Finanza e Marketing) e su responsabili IT, High Tech e aziende di servizi finanziari e industriali in Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. Tra i temi ai primi posti nell’agenda delle aziende del settore, inoltre, figurano come era prevedibile la sicurezza dei dati e le nuove sfide nel campo della privacy, soprattutto in conseguenza delle nuove regole dettate dalla General data protection regulation, che entrerà in vigore tra meno di due anni in tutti gli stati membri dell’Ue, e che prevedono procedure più rigide per le imprese.

“Quando sono coinvolti i dati finanziari dei clienti – spiega Craig Saunders, direttore dell’Analytics resource center presso Xerox consulting and analytics service – individuare e comunicare la frode è una sfida importante e delicata. Molte aziende si stanno accorgendo della necessità di investire in infrastrutture tecniche che permetteranno loro di esplorare le informazioni sul singolo cliente, identificando modelli e notando rapidamente eventuali cambiamenti. È incoraggiante notare che questo tipo di lavoro rimarrà una priorità per i prossimi anni”.

Al di là dell’esigenza di scongiurare le frodi, i fornitori di servizi finanziari si trovano ad affrontare la sfida di soddisfare le aspettative in continuo aumento nel campo della compliance normativa (43%) e dei processi di reportistica (42%). Un campo nel quale, emerge dallo studio, “non sorprende che le imprese ritengano che l’approvvigionamento di competenze tecniche appropriate (41%), in futuro, costituirà un problema significativo”.Così un terzo degli intervistati prevede di assumere più ingegneri e data scientist nel corso dei prossimi 12-24 mesi.

Dalla ricerca commissionata da Xerox emerge inoltre che più di due terzi, e per la precisione il 69% delle aziende di servizi finanziari si imbattono ancora in dati imprecisi all’interno dei loro stessi sistemi. Questo potrebbe implicare la necessità di una completa pulizia interna prima che si possano acquisire accuratamente le informazioni rilevanti e necessarie dai propri dati. Così per quanto riguarda il miglioramento di dati già esistenti lo studio ha rivelato che, in particolare per le società di servizi finanziari, il 28% degli intervistati prevede di collaborare con i fornitori esterni per aumentare i progetti sui Big Data.

“L’idea di affidarsi a dati imprecisi è il peggiore incubo di ogni dirigente finanziario – conclude Saunders – per questo motivo la maggior parte delle aziende si sta muovendo verso l’adozione dei Big Data come strategia cross-organizzativa. Se adottati correttamente, tramite i partner giusti, i Big Data permetteranno alle aziende di scoprire presto un gran numero di insight per risolvere errori precedenti e fornire anche opportunità per migliorare i servizi esistenti”.

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