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Bsa, l’Italia arretra nella top ten del cloud

Secondo l’associazione mondiale del software il nostro paese è scivolato dal sesto al decimo posto nella classifica dei paesi con le normative più adatte allo sviluppo di un mercato globale della “nuvola”

Pubblicato il 07 Mar 2013

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L’Italia scivola dal sesto a al decimo posto nella classifica globale delle politiche nazionali per favorire la diffusione del cloud computing. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata da Bsa, The Software Alliance, l’associazione mondiale del software, che ha messo sotto la lente le normative e le regolamentazioni in sette categorie fondamentali per lo sviluppo per un mercato globale e integrato del cloud.

“E’ scoraggiante vedere che l’Italia non ha fatto progressi nell’adottare politiche che contribuiscano allo sviluppo del cloud – ha detto Matteo Mille, presidente di Bsa Italia – Le norme di tutti i paesi condizionano il mercato del cloud. E’ fondamentale che l’Italia si impegni a migliorare la regolamentazione di alcuni specifici ambiti relativi al Data Privacy e alla Proprietà Intellettuale per migliorare la propria posizione e supportare la crescita del cloud”.

Il cambiamento maggiore è quello di Singapore, quinto in classifica, che è balzato in alto di cinque posizioni dopo aver adottato una nuova legge sulla privacy. Secondo lo studio, il Giappone continua a guidare la classifica globale con una normativa dettagliata a favore del commercio digitale. L’Australia rimane al secondo posto e gli Stati Uniti hanno raggiunto il terzo, relegando la Germania al quarto posto.

Lo studio evidenzia che i miglioramenti nelle politiche relative al cloud in molti dei più importanti mercati IT globali è in fase di stallo. In particolar modo, tutti i sei Paesi dell’Unione Europea compresi nella ricerca hanno perso terreno nella classifica. Altri si stanno effettivamente allontanando dal mercato globale, con normative controproducenti in Corea, Indonesia e Vietnam.

“Vediamo uno sviluppo disomogeneo nel panorama normativo per il cloud computing – ha detto Robert Holleyman, presidente e Ceo di Bsa – Regole discordanti in ambito privacy e sicurezza stanno rendendo difficile il flusso di dati fra Paesi diversi e troppi Stati si stanno ritagliando pezzi di cloud per se stessi. Questo riduce le economie di scala di cui beneficerebbe chiunque”.

Per trarre il massimo beneficio dal cloud computing, Bsa promuove un piano di politiche che coprano ognuna delle sette aree dello studio – data privacy, cybersecurity, cybercrime, proprietà intellettuale, interoperabilità tecnologica e armonizzazione normativa, libero scambio e infrastruttura Ict. Un’altra piaga italiana è il software pirata: l’utilizzo del software illegale in Italia può costare ad un’azienda oltre 106mila euro.

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