EQUITY CROWDFUNDING

Cambia la raccolta fondi online per finanziare le imprese

L’innovativa modalità, pensata per consentire agli investitori in startup di erogare finanziamenti in cambio dell’ingresso nella compagine azionaria della società, avrà un nuovo regolamento

Pubblicato il 24 Gen 2016

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L’equity crowdfunding sta per cambiare. L’innovativa modalità di raccolta fondi online, pensata per consentire agli investitori in startup di erogare finanziamenti in cambio dell’ingresso nella compagine azionaria della società, avrà un nuovo regolamento.

Un passo divenuto necessario dopo che sono emerse numerose criticità. L’Italia è stata la prima in Europa a normare l’equity crowdfunding, con una legge e un successivo regolamento risalente a luglio 2013, ma finora pochissimi sono ricorsi a questo strumento, anche a causa di norme considerate restrittive dai player del settore. Da qui la necessità di porre mano al regolamento per cercare di migliorarlo.

L’operazione “restart” è partita il 19 giugno 2015, quando la Consob, alla quale è affidato anche l’incarico di supervisionare l’applicazione dell’equity crowdfunding, ha pubblicato sul proprio sito una consultazione preliminare per capire cosa avesse funzionato e cosa no. Chiusa l’indagine a luglio, l’autorità ha diffuso una nuova bozza di regolamento il 3 dicembre. E’ rimasto in consultazione fino all’11 gennaio, e se non ci saranno ulteriori modifiche, il nuovo regolamento dovrebbe entrare in vigore. La revisione era stata sollecitata dall’Associazione Italiana Equity Crowdfunding (Aiec), che chiedeva in particolare l’innalzamento da 500 a 10mila euro della soglia di rilevanza, la quale impone al gestore autorizzato la trasmissione di un ordine a una banca o impresa di investimento per la valutazione di adeguatezza e/o appropriatezza dell’investimento.

Nella nuova bozza di regolamento è stato eliminato qualsiasi tetto per la verifica da parte della banca o della Sim. Chi vuole può continuare a rivolgersi a loro, altrimenti sarà la stessa piattaforma di equity crowdfunding alla quale si affida l’investitore ad effettuare le verifiche su di lui per valutare se la sua situazione finanziaria gli consente di investire in capitali di rischio o se sono preferibili altri tipi di investimento.

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