Cardani: “Digitale un antidoto per i freni all’innovazione”

Il presidente Agcom: “Con una PA informatizzata e moderna non si potrà più ostacolare la produttività e il diffondersi dell’efficienza. La risposta ora dipende da tutti noi, e il Governo si muoverà per quello che può e che deve”

Pubblicato il 24 Giu 2014

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Al di là dei benefici economici diretti, le nuove tecnologie possono portare alla modernizzazione del Paese e a una decisa spinta verso la produttività e l’efficienza. Fenomeno che finora è stato ostacolato da chi ha giocato a rallentare il Paese: soltanto la trasparenza e la possibilità di controllo in tempo reale offerta dalle nuove tecnologie potrà rimettere l’Italia nella posizione che le compete nelle statistiche comunitarie e mondiali.

E’ questo il senso dell’intervento di Angelo Marcello Cardani, presidente Agcom, durante il convegno “telco per l’italia” organizzato a Roma dal Corriere delle Comunicazioni.

“Si dice sempre più spesso che questo settore può essere un moltiplicatore molto potente su una serie di indicatori quantitativi: l’output, il prodotto nazionale, il valore aggiunto – ha detto Cardani – Ma secondo me quello che importa veramente è che lo sviluppo di questo settore ha un effetto molto potente sul funzionamento del Paese. Indipendentemente dal fattore economico, che pure conta, il modo di funzionare del Paese ha bisogno di un forte sviluppo in questo settore”.

“Ci potrebbero essere mille esempi – ha detto Cardani – ma probabilmente è più importante partire da un controesempio: se scegliamo una qualsiasi statistica relativa a questo settore o ai suoi effetti, troviamo che invariabilmente l’Italia è l’ultima in Europa e non molto distante dal fondo su scala mondiale. Che si sia così indietro proprio in questo settore non è casuale. L’Italia è un Paese afflitto da mille mali, ma è anche una delle prime 10 potenze industriali ed economiche mondiali”. “Qualcosa deve aver giocato contro: che cosa? E continuerà a giocare contro nei prossimi anni? La risposta dipende da noi, dal Governo, dal Parlamento, dobbiamo impegnarci tutti” ha sottolineato il presidente Agcom.

“Ma io ho un sospetto personale – ha ripreso Cardani -, sono convinto che lo sviluppo di una economia digitale sia qualcosa che rende molto difficile il gioco di rallentamento e di sottile ostacolo che ha fatto a lungo parte di un’abitudine nazionale, quella di fare leggi e mettere ostacoli”. “Una PA informatizzata e moderna, di cui si possano controllare i movimenti con poche statistiche ottenibili in tempo reale dall’informatizzazione – ha aggiunto – diventa una fattore che non può più giocare contro il diffondersi dell’efficienza, della modernità, della produttività, che esiste anche nella PA, e non è una caratteristica soltanto del ‘privato’. Il settore ha un moltiplicatore gigantesco, difficilmente stimabile o calcolabile, costituito dall’accelerazione della buona amministrazione, e dalla possibilità di controllare facilmente e in maniera precisa chi e perché gioca contro lo sviluppo di un Paese moderno”.

“Tra le società fallite nel 2013, in Germania l’87% non era presente sul web. In Olanda l’86%, in Spagna l’84%, in Italia l’83%, in Francia l’81% – ha concluso Cardani – Il fallimento si addensa tra le società che continuano ignorare lo strumento della rete. Dobbiamo fare in modo che questo non accada, e che si muovano tutti. Il Governo per quello che può e deve, ma anche tutti noi, dedicando risorse all’investimento”.

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